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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

14/03/2018.  BARLETTA - GLI OROLOGI PUBBLICI: DA "INGRAGGIO DEL TEMPO" A VERI MONUMENTI ED AUTENTICI BENI CULTURALI (ANCHE QUANDO SCOMPARSI) RACCONTATI NELLA STORIA CITTADINA IN BASE ALLE FONTI D'ARCHIVIO. L'INTERVENTO DI MICHELE GRIMALDI, FRA MEMORIA ED ATTUALITA' .

Sempre interessante il tema: nel 1995 il nostro Direttore Nino Vinella pubblicò "L'ingranaggio del Tempo. Storia (mai raccontata) dell'Orologio di San Giacomo nel centenario 1895-1995" (Editrice Rotas) dedicata come azione di solidarietà all'AIAS. Libro ormai introvabile e ricercatissimo.

Pubblichiamo volentieri l'intervento di Michele Grimaldi (Archivio di Stato) che ripercorre la storia di tutti gli orologi pubblici a Barletta. Esistenti e scomparsi...

LA REDAZIONE

Per vederli bisogna alzare un po’ la testa e guardare in alto, ma non lo fa quasi più nessuno. Eppure gli orologi pubblici di Barletta sono lì.

Verrebbe quasi voglia di proporre una tavola rotonda per ragionare di come la Città si è rapportata, nei secoli, con gli orologi e di conseguenza con il Tempo.

Non si può negare, trattando questo argomento, che ripercorrere l’iter pluridecennale degli orologi presenti nella nostra Città è come effettuare un “ripasso” della nostra stessa storia, visto che da quando gli orologi cessarono di essere ad esclusivo appannaggio della religione intesa come chiese e monasteri e divennero segno distintivo delle Università (Città n.d.r.), gli avvenimenti di una comunità sono andati a pari passo con la vita dei segnatempo.

Sul più famoso orologio cittadino si è discusso e scritto tanto, parliamo dell’orologio posto di fronte la Chiesa di S. Giacomo, mentre poco si sa degli altri che comunque sono stati e sono parte della storia architettonica della nostra Città.

Desidero, comunque, ritornare a parlare (solo un pochino!) dell’orologio di S. Giacomo e per far questo “ripeschiamo” tra gli atti dell’archivio storico del Comune, conservati presso la Sezione di Archivio di Stato di Barletta, la delibera n. 530 del 23 settembre 1944 (appena un anno dopo i noti e tragici fatti !!!) con la quale il Consiglio Comunale “ …visti i noti avvenimenti bellici, svoltisi in questa città il 12 settembre 1943, che hanno danneggiato la torre del pubblico orologio sita al corso Vittorio Emanuele e considerato che la cittadinanza ha reclamato l’esecuzione di tali lavori essendo assolutamente indispensabile il funzionamento del pubblico orologio (!!!), questa Amministrazione ha dovuto aderire a tale richiesta sia per soddisfare il legittimo desiderio dei cittadini e sia per ragioni di sicurezza e di viabilità, delibera di liquidare e pagare alle ditte Binetti (£. 19.236 per fornitura di 4 quadranti in pietra completi di numerazione incisa nella pietra), Corcella (£. 7.136 per fornitura, costruzione e sostituzione di ingranaggio e regolarizzazione del macchinario dell’orologio) e Alinei & De Pascale (£. 1.400 per fornitura impianto elettrico nella cabina dell’orologio e all’interno della torre) la somma di lire 27.772”.

Mai paragone fu più azzeccato quando si dice che in questo caso l’intervento della macchina burocratica fu puntuale come un orologio.

Ma l’attenzione della pubblica amministrazione verso gli ingranaggi del tempo non nasce con la costruzione dell’orologio di S. Giacomo che possiamo tranquillamente definire come il compimento di un lungo percorso, bensì pone le sue radici in tempi ben più lontani. Risalgono, infatti, al 1810 i primi provvedimenti degli amministratori per deliberare erogazioni di contributi per installare ed in seguito per la manutenzione e riparazione di orologi pubblici.

Tra questi è da segnalare l’intervento dell’Intendente della Provincia di Bari che con circolare del 2 giugno 1810 invia al Sindaco di Barletta Vincenzo Damato, per il tramite del Sotto Intendente De Leone, “ … gli atti formati per la riattazione del Pubblico Oriolo con l’obbligo del Sig. Luigi Pentrella di mantenerlo per anni sei”. Nel fascicolo sono descritti in maniera minuziosa, quasi maniacale, tutti gli adempimenti che doveva osservare il Pentrella.

