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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

29/07/2015.  IL CASO - ANNIBALE INQUILINO SCOMODO A CANNE DELLA BATTAGLIA: ALLA VIGILIA DI UN ALTRO 2 AGOSTO E NELL'ATTESA DELL'ENNESIMO FINANZIAMENTO ALL'ANTIQUARIUM FRA POLITICA, PROGETTI E SPRECHI. ASPETTANDO IL 2231° ANNIVERSARIO DELLA STORICA VITTORIA .

C’è un inquilino scomodo a Canne della Battaglia. Si chiama Annibale. Di lui, almeno dalle nostre parti e negli ultimi tempi, se ne parla o non se ne parla a convenienza. Come di un parente lontano che la famiglia dimentica ma che ti può sempre lasciare un’eredità… Per interesse. Per opportunismo, anche politico. Per piccoli protagonismi di provincia.

Ora che sta arrivando un altro 2 agosto, il duemileduecentotrentunesimo da quel giorno del 216 avanti Cristo fino a vent’anni fa studiatissimo nei licei classici anche in latino e perfino in greco antico come la battaglia-capolavoro di tutta la storia universale, qui viviamo (ancora una volta) nel clima creato dalle attese e dagli annunci dell’amministrazione comunale di turno.

Attesa per quell’altro milione e passa di euro stanziato a favore di un antiquarium realizzato coi precedenti 750.000 euro ma mai aperto, lesionato, inagibile, oggetto di contenzioso: scandalosa cattedrale in un deserto di promesse, come deserto appare (ma solo agli occhi dei politici) il territorio di Canne della Battaglia. Tranne che in occasione di visite ministeriali con relative passerelle e dichiarazioni usa-e-getta.

Di questo luogo girano infatti, a convenienza, nell’opinione pubblica e negli ambienti dei cosiddetti “addetti ai lavori” varie visioni e percezioni o, se volete, immaginazioni.

Badate: parliamo di un luogo vero, reale, che dista appena una dozzina di chilometri da Barletta, un quarto d’ora di macchina, meno di dieci minuti se i treni sulla Barletta-Spinazzola ci viaggiassero ancora… Da Canosa ci arrivano anche prima, e forse i canosini se la meriterebbero davvero Canne, con la loro sensibilità e la Fondazione archeologica. Chissà!

“Gesù, ‘nu milione!” esclamava uno dei protagonisti in “Così parlò Bellavista” di Luciano Decrescenzo, risvegliandosi di soprassalto dal letargo del proprio stato naturale. Al tempo di quel film c’era ancora la lira. Con l’euro, di soldi ne sono poi sempre arrivati tanti, forse davvero troppi. Specie dall’Unione Europea. Ma come lamentato da Tsipras nella Grecia di oggi, ai cittadini barlettani, ai visitatori, ai turisti di tutte queste montagne di euro sono arrivati gli spiccioli in termini di “customer satisfaction”. Progetti tanti, sprechi pure.

Le visioni di Canne della Battaglia, dicevamo. Una, idealizzata da certi studi abbastanza retrò e di scarto, che fa appunto di Annibale l’icona irraggiungibile, e come tale somigliante all’uva della famosa favola di Fedro: la volpe, che fece di tutto per agguantarla ma inutilmente un salto dopo l’altro, alla fine disse a se stessa che era acerba…

C’è poi quella visione profetica o apocalittica ma sempre molto, molto pratica, che mette Canne della Battaglia nel pallottoliere di certi progetti da presentare a Regione o Comunità europea per fare cassa: salvo che, dopo averla sedotta, la si abbandona al suo destino di residuo, ancorché eccellente, di tutto un territorio. Magari mettendola nel mazzo delle mete turistiche da fiore all’occhiello come elemento decorativo e di certo carico di fascino, ma sempre in coda o in lista d’attesa.

Ce n’è ancora un’altra di visione: quella di una Canne della Battaglia ad uso e consumo di storici della porta accanto, pseudo tali e perfino dei cosiddetti “uomini di cultura” nostrani. Gente che probabilmente a Canne della Battaglia c’è andata un paio di volte nella propria vita, o magari solo per controllare se nel defunto bookshop (chiuso ormai da tanti, troppi anni) venivano o no venduti libri ma soltanto di certo tipo…

C’è infine la visione elettoralistica: quanti voti uscirebbero da Canne della Battaglia se dovessero votare per i nostri consiglieri comunali e regionali solo… gli archeologi? Zero.

Chiedeteli invece i voti a chi possiede terreni fra Casalonga, Ciminaredda, Setteponti, Madonna del Petto, Antenisi, Boccuta eccetera eccetera: tutte contrade agricole che compongono l’esteso territorio agricolo di Canne della Battaglia. Chiedete i voti a chi coltiva queste terre in mezzo a tante difficoltà e sacrifici, furti di rame, aggressioni di fitofarmaci-killer: a chi vi produce uva da tavola e da vino, olio, pesche. Tutti coloro i quali si sono visti scippare nel 2008 il megafinanziamento previsto dal Piano di sviluppo rurale col titolo “Colli di Canne della Battaglia”. L’unico gruppo di azione locale di tutta la Puglia a venire bocciato!

Annibale inquilino scomodo, dunque. Sgombero della memoria come abbiamo letto su queste stesse colonne? Ed a vantaggio di chi? Con la Disfida Barletta è famosa in Italia. Con Federico II in Europa. Ma è con Annibale che Barletta va in tutto il mondo, con Canne della Battaglia…

Fate da soli due più due: e vi renderete conto (da soli) di quanto ancora ci stiamo rimettendo a questo gioco. Tutti quanti nessuno escluso fra posti di lavoro, attrattori del turismo, economia della cultura auto-sostenibile al tempo della crisi e della spending review.

Nino Vinella
Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia
Lunedì 27 luglio 2015





 

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