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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

20/12/2016.  MILANO – “CASA DE NITTIS” NON CONVINCE NEANCHE QUI: FRA SCETTICISMO ARTISTICO E DEPISTAGGIO ANCHE SUL MARKETING CULTURALE. LA PRESTIGIOSA GALLERIA D’ARTE MANZONI OSPITA “LEZIONE DI PATTINAGGIO” (1875) PER LA MOSTRA “ANIMA BIANCA” TUTTA DEDICATA ALLA NEVE.

“Casa De Nittis” garba molto poco perfino ai milanesi. Non convince. Sa di depistaggio. Qui a Milano, nella metropoli-capitale del marketing e dell’economia reale, porta di accesso all’Europa ed a più di mezzo mondo, centro mondiale di una cultura che si fa business anche nel campo dell’arte, scetticismo e critiche si mescolano nei commenti di tono negativo quando si tocca questo nervo scoperto sui social, stampa e blog di Barletta.

Proprio da Milano la luce della grande cultura ha illuminato come un faro l’arte denittisiana nel Novecento: figura centrale e di assoluto riferimento lo scomparso Enrico Piceni (Milano, 26 marzo 1901 – Milano, 28 maggio 1986), promotore, diffusore ed artefice della sua fortuna critica, nobilissimo autore di un’estesa produzione letteraria dedicata al pittore barlettano come felice protagonista dell’Ottocento italiano ed europeo sui temi dell’impressionismo. Una fondazione col suo nome ne ricorda l’eredità di altissimo valore per gli studi denittisiani fra testimonianze, scritti, volumi,

MILANO AMA DE NITTIS a sua volta riamato da Enrico Piceni: ebbi l’onore di intervistarlo, anni Ottanta, nella sua abitazione grazie al comune amico Vittorio Palumbieri, compianto direttore dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo, e di quella significativa intervista mi rimane nitido il ricordo del titolo sulla pagina della nostra Gazzetta: “De Nittis artista europeo”. Meraviglioso.

Ma perché la Milano di oggi critica adesso la scelta fatta a Barletta di puntare su “Casa De Nittis”? Ci arriviamo prendendo la rincorsa dagli eventi ultimi e relativo strascico di notizie.

Tutti i principali canali della comunicazione registrano infatti la vivacità del dibattito su di un argomento che dal 2 dicembre, data di inaugurazione del nuovo allestimento denittisiano a Palazzo della Marra, sovrappone al nome di sempre (quello tradizionale di Pinacoteca civica dedicata all’artista) il chiacchierato “concept” di un progetto candidato così, con tanto di delibera di giunta, ai finanziamenti regionali di “InPuglia365” per favorire la destagionalizzazione del turismo. E dunque anche il turismo di Barletta…

Fin qui, si salva la buona fede degli amministratori comunali e dirigenti dell’apparato: categorie entrambe a caccia di soldi nell’ambito delle cosiddette “linee di mandato” sotto il segno dell’attuale sindaco Pasquale Cascella con delega ai servizi, beni ed attività culturali dopo le dimissioni dell’assessore (definito tecnico) Giusy Caroppo. Colei che comunque figura, nei vari comunicati stampa e nei siti telematici di nicchia, come collaboratrice del progetto - sotto l’egida della curatrice maxima, l’esperta Christine Farese Sperken - nonché quale coautrice, a tutti gli effetti, del catalogo pubblicato da Adda Editore nella specifica circostanza.

SU FACEBOOK il gruppo pubblico neonato dal titolo-schiaffo “No a quella cosiddetta Casa De Nittis!” usa toni molto espliciti nel sottotitolo che ne spiega finalità e strategia, ovvero: “Cittadini indignati contro chi sta etichettando l'identità storica di Palazzo della Marra come un B&B”. Si sono fatti capire molto presto, affidando anche ad un puntuale intervento a mezzo stampa, ripreso nel gruppo, del professor Michelangelo Filannino, dirigente scolastico ed operatore indipendente nel mondo culturale, che punta il proprio indice sulla confusione venutasi a creare.

Ecco il prologo della nostra missione a Milano, dove “La Gazzetta dell’archeologia online” ha incontrato chi, fra i principali e più accreditati galleristi di livello anche internazionale, è davvero sinceramente affezionato a Giuseppe De Nittis tanto da esserne divenuto intenditore sempre più esperto fra esposizioni e merchandising. Chi?

Francesco Luigi Maspes ci riceve nell’elegante spazio espositivo dell’omonima galleria di sua proprietà nell’elegante palazzo umbertino in via Manzoni, la centralissima arteria milanese a poca distanza da via della Spiga dove brilla tutto lo splendore di Natale nel quadrilatero della moda.

Dalla sua galleria ci trasferiamo nell’attigua GAM, la Galleria d’Arte Manzoni (Centro studi per l’arte moderna e contemporanea) che Maspes dirige in posizione strategica come vetrina di assoluto richiamo per meneghini residenti e milanesi ospiti: uomini d’affari da tutto il mondo, turisti eccellenti, passanti incuriositi che parlano in arabo e cinese col gusto dell’arte “made in Italy” e possibilità di acquisto con carte di credito a quattro o cinque zeri.

