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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

07/07/2017.  BARLETTA – FESTA PATRONALE: DAL KENYA L'ESPERIENZA DELLA MISSIONARIA SUOR ROSARIA BALESTRUCCI RACCONTATA IN PRIMA PERSONA DA LEI CHE CI OPERA DA BEN 42 ANNI CURANDO I LEBBROSI TRA FEDE E VERO APOSTOLATO. “QUELLA VOLTA CHE LO STREGONE DEL VILLAGGIO…”.

Più che un intervento durante l’omelia, una vera e propria conferenza stampa: dove, in Cattedrale, suor Rosaria Balestrucci (Suore di Carità dell'Immacolata Concezione d'Ivrea https://www.scicivrea.it/it/), missionaria barlettana di settantadue primavere, quarantadue delle quali trascorse stabilmente in Kenya, ha offerto la sua personale testimonianza di fede e di apostolato cristiano nel servizio a chi soffre.

Un racconto in primissima persona: emozionante, senza fronzoli di circostanza, andando al cuore del problema. “Chi pensa di dare all’Africa l’elemosina si sbaglia: all’Africa va resa giustizia” ha detto la missionaria chiaro e tondo. Sempre col sorriso sulle labbra, ma con una fermezza degna del miglior generale di quell’esercito di suore missionarie…

Monito: “La nostra Chiesa aiuta chi soffre in quella parte del mondo da duemila anni. La politica fa solo annunci e basta”.

La sua particolarissimo “conferenza stampa-testimonianza” ha spaziato dalla memoria della sua infanzia intrisa di barlettanità (“Sono nata e vissuta dalle parti dell’ospedale vecchio, ‘mbruscilicch”, e poi “Il mio è stato ‘u prisc, la gioia di donarmi agli altri”) alla vita. Vita vera, fatta di aiuto concreto portato a chi soffre: ed é malato di lebbra...
Aneddoto: “Parliamo in inglese quando siamo capiti in questa lingua. Ma il più delle volte, in quel Kenya dove i turisti si fermano magari a Malindi ma dietro c’è tutt’altro che turismo, occorre sapere parlare nei dialetti delle varie tribù. Com quando andai in un villaggio dove c’erano lebbrosi da curare e dove questi malati erano, per così dire, assistiti dallo stregone. Che, quando arrivammo noi, si sentì privato del suo sostegno perché ad ogni cura gli regalavano una gallina, per esempio… All’inizio è stata dura, ma poi, quando quello stesso stregone si ammalò pure lui di questo terribile male, venne da noi, venne da me, e lo curammo con lo stesso amore che aveva visto verso gli altri suoi del villaggio, quello stesso stregone, finalmente guarito, ci ha chiesto di essere battezzato…”

Oltre le polemiche di facciata sugli "inchini" (negati, presunti o mancati), la Festa Patronale regala alla Città anche e soprattutto la propria più vera sostanza religiosa e spirituale in questi bellissimi momenti.

Dove ascoltare. Dove riflettere, Dove ritrovare il senso più profondo delle nostre più autentiche radici: di sentirci cristiani battezzati e davvero cattolici nella universalità della Chiesa e di una comunità grande quanto il più vasto mondo...

Nino Vinella

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