Io e Michele Cristallo abbiamo in comune abbastanza storia, umana e professionale, che condividerla in pubblico è sempre stato un duplice piacere. Come alla conferenza inaugurale del Maggio dei libri 2018, a Palazzo San Domenico, luogo di cultura e di ricordi struggenti per tutti…

Con Michele l’amicizia è iniziata negli Anni Settanta quando, io giovanissimo ancora studente di ragioneria al Cassandro, mi segnalò al Direttore della Gazzetta, il compianto Oronzo Valentini, come vice corrispondente da Barletta insieme al titolare dell’ufficio, il collega Giuliano Rotunno.

Michele raggiungeva Bari come redattore del nostro quotidiano, e dunque, come accadde a lui stesso quando a sua volta fu segnalato quale sostituto dal professor Francesco Paolo Scommegna negli Anni Sessanta, l’inizio della nostra storia muoveva dagli stessi esordi…

Era un giornalismo di altro genere, meno carico di sensazionalismo e di velocità estremizzata oggi dai social. Giornalismo un tantino… eroico, ma che valeva la pena di essere messo da me alla prova dei fatti oltre che della voglia di scrivere.

Poi la consuetudine professionale si trasformò in amicizia sincera, tenace, profonda: al punto tale che giovedì 28 luglio 1977, Michele fu chiamato ad essere il testimone delle mie nozze, in quella splendida mattinata di sole nella Cattedrale.

Tre anni dopo, sempre un 28 di luglio ma del 1980, Pietro Mennea conquistava il suo oro olimpico a Mosca ed io dettavo agli stenografi il pezzo di colore che avrebbe raccontato ai Lettori il tripudio di Barletta per il suo Campione.

Già, i Lettori: giudici ultimi e severi. Lettori ai quali è appunto demandato il giudizio finale del nostro lavoro di giornalisti e di testimoni degli eventi. Lettori ai quali Michele Cristallo, assimilabile ad una figura mitologica come il centauro, metà giornalista e metà scopritore, regala oggi questa sua nuova “impresa” narrativa.

NINO VINELLA