www.comitatoprocanne.com

Meteo Puglia










CANNE DELLA BATTAGLIA:
RIPULIAMO DALLO SCEMPIO LA FONTANA DI SAN RUGGIERO
Vai al sito


Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

28/10/2015.  BARLETTA – OTTOBRE 1985: TRENT’ANNI FA ZEFFIRELLI GIRA “OTELLO” NEI SOTTERRANEI DEL CASTELLO. NEL CAST INTERNAZIONALE IL GRANDE TENORE PLACIDO DOMINGO E KATIA RICCIARELLI, ALLORA FIDANZATA "SEGRETA" CON PIPPO BAUDO… AMARCORD E GOSSIP D’ALTRI TEMPI .

“Castello chiuso per lavori in corso” avvisano cartelli e custodi all’ingresso. Ma c’è chiusura e chiusura. Trent’anni fa, in tutto il mese di ottobre 1985, la “fortezza bianca” restò chiusa, appena dopo il lungo restauro, per trasformarsi in set cinematografico di altissimo rango internazionale.

Girarci un film non era la prima volta: illustre precedente ventun anni prima, quando nel 1964 fu Pier Paolo Pasolini a volerlo per alcune importanti sequenze (il giudizio di Pilato) del suo post-neorealista “Vangelo secondo Matteo” in bianco e nero, facendo tappa a Barletta prima di girare a Matera (la crocefissione nei Sassi), così da restituire alla pellicola alcuni degli ambienti dell’ala federiciana, dov’è ora la biblioteca Loffredo, ormai completamente cancellati (erano gli alloggiamenti dei militari).

Ma nel 1985 la storia andò molto diversamente: a scegliere il castello di Barletta fu niente meno che il grande regista Franco Zeffirelli, lui che da studente universitario di architettura a Firenze lo ricordava abbastanza diverso da come se lo ritrovò nel sopralluogo condotto in gran segreto con Vittorio Palumbieri, all’epoca direttore dell’azienda soggiorno e turismo.

Zeffirelli, guardandosi intorno nell’arena del castello, fu quasi tentato di rinunciare (“Castello restaurato malissimo, troppo cemento a vista” ebbe a sottolineare, senza peli sulla lingua a modo suo, più volte nelle interviste che ne seguirono a tutta la stampa mondiale, e replica del prof. Grisotti che lo aveva restaurato). Ma quando scese nei sotterranei, confermò l’idea alla produzione e al sindaco Aldo Bernardini.

Infatti Zeffirelli, nelle segrete del nostro castello, oggi luogo d’incontro culturale e spazio espositivo con tanto di parquet, aveva immaginato e dunque deciso di dare corpo e fisicità alle principali scene del suo monumentale “Otello” sulle musiche di Giuseppe Verdi, il film-opera prodotto da Golan Globus, gigante del cinema americano che davvero non badò a spese per garantire al regista la massima capacità di manovra finanziaria e logistica.

Erano quei sotterranei nudi, deserti, dalle volte come cattedrali senza nessun orpello, con la pietra grezza e ruvida, appena lambita dalla salsedine esattamente come li voleva Zeffirelli: che affidò allo scenografo il compito di trasformarli con apparati di scena, vedi la scalinata elicoidale dove Otello incontra Iago, o nell’antro dove lo stesso Iago intona il suo “credo” ateo ad un Dio crudele. Oppure la scalea di accesso ingigantita da sculture di scena, la sala circolare del bastione ovest divenuta il salone di Otello.

Ci lavorò tutta una corte di operai specializzati e di maestranze dal mondo del cinema. Vicino alla sala rossa c’era la sala trucco-parrucco, ed un esercito di comparse furono visionate per indossare armature e panni rinascimentali storicamente molto vicini all’epoca della Disfida.

Zeffirelli, è vero, giunse in gran segreto, ma io ne scrissi un pezzo il giorno dopo sulla Gazzetta in Terra di Bari, e quell’annuncio portò bene alla mia ancora giovane esperienza di cronista e di corrispondente.

