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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

09/06/2020.  GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI ARCHIVI 2020 - PER L'OTTANTESIMO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE L'INTERVENTO DI MICHELE GRIMALDI (ARCHIVIO DI STATO DI BARLETTA E TRANI) NEL RICORDO DELLE VITTIME E DEI CADUTI BARLETTANI CON LE DUE MEDAGLIE D'ORO AL GONFALONE .

Per la Giornata internazionale degli Archivi #internationalarchivesday che si celebra oggi 9 giugno 2020, la Direzione generale Archivi ha dedicato particolare attenzione per raccontare le iniziative degli Istituti sul territorio. Michele Grimaldi contribuisce per i nostri Lettori con questa particolare riflessione sull'importanza della memoria condivisa in occasione degli 80 anni dall'entrata in guerra dell'Italia (10 giugno 1940) e delle sue tragiche conseguenze sul Paese.

"In un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica al settimanale cattolico Famiglia Cristiana, Sergio Mattarella, nell’80° anniversario della dichiarazione di guerra che ci portò nel secondo conflitto mondiale, ha sottolineato come “Ripercorrere quegli anni drammatici, divulgandone la memoria, significa non soltanto agire sul piano della conoscenza, ma anche contribuire a formare e diffondere una conoscenza di pace, che non è mera assenza di guerra, ma aspirazione piena alla giustizia e al rispetto, a ogni latitudine, dei diritti fondamentali della persona”.

Quindi RICORDARE, RICORDARE ed ancora RICORDARE.

E proprio accogliendo, con vero piacere, l’invito rivolto dal Presidente Mattarella, desidero tracciare una breve ricordo di quel nefasto anno.

Benito Mussolini decise di trascinare l’Italia nella Seconda Guerra Mondiale entrando in guerra il 10 giugno 1940. Questa scelta, dalle conseguenze tragiche per milioni di italiani, fu presa dopo molti tentennamenti, ripensamenti e riunioni con i suoi più stretti collaboratori.

Il Duce non era, infatti, convinto che l’esercito italiano potesse affrontare una tale prova, non solo per la sua organizzazione ma anche per la qualità e quantità dei suoi armamenti.

Malgrado un’apparente iniziale neutralità dell’Italia, dichiarata da Mussolini il 10 settembre 1939 durante un Consiglio dei Ministri, il Duce non voleva rimanere fuori dalla spartizione del bottino di guerra. Infatti, è poco realistico immaginare che Mussolini fosse preoccupato, come alcuni hanno sostenuto, che i tedeschi si risentissero per una sua eventuale neutralità, considerata l’ammirazione che Hitler aveva per il dittatore italiano e considerando che la Spagna rimase fuori dal conflitto senza incontrare problemi di sorta.

Inoltre lo Stato Maggiore tedesco non aveva alcuna stima del nostro esercito e riteneva in un certo senso una sfortuna che l’Italia entrasse in guerra. Gli stessi gerarchi e alcuni militari non avrebbero voluto vederci coinvolti in una guerra, e quando Mussolini dichiarò la neutralità dell’Italia tirarono un sospiro di sollievo. Ma durò poco, il Capo del governo italiano voleva affiancare la Germania nella vittoria e voleva ottenere vantaggi territoriali che solo una compromissione militare avrebbe potuto procurare, poco prima che cadesse la linea Maginot e Parigi capitolasse, fece consegnare la dichiarazione di guerra agli ambasciatori d’Inghilterra e di Francia. A questo punto Mussolini, prima di dichiarare ufficialmente le sue intenzioni, chiese un bilancio generale delle sue truppe.

L’esercito italiano era costituito da un milione e mezzo di uomini di cui 74 divisioni operative e la cui inefficienza era causata dalla qualità degli ufficiali e dall’equipaggiamento di cui disponevano.

Lo Stato Maggiore italiano era soprattutto preoccupato per la durata della guerra che, se si fosse protratta a lungo, avrebbe visto uno sfaldamento della nostra struttura militare. Ma i vertici militari ovviamente assicurarono il Duce sulla fattibilità di alcune operazioni militari sottolineando che avrebbero dovuto essere di breve periodo.

Ma poi…sappiamo tutti come è andata a concludersi quell’infausta impresa.

Le cifre fornite delle vittime della seconda guerra mondiale possono essere oggetto di dibattito ma sono comunque inequivocabili: 313.000 i militari morti e 130.000 le vittime civili. Barletta, così come nel primo conflitto, pagò il suo altissimo prezzo. I barlettani morti furono un totale 409 tra militari e civili sui vari fronti di guerra, ai quali vanno aggiunti i 44 concittadini che parteciparono alla lotta di liberazione.

Tra l’azione militare aerea e l’avanzamento delle truppe germaniche nell’occupazione della Città, si contarono un totale di circa 60 morti tra militari e civili (22), sino ad arrivare all’eccidio di Piazza Caduti del 12 settembre 1943 che costò la vita a 10 Vigili Urbani: De Re Pasquale di anni 45; Falconetti Antonio di anni 45; Forte Michele di anni 35; Gallo Luigi di anni 39; Gazia Francesco di anni 37; Guaglione Pasquale di anni 49; Monteverde Cosimo di anni 23; Paolillo Vincenzo di anni 33; Spera Michele di anni 45 e Torre Gioacchino di anni 22 (il più giovane) tutti Vigili Urbani e a due Netturbini: Cassatela Nicola di anni 32 e Iurilli Luigi di anni 36.

A rimarcare il contributo di sangue versato per la Patria dai Militari Barlettani, risplendono le sette Medaglie d’Oro al Valor Militare: il Sotto Tenente Michele Boccassini; il Capomanipolo Fernando Chieffi; il Tenente di Fanteria Renato Coletta; il Tenente Pilota Francesco Rizzitelli; il Maresciallo di Artiglieria Nicola Sernia; il Tenente Maggiore del Genio Ruggiero Stella e il Capitano dei Bersaglieri Ruggiero Vitrani.

Con le Medaglie d’Oro vanno doverosamente ricordate le 31 Medaglie d’Argento e le 49 Medaglie di Bronzo.

Praticamente, un’avventura (tragica) che doveva essere una pura formalità, si tramutò in una vera e propria carneficina che interessò intere popolazioni letteralmente cancellate dalla faccia della terra.

La conclusione più degna ed incisiva non può essere se non le parole di Paolo VI nella sua prima visita alle Nazioni Unite “Mai più la guerra!”.

Michele GRIMALDI
Responsabile Sezioni Archivio di Stato di Barletta e Trani

LE INIZIATIVE PER GLI ARCHIVI IN PUGLIA

Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia

Archivi e Biblioteche digitali: finanziamenti, casi di studio e valorizzazione 12 giugno 2020

Seminario a cura di SOS Archivi sulle forme di finanziamento europeo ed agevolazioni che riguardano la digitalizzazione di archivi e biblioteche.

Archivio di Stato di Bari

Mappa e Territorio: quale realtà per quale mappa della conoscenza. Spigolature archivistiche fra vecchi e nuovi assetti epistemologici in diretta sulla pagina Facebook SABPuglia alle 11.30.

Seminario a cura del Soprintendente ai beni archivistici e librari della Puglia, nel quadro del ciclo di lezioni della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato di Bari.







 

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