A dimostrazione della particolare cura prestata dall’Intendenza per la “buona salute” dell’orologio pubblico, c’è una lettera di non tanto velato rimprovero inviata il 22 agosto 1810 al Sindaco Damato dal De Leone, Sotto Intendente, il quale fa notare che “…è molto tempo Sig. Sindaco (due mesi !!!) che S.E. il Sig. Intendente vi ha autorizzato ad accomodare il Pubblico Orologio di questo Comune e sento con rincrescimento che non ancora si sia a ciò adempiuto. Compiacetevi di darmi li corrispondenti riscontri sopra questo assunto, acciocché possa renderne informata la predetta E.S.”. Quello che non poté la carota produsse il bastone ed infatti dopo soli sei giorni il Sindaco inviò la comunicazione dell’avvenuto affidamento al Pentrella dei lavori e manutenzione dell’orologio.

A questo seguirono altri esempi di attenzione verso gli orologi e tra gli altri merita una speciale menzione quello riguardante il progetto per la costruzione dell’orologio sul frontone della chiesa di S. Giacomo. La questione sorta, quasi scatenò un incidente “diplomatico” tra la Chiesa e il Comune di Barletta in quanto l’autorità religiosa, rivendicando la proprietà dell’edificio di culto, negò l’autorizzazione ad impiantare l’orologio sulla torre della chiesa. Se da un lato questa vicenda ebbe un risvolto negativo, dall’altro (come di dice ? si chiude una porta e si apre un portone ) quel rifiuto generò nel 1895 (dopo quasi 60 anni) l’idea di costruire sul marciapiede opposto, proprio dirimpetto alla Chiesa (un piccolo dispetto?), una torre “laica” su cui installare l’orologio cittadino.

Sempre nella prima metà del 1800 e più precisamente nel 1844, l’Amministrazione comunale procedette alla costruzione di una torretta sul locale di Eraclio (ex sedile del Popolo) per installarvi un nuovo orologio.

La febbre contagiosa per gli orologi non scemò neanche nel XX secolo e colpì anche gli amministratori del ‘900 che il 1932 per andare incontro alle esigenze dei viaggiatori commissionarono alla ditta Frassoni di Rovato (Brescia) un orologio da installare sul frontone della stazione ferroviaria.

Non passò neanche un anno che la febbre colpì ancora.

Con la delibera n. 892 del 22 settembre 1933, Commissario Prefettizio il Commendator Rogges, il Consiglio Comunale “… visto che a cura dei benemeriti Frati Cappuccini è in corso di completamento l’erigenda Chiesa dell’Immacolata in via Milano e si è chiesto di poter utilizzare il vecchio orologio del Comune (quello installato nel 1844) proveniente dall’antico sedile del Popolo, assolvendosi così un’aspirazione di pubblico interesse, delibera provvedere all’acquisto di tre quadranti da orologio dalla ditta Fontana di Milano per la somma complessiva di lire 1.467”.

Da 70 anni a questa parte la febbre non è affatto scemata ma ha mutato soltanto le sue realizzazioni, infatti l’intera città continua a “popolarsi” di orologi che oggi hanno assunto forme e meccaniche diverse ma sempre ripropongono il profondo bisogno dell’uomo di misurarsi con il tempo e contemporaneamente avvalersene per ritornare indietro ad un epoca tanto sognata ed agognata nella quale il tempo non c’era: parliamo naturalmente del giardino dell’Eden.

Michele GRIMALDI
Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta

PER SAPERNE DI PIU'...

BARLETTA: OROLOGIO DI SAN GIACOMO, L'INGRANAGGIO DEL TEMPO (1895)

Il volume scritto da Nino Vinella per l'A.I.A.S. Barletta e pubblicato in tiratura limitata fuori commercio da Editrice Rotas nel primo centenario della costruzione (1995) di un'opera destinata alla pubblica utilità dal Comune di Barletta. Copertina elaborata da Naty Inchingolo. Fotografie di Alfredo Basile. Riproduzioni a cura di Ruggiero Dicorato. Illustrazioni e disegni originali di Giacomo Borgiac. Duecentodieci pagine, la presentazione, dieci capitoli, un'appendice. Ecco l'indice... Capitolo 1 "In quella tormentata estate del 1892..."; Capitolo 2 "1893, l'anno delle grandi decisioni"; Capitolo 3 "Scacco alla torre dell'orologio"; Capitolo 4 "Anno di grazia 1895, fervono le opere"; Capitolo 5 "La macchina dell'orologio"; Capitolo 6 "Il Municipio per pubblica utilità eresse MDCCCXCV"; Capitolo 7 "La ringhiera della piazzetta (1895-1904)"; Capitolo 8 "Dalla "belle époque" alla Seconda Guerra Mondiale (1911-1943)"; Capitolo 9 "Quel settembre del '43"; Capitolo 10 "Dalla ricostruzione ai giorni nostri (1945-1995)"; Appendice "L'ingranaggio del tempo cento anni dopo"


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