Tanto bene che, seguendo il regista durante tutte le riprese, durante un mese intero, dentro e fuori il castello fino all’orto che esisteva sul versante a mare, parve a tutti noi (mia figlia di otto anni e mio suocero appassionato di musica lirica) di riscoprire il castello in perfetta armonia con la trama shakespeariana che Verdi affidava alle sue immortali partiture. Si, quello di Barletta era il castello del Moro di Venezia…

Nel 1984, si era da poco celebrato il centenario dell’Otello verdiano nel Teatro alla scala, e la direzione dell’orchestra della Scala fu affidata a Lorin Maazel, con un cast di rango davvero internazionale: Placido Domingo nei panni del Moro di Venezia e una diafana Katia Ricciarelli come la Desdemona bionda e sofisticata. Jago era lo spagnolo Justino Diaz, il principe Urbano Barberini nel ruolo di Cassio. Intorno a loro la costumista Anna Anni, direttore della fotografia Ennio Guarnieri e Gianni Quaranta scenografo.

Franco Zeffirelli amava passeggiare con la sua cagnetta per le stradine del centro storico di Santa Maria: una bella mattina ci recammo, lui, io e Pietro Doronzo, a visitare il museo civico all’epoca in Palazzo San Domenico. Il regista visitò con noi tutte le collezioni esposte, pezzo per pezzo, dal busto di Federico II all’ingresso ma commuovendosi davanti alle opere di Giuseppe De Nittis nella galleria del chiostro, rammentando nell’ultima intervista che mi concesse il suo stupore di bambino davanti al quadretto dipinto dal pittore barlettano ed ammirato in casa del nonno a Firenze…

All’uscita del film un anno dopo, l’avvocato Giuseppe Paolillo lo fece proiettare al cinema Astra in esclusiva. Purtroppo, la fortuna decise diversamente ed ora chi volesse rivedere il castello di Barletta con l’occhio di Zeffirelli e la sua magia di grande artista si deve affidare al DVD faticosamente reperito su internet.

Tuttavia, ci aiuta ancora il gossip nazional-popolare in questo particolare amarcord: il regista, che col resto della troupe risiedeva all’hotel Artù dirimpetto al castello, fu invitato dai Lions in un superbo meeting al Brigantino.

Dove, a una domanda pettegola dall’elegante pubblico della serata, si lanciò senza pensarci due volte nell’indiscrezione che rompeva il segreto ormai non più tale, e che l’indomani fece il giro di tutte le prime pagine italiane, annuncio a sorpresa ascoltato dal sottoscritto, presente in sala, e dettato pari pari cinque minuti dopo agli stenografi della nostra Gazzetta verso mezzanotte del 27 ottobre 1985: Katia Ricciarelli andava fidanzata con Pippo Baudo! Davvero altri tempi…

Nino Vinella
Barletta, 27 ottobre 2015

LA RASSEGNA STAMPA SUL WEB...

Barletta, ottobre 1985: Franco Zeffirelli gira nei cupi sotterranei di un castello…

http://www.ilquotidianoitaliano.it/cinema-2/2015/10/news/barletta-ottobre-1985-franco-zeffirelli-gira-nei-cupi-sotterranei-di-un-castello-188055.html/

LE GALLERIE FOTOGRAFICHE SU FACEBOOK...

ZEFFIRELLI A BARLETTA PER IL SUO FILM OTELLO (1985)
https://www.facebook.com/nino.vinella/media_set?set=a.10200932188104079.1073741969.1746990342&type=1

BARLETTA - IL CASTELLO NEL FILM DI ZEFFIRELLI (FOTO PINO CORSINI)
https://www.facebook.com/nino.vinella/media_set?set=a.10200932182823947.1073741968.1746990342&type=1






 

Stampa l'articolo

 
© Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia. Sede e Presidenza: Via Rizzitelli 62 - 70051 Barletta BT ITALY
Tel: (+39) 0883 532180 - Email: comitatoprocanne@oggiweb.com. Credits: OggiWeb www.oggiweb.com