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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

01/10/2021.  BARLETTA - ERA IL 1871: UN SECOLO E MEZZO FA IL PRIMO PROGETTO PER LA FERROVIA BARLETTA-SPINAZZOLA. E CON LA RIAPERTURA DELLA CIRCOLAZIONE DOPO GLI ULTIMI LAVORI CI SONO TUTTE LE PROSPETTIVE IN CHIAVE DI TURISMO SLOW ECO-SOSTENIBILE .

Era il 1871: un secolo e mezzo fa il primo progetto per la ferrovia Barletta-Spinazzola. E con la riapertura della circolazione su quel binario unico, avvenuta a fine settembre dopo gli ultimi lavori, ci sono tutte le prospettive in chiave di turismo slow eco-sostenibile.

Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) ha completato il rinnovo degli ultimi 20 km di binario tra Canosa e Minervino, dopo aver rinnovato negli scorsi anni il tratto iniziale da Barletta a Canosa e quello finale tra Minervino e Spinazzola. I cantieri hanno visto impegnati quotidianamente circa 70 tecnici di Rete Ferroviaria Italiana e delle ditte appaltatrici. Tra gli interventi realizzati anche l’attivazione del sistema di sicurezza Controllo Marcia Treno (SCMT) sull’intera linea, l’automazione di 4 passaggi a livello tra Canosa e Spinazzola, la manutenzione di un ponte in pietra tra Minervino e Spinazzola e opere di protezione idrogeologica. L’investimento complessivo è stato di 25 milioni di euro.

PER VEDERE IL PRIMO PROGETTO riguardante la costruzione di una ferrovia da Barletta a Spinazzola occorre attendere il 1871, quando viene presentato un progetto a cura dell'Ing. Roberto Sangiovanni. Ma il tutto resta solo sulla carta. Dopo decenni di discussioni però, il 20/06/1888 viene finalmente stipulata una convenzione a favore della Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione delle linee ferroviarie Rocchetta S. Venere (attuale Rocchetta S. Antonio) - Gioia del Colle e Barletta - Spinazzola. Tale convenzione viene resa esecutiva con la Legge 5550 del 20 luglio 1888, con una spesa prevista di 7.994.460 lire dell'epoca. A soli due anni dal progetto del 1892, la ferrovia viene ultimata già nell’anno 1894: il 1° agosto 1895 viene inaugurata la linea Spinazzola - Barletta, e si viene così a realizzare il collegamento tra la ferrovia Foggia - Rocchetta - Gioia del Colle e Foggia - Barletta - Bari.

MA GIÀ IL REGNO DELLE DUE SICILIE, grazie alla meritoria lungimiranza di re Ferdinando di Borbone, fu il primo stato italiano a dotarsi di una linea ferroviaria. Le opere di realizzazione di nuove linee ferroviarie proseguirono anche dopo l'annessione dei territori nel neonato Regno d'Italia. Risale infatti al 1861 il primo progetto di dotare la città di Barletta di una linea ferroviaria. Tale progetto, presentato da E. Melisurgo, ipotizza la costruzione di una linea ferroviaria Napoli - Brindisi - Barletta. Il 21 marzo 1861, proprio nel giorno della proclamazione del Regno d’Italia, la Commissione sulle Ferrovie Napoletane, insediata dal Ministro dei Lavori Pubblici De Vincenzi, sancisce la necessità e l' importanza di realizzare una linea ferroviaria lungo la costa adriatica, dal tronto per S. Severo, Foggia, Spinazzola e Taranto, con proseguimento per Lecce ed Otranto. Sempre nello stesso anno viene redatta una convenzione fra il Ministro dei Lavori Pubblici (V. Peruzzi), il Ministro delle Finanze (P. Bastogi) ed il barone P. Talabit per la costruzione della ferrovia Ancona - Otranto. Nella convenzione era previsto che i lavori per la Foggia - Barletta dovessero terminare il 1° gennaio 1864, mentre quelli della tratta Barletta - Bari il 1° luglio dello stesso anno. Il 18 settembre 1862 intanto, si costituisce la Società per le Strade Ferrate Meridionali, che avrà il compito di gestire tutte le linee ferroviarie del meridione d'Italia.

