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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

12/02/2018.  BARLETTA – LO “SCOOP” DALLE LETTERE SEGRETE DI CONSALVO DA CORDOVA SCRITTE NEL CASTELLO DURANTE L’ASSEDIO NEI GIORNI DELLA DISFIDA. NOSTRA INTERVISTA ESCLUSIVA AL PROFESSORE SPAGNOLO JOSE' ENRIQUE RUIZ-DOMENEC (UNIVERSITA' DI BARCELLONA).

Ha confessato, nell’intervista esclusiva a “La Gazzetta dell’Archeologia on line”, di aver cambiato il tema del suo intervento al convegno internazionale di Barletta quando ha visto sulle prime pagine dei grandi quotidiani spagnoli lo “scoop” relativo al codice segreto usato per conquistare il Regno di Napoli e decifrato dagli esperti dell'intelligence spagnola che sono riusciti a capire dopo 500 anni le lettere tra il sovrano di Spagna Ferdinando II il Cattolico e il suo generale Consalvo da Cordova.

Così Josè Enrique Ruiz-Domenec, personalità di spicco nel panorama degli studi storici sul Medioevo e docente della Universidad Autonoma de Barcelona, ha dato vita alla sua appassionante relazione comunicando la “notizia” con dovizia di particolari e soprattutto fornendo l’immagine dei cifrari studiati all’epoca.

Un gustoso spaccato dei quattro mesi tra febbraio ed aprile del 1503, allorquando il Gran Capitano si trovò a subire da parte delle truppe francesi l’assedio delle sue truppe nel Castello di Barletta in attesa dei rinforzi. E dunque l’offesa dei Francesi ai soldati di ventura italiani costituì il fatto saliente per organizzare la Disfida come giostra cavalleresca, così da creare una “diversione” fino a quando non fossero arrivate le fresche forze mercenarie dei Lanzichenecchi e sbaragliare definitivamente l’esercito nemico prima nella Battaglia di Cerignola e poi qualche tempo dopo sul Garigliano.

Come riporta la nota di Francesco Palmieri per il flash dell’Agenzia Italia, “fu compiuta, la conquista spagnola dell'Italia meridionale, anche grazie a un efficiente sistema di comunicazione segreta fra il sovrano Ferdinando d'Aragona il Cattolico e il suo comandante militare, Gonzalo Fernández de Córdoba.

Le lettere che si scambiavano, fossero pure finite in mani nemiche come quelle francesi, non sarebbero state decifrate. Ci è riuscito oggi, a cinquecento anni dagli avvenimenti e dopo sei mesi di lavoro, il CNI, l'agenzia di intelligence spagnola, i cui esperti sono venuti a capo di un codice complesso che utilizzava 88 simboli (tra cui numeri e figure geometriche) e 237 lettere variamente combinate. Ora chiunque può finalmente prendere visione dei messaggi - alcuni lunghi più di venti pagine - nella mostra allestita alMuseo dell'Esercito di Toledo.

Numerose le istruzioni del sovrano al Gran Capitan Gonzalo de Córdoba, tra cui una delega a prendere se necessarie tutte le iniziative diplomatiche in Italia, al fine di sveltire le mosse spagnole risparmiando i quindici giorni che impiegava uno scambio epistolare tra il generale e il monarca.

Si disputò ai princìpi del '500, tra le due potenze europee, un "grande gioco" per il controllo del Mediterraneo il cui fulcro fu la contesa del Regno di Napoli, che Ferdinando riuscì a conquistare nel 1503 e che restò sotto il trono spagnolo fino al 1707. Non fu un'età dell'oro, ma neanche l'epoca interamente nera che spesso s'è tinteggiata: "Superficiale è il giudizio tradizionale, per cui la Spagna fu la causa di tutti i mali materiali e morali del Mezzogiorno (nonché di tutta l’Italia: si ricordi il ritratto della Lombardia spagnola nei Promessi Sposi )" ha osservato uno dei più autorevoli storici, Giuseppe Galasso, spentosi ieri e ricordato dai presenti.

"Quando gli Spagnoli nel 1707, per il gioco delle grandi potenze europee, se ne andarono, i problemi del Regno erano gravissimi, ma non tutta la responsabilità ne pesava sulla Spagna. Il Mezzogiorno aveva partecipato di tutte le circostanze della perdita del primato italiano in Europa e del declino del mondo mediterraneo".

Un giudizio che ricalca quello a suo tempo pronunciato daBenedetto Croce: "La Spagna governava il regno di Napoli come governava sé stessa, con la medesima sapienza o la medesima insipienza; e, per questo rispetto, tutt'al più si può lamentare che il regno di Napoli, poiché doveva di necessità unirsi ad altro stato più potente, cadesse proprio tra le braccia di quello che era il meno capace di avvivarne la vita economica, e col quale non gli restava da accomunare altro che la miseria e il difetto di attitudini industriali e commerciali", scrisse il filosofo nella 'Storia del Regno di Napoli'.

Le lettere decrittate, datate tra il 1502 e il 1503 e giunte a noi nell'archivio familiare dei duchi di Maqueda, sono fitte di istruzioni minuziose sulle questioni relative all'Italia meridionale: invio di truppe, amministrazione della giustizia, raccolta e gestione dei tributi.

Non mancano disposizioni su altre materie importanti. Significativa quella di favorire i matrimoni tra le vedove dell'Italia meridionale e i militari spagnoli, quale strumento di integrazione sociale.

Gli esperti dell'intelligence sono riusciti a interpretare le missive in virtù del fortunato reperimento (alquanta analogia con la Stele di Rosetta) di una lettera dal testo parzialmente "in chiaro", servita quale chiave del criptosistema.

Eccezionale è pure un crittogramma scritto di pugno dal sovrano al Gran Capitán senza l'opera di un segretario, che fu caso di grande rarità come fu raro un re della statura di Ferdinando il Cattolico. Fondò la successiva potenza spagnola grazie al matrimonio con Isabella di Castiglia e le sue gesta - malgrado Machiavelli vi attribuisse un decisivo contributo di fortuna - sono difficilmente sunteggiabili per importanza. Dalla reconquista della Spagna dopo secoli di presenza musulmana al finanziamento dell'impresa di Cristoforo Colombo per le Indie”.

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PER SAPERNE DI PIU'...

È stato decifrato il codice segreto usato per conquistare il Regno di Napoli. Gli esperti dell'intelligence spagnola sono riusciti a capire dopo 500 anni le lettere tra il sovrano di Spagna e il suo generale

https://www.agi.it/cultura/spagna_codice_cifrato_conquista_regno_napoli-3451483/news/2018-02-06/

CHI E' JOSE' ENRIQUE RUIZ-DOMENEC...

https://es.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Enrique_Ruiz-Dom%C3%A8nec

LA RASSEGNA VIDEO SU YOUTUBE...

BARLETTA - La Disfida al centro di un convegno di studi TG TELEREGIONE 12 02 2018

https://www.youtube.com/watch?v=TncVwj9zI94

TELEDEHON - LA DISFIDA DI BARLETTA E LA FINE DEL REGNO

https://www.youtube.com/watch?v=PsZ9KjoFotc





 

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