Danze, giochi acrobatici e canti hanno determinato il successo, giovedì 9 Marzo, della IV edizione del “Palio Boemondo d’Altavilla”, organizzata dall'Istituto Comprensivo 'Foscolo-Lomanto', promossa dal Comune di Canosa di Puglia e dalla Basilica Concattedrale San Sabino.

Il corteo storico, composto da più di 100 partecipanti, ha visto la presenza di personaggi tipici come: Papa Urbano II (promotore della Prima Crociata), Costanza di Francia, la bizantina Anna Comneno; tantissimi crociati, vestiti con tunica ed adornati con elmo e spada, accompagnati da splendide dame.

La sfilata, dai toni prettamente medievali, ha avuto inizio verso le 18.30 da Piazza Umberto I proseguendo per le vie centrali di Canosa per raggiungere, infine, Cattedrale di S.Sabino dove è avvenuta la consegna del Palio nelle mani di Don Felice Bacco per la benedizione alla presenza di un pubblico affascinato e coinvolto.

La manifestazione fortemente voluta dalla Direttrice dell’Istituto “Foscolo-Lomanto” Nadia Landolfi, si è avvalsa della partecipazione dei docenti, in particolare della professoressa Elena Di Ruvo, costumista e scenografa del palio, e degli studenti.

L’intento è di “conoscere, capire, valorizzare le autentiche radici della nostra città”, come recita il motto dell’evento, ma in particolare di rievocare la devozione religiosa di Boemondo I D'Altavilla nei confronti di San Sabino, suggellando, così, il forte legame che lo lega a Canosa.

Definito come “il piccolo dio dei Cristiani”, Marco Boemondo, fu uno dei personaggi più complessi della Prima Grande Crociata. Dotato di virtù prodigiose, riassunse in sé i connotati delle due stirpi incrociatesi nel suo sangue infuocato: la normanna, vigorosa e nobile, e l’italiana, ingegnosa e piena di fede.

Con il suo esercito, formato dai migliori Cavalieri della più rinomate casate, sconfisse i Turchi a Dorilea e si impossessò di Antiochia, di cui il paladino normanno divenne Principe nel 1098.

Figura leggendaria dall’animo guerriero e sagace, instaurò solidi rapporti con la Chiesa, tanto da avvalersi dell’amicizia di San Sabino, suo salvatore in sventurate occasioni, il quale stimò con devozione tanto da volergli riposare accanto dopo la morte.

Da qui la sua preoccupazione, affinché la Chiesa di Canosa non fosse incolpata di misfatti di cui non era colpevole, e non fosse danneggiata per incuria o demerito non dipendente dalla sua volontà. Inoltre, alla Chiesa di Canosa, Boemondo fu il primo a concedere privilegi e rendite esterne.

A tal ragione, dunque, i Canosini contribuirono anche economicamente alla costruzione del suo Mausoleo tombale, sorto, per suo desiderio, presso la tomba di S. Sabino e per incarico della moglie, Costanza di Francia.

Ilenia Pontino

Il servizio fotografico é stato curato da Savino Mazzarella.

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