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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

12/09/2015.  BARLETTA – SETTEMBRE 1943: IL PONTE SULLA STRADA. UN RACCONTO-DENUNCIA DI NINO VINELLA FRA LA STORIA DI QUEI TERRIBILI GIORNI E L’ATTUALITA’ DI UN LUOGO DELLA MEMORIA, CAPOSALDO CITTIGLIO, SOTTO L'ATTACCO DI PROSTITUTE E MALAVITA DEL "SESSO A PAGAMENTO".

Proponiamo ai nostri Lettori un inedito racconto breve del nostro Direttore, Nino Vinella, intitolato “Il ponte sulla strada”, ispirato ai tragici fatti del settembre 1943 nella crudezza di una stesura narrativa in stile giornalistico di denuncia fra la storia e l’attualità di un luogo della memoria.

LA REDAZIONE

IL PONTE SULLA STRADA
Racconto breve di Nino Vinella

Settembre 2015, oggi

“Bocca, fica, culo,... Servizio completo…” chiese lui mentre abbassava il finestrino della macchina ferma a motore acceso, strofinando pollice e indice nel gesto di chi vuole sapere il prezzo.

“Bocca e fica si – rispose lei, accento dell’est, meno di vent’anni – ma io no mio culo a te”. Concluse abbassandosi il perizoma: “Facciamo trenta euro, amore…” disse schioccando la lingua da quelle labbra.

Lui annuì, aprì la portiera e la fece salire. Poi ingranò la retromarcia, fece manovra e si diresse verso il solito posto, più avanti, nel buio sotto il ponte.

Settembre 1943, allora

Lì al caposaldo era una domenica di metà settembre, a mezzogiorno, il rancio quasi pronto. Avevamo fatto il bagno alla spiaggia poco lontana, dall’altra parte della nazionale. L’attendente ci scattò anche una foto: io ero il più giovane, bermuda e stivaloni, il cinturone e la pistola al fianco…

Così le giornate erano trascorse tranquille da giugno: solo che, uno dopo l’altro, ci ammalammo tutti di malaria, forse a causa dell’acqua stagnante del fiume dove avevamo montato le tende o di che altro non so. Ci imbottivamo di chinino.

Era festa quel giorno: anche il vecchio contadino ci aveva portato le angurie, ed in cambio noi gli davamo le sigarette.

C’era una strana calma, quando all’improvviso: “Colonnello, colonnello... I tedeschi! Arrivano!!!...” urlò la sentinella dalla torretta di guardia.

“Ci spiano da lassù” mormorò fra i denti il comandante, indicando la cicogna, un piccolo aereo leggero da ricognizione, un puntino nel cielo azzurro, che passava e ripassava una, due, tre volte in cerchio sulle nostre teste. Forse ci fotografavano, forse davano istruzioni via radio, forse…

“Tenente, dite agli uomini di mangiare subito – mi fece il colonnello – qui ci dobbiamo preparare al peggio…” Aveva ragione. Due giorni prima avevamo fatto fuori un ufficiale tedesco, la scorta era scappata: dovevamo essere trasferiti a Bari sui camion ma il comando era sparito, e noi senza ordini…

Passano l’una, le due. Sulla ferrovia niente treni da giorni. Si sentivano solo le cicale…

Verso le tre, una colonna tedesca avanza in forze contro il caposaldo. Vengono da Foggia, gli alleati diventati nemici dopo l’armistizio di qualche giorno prima. Aprono subito il fuoco, cannoneggiano a colpo sicuro. Centrato in pieno dal tiro nemico, salta in aria uno dei nostri pezzi. Tutti morti, sei o sette dei miei compagni artiglieri, lì vicino all’arcata del ponte a pochi metri dal fiume dove andavamo a pescare...

Dopo circa due ore, noi più di cento a combattere quasi senza più munizioni, il colonnello prende un lenzuolo, lo lega ad una canna strappata dal cespuglio più vicino e lo sventola come segno di resa. I tedeschi penetrano nel caposaldo, il loro comandante dà ordini secchi, precisi…

E fu allora, in mezzo a quella confusione, io taglio la corda passando fra le canne del fiume: acquattato aspetto ancora e me ne scappo per la campagna.

Al caposaldo ritornai dopo l’ingresso degli alleati a Barletta, due settimane dopo, a fine settembre: i corpi degli artiglieri erano in putrefazione per il gran caldo, li raccogliemmo come potemmo con le mascherine… Penso siano stati sepolti nel camposanto di Barletta.

Settembre 2015, oggi

“Sei rimasto contento, amore?” fece lei ritoccandosi il rossetto alla luce della macchina sotto il ponte.
Lui era sceso a pisciare proprio lì davanti.

“Hai detto trenta… Eccoli” e le allungò tre pezzi da dieci, che la puttana mise nella borsetta risalendo in macchina dopo essersi aggiustata il perizoma. Rimise in moto la macchina uscendo dall’arcata cieca del ponte. L’avrebbe fatta scendere alla fine della strada, vicino alle compagne di lavoro.

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Caposaldo Cittiglio, strada provinciale Salinelle, sull’Ofanto. Il 12 settembre 1943, mentre si compiva l’eccidio di vigili urbani e netturbini in piazza Monumento a Barletta, l’attacco tedesco completò la rappresaglia distruggendo la postazione e uccidendo quaranta soldati italiani.

Oggi è luogo di prostituzione.

DALL’ARCHIVIO NEWS…

21/09/2011. BARLETTA – SETTEMBRE 1943, ECCO COM’ERA IL CAPOSALDO CITTIGLIO. CON DEDICA DELL’ULTIMO SUPERSTITE.

http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=7973

09/09/2011. CAPOSALDO CITTIGLIO - IL COMITATO RICEVE L'ULTIMO TESTIMONE DI QUELLA BATTAGLIA DEL 12 SETTEMBRE 1943: IL TENENTE GIOVANNI GHERSI IERI DA SANREMO IN CONFERENZA STAMPA A TENUTA SAN FRANCESCO.

https://www.youtube.com/watch?v=6iiTfY04a7Y

http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=7910





 

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