ANIMA BIANCA. “La neve da De Nittis a Morbelli” annuncia il titolo della mostra in corso nella Gam Manzoni fino al prossimo 19 febbraio. Aperta in ottobre, la rassegna ha riscosso (come sempre accade) immediato favore di pubblico e di critica, bissando il successo registrato per la precedente del 2015, quando dedicò alla Belle Epoque la mostra (terminata il 21 febbraio scorso). Oltre a “Dans le blé” (Nel grano, 1873) divenuto l’icona rappresentativa dell’intera mostra nelle sue migliaia di riproduzioni (affiches, cartoline, dvd, la copertina dello stupendo catalogo di oltre duecento pagine su testi di Stefano Bosi e note introduttive di Nicoletta Colombo), furono allineati altri sei De Nittis: “Au jardin” (1873-1874); “Léontine in canotto” (1874); “Passeggiata con i cagnolini” (1874); “Accanto al laghetto dei giardini del Lussemburgo” (1875); “Flirtation, Hyde Park” (1874); “Il kimono color arancio” (1883-1884).

Questa volta la scelta è caduta su “Lezione di pattinaggio” del 1875, dove un De Nittis ispirato al tema del bianco assoluto di una neve magica ha impresso sulla tela due figurine femminili a lezione di pattinaggio: dipinte con puntigliosa meticolosità sulla sinistra, mentre da qui fino all’altra estremità della tela si stende il manto di ghiaccio dove visibili sono perfino i “graffi” lasciati dal pittore come il segno dei pattini sul ghiaccio. Effetto quasi tridimensionale!

Il quadro è molto noto ed altrettanto ben raccontato dalla critica, tanto da essere stato già esposto a Palazzo Zabarella di Padova dalla Fondazione Bano. Il tema richiama immediatamente altri quadri distribuiti fra collezioni private italiane ed europee. Ma è il ricordo per “Effetto di neve” e la “Passeggiata in slitta” conservati nella Pinacoteca di Barletta a riannodare i fili dell’intervista con Maspes.

“CASA DE NITTIS”: davvero non capisco come o perché ci si sia potuti affidare ad una intitolazione allusiva nella traccia così poco artistica per seguire il richiamo del pittore fino a Barletta” dice sarcastico e tranchant Maspes. Ed aggiunge da milanese: “Qui a Milano abbiamo il museo privato Poldi Pezzoli, a pochi passi da qui, dall’altra parte di via Manzoni verso la Scala. E’ un museo di grande richiamo mondiale, allestito nella casa di quella famiglia, e dunque coerente con l’immobile che lo ospita. La collezione De Nittis (l’artista che ha avuto la sua propria casa natale tuttora esistente in altro luogo, lo sanno tutti), intesa quale pinacoteca civica di Barletta è invece ospitata a Palazzo della Marra. Ed è qui, giustamente, che, a mio modesto avviso, dovrebbe rimanere come unico riferimento, sia nella città stessa sia nel sistema dei media e su internet. Ma sempre solo e come Pinacoteca De Nittis, l’unica denominazione artisticamente accettabile per collocare le sue opere nella giusta luce”.

E turisticamente? “Anche. Altrimenti tutti i vostri sforzi risulteranno inutili, e parlo di sforzi finanziari con i fondi pubblici della regione Puglia. Qui invece ci sosteniamo con l’autofinanziamento: anche questa mostra in corso è pagata dai privati, visto che Comune di Milano e Provincia concedono solo patrocinio morale. Ma De Nittis è imbattibile…”

Cioè? “De Nittis ha vissuto relativamente molto meno rispetto ad altri suoi contemporanei, Manet, Monet, Degas... Ma ha prodotto tantissimo, ha prodotto talmente tanto e tanto di eccellente che i suoi quadri restano sempre dei must assoluti, sia come qualità d’arte che in termini economici. Escludendo i quadretti di piccole dimensioni del primo periodo giovanile a Napoli, da quando De Nittis si è stabilito a Parigi spiccando il gran salto verso la celebrità, con i quadri sulla borghesia e l’eleganza della capitale francese di metà Ottocento, queste produzioni così tanto raffinate gli rendono onore come cifre da capogiro anche nelle ultime aste a cui ho personalmente partecipato”.

Conclusione di Maspes: “Da parte mia ci aggiungo l’orgoglio di ospitare qui, nel nostro centro studi, tutte queste opere provenienti da collezionisti privati che difficilmente le avrebbero concesse ad altri galleristi. Privilegio ma anche responsabilità, fra assicurazioni e quant’altro. Ma che ritrova una sua logica nell’operazione complessiva autofinanziata dal merchandising privato senza impegnare nessun’altra risorsa finanziaria pubblica. E di questi tempi ogni sacrificio vale, dev’essere fatto valere in termini artistici come in termini economici…”

Capito?

Nino Vinella

Milano, 20 dicembre 2016

PER SAPERNE DI PIU'...

http://www.gammanzoni.com/

https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Piceni

LA RASSEGNA STAMPA SU INTERNET...

E' sempre polemica sul nuovo allestimento delle opere del pittore impressionista. "Casa De Nittis" non convince neanche a Milano: il nome sa di depistaggio. Ne parla Francesco Luigi Maspes, titolare dell'omonima galleria milanese.

«Casa De Nittis? Non piace neppure a Milano». L’analisi di Nino Vinella e Francesco Luigi Maspes

http://www.barlettalive.it/news/cultura/457441/casa-de-nittis-non-convince-neanche-a-milano-il-nome-sa-di-depistaggio


http://barletta.news24.city/2016/12/21/casa-de-nittis-non-piace-neppure-a-milano/





 

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