LA LINEA SEGUE PER UN TRATTO QUELLA PER FOGGIA, poi diverge a sinistra tra viti, olivi e mandorli presso la zona archeologica di Canne della Battaglia. Percorre poi il terrazzo sulla destra dell’Ofanto tra colline a olivi e il fondovalle coltivato, dopo aver aggirato ad ovest le rovine del castello di Canosa la linea attraversa la Statale Canosa - Cerignola e dopo aver superato la stazione di Canosa di Puglia la linea continua con frequenti trincee serpeggiando in lenta salita tra le ondulazioni a vigneti e oliveti delle Murgette di Canosa. Abbandona poi la valle dell’Ofanto seguendo la direzione di quella del Locone e continua a salire avendo sulla sinistra il profilo delle Murge. Infine sale in curva, dirigendosi verso Ovest e dopo alcune brevi gallerie arriva alla stazione di Spinazzola.

I primi anni di vita della ferrovia trascorrono tranquilli,e il 30 giugno 1906, passa sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato. Nel 1914 viene aperta una breve diramazione da Barletta Stazione a Barletta Scalo Piroscafi di Km 2+400. Negli anni '30 entrano in servizio le prime "littorine" sulla linea, mentre il 15 settembre 1938, allo scopo di collegare meglio il centro abitato di Spinazzola con la stazione ferroviaria, viene realizzata una breve linea ferroviaria di circa 2 Km, che, dal piazzale esterno della stazione di Spinazzola (in prossimità del vecchio dormitorio ferroviario) segue la strada statale fino ad attestarsi nella stazione terminale di Spinazzola Città (in realtà un semplice tronchino), alle porte del paese. Per le sue caratteristiche la linea venne sin da subito esercitata "a spola" con una sola automotrice.

SONO GLI ULTIMI ANNI DI TRANQUILLITÀ PER LA LINEA, che di lì a poco verrà duramente investita dalla bufera della seconda guerra mondiale. I danni per fortuna non sono ingenti, e già il 17 luglio 1944 la linea è di nuovo percorribile. Gli anni '50, il nascente boom economico ed automobilistico, le prime emigrazione iniziano seriamente ad insidiare la ferrovia, che però, nel 1954, torna sotto i riflettori. Il 29 agosto 1954 la Direzione Compartimentale di Bari delle Ferrovie dello Stato trasforma il semplice casello, originariamente denominato “Canne Scavi”, (a servizio dell'omonima e famosa area archeologica) a vera e propria fermata munita dei necessari comfort che fu ribattezzata, in una festosa giornata con l’altisonante nome di “Canne della Battaglia”. Fu un vero e proprio investimento nei beni culturali intesi come risorsa del territorio, visto che nello stesso giorno, ad opera del primo “Comitato Pro Canne” presieduto dal Gen. di squadra Aerea Domenico Ludovico ed alla presenza dello scopritore dei Sepolcreti, l’eminente archeologo barese Prof. Michele Gervasio, le stesse autorità passarono ad inaugurare l’allestimento fotografico dei reperti archeologici nel vicino Museo, oggi ridenominato Antiquarium. Oggi quella stazioncina, passata indenne attraverso le spoliazioni dell’abbandono di questi ultimi cinquant’anni (a pochi chilometri, la stazione di Casalonga verso Canosa, è praticamente un rudere e non vi fermano più treni), grazie alla meritoria opera dell’ultimo casellante Domenico Lomuscio, il ferroviere andriese oggi ultrasettantacinquenne testimone oculare anche degli scavi Gervasio, è diventata un nuovo punto di riferimento per la mobilità sostenibile, per il turismo culturale ed il turismo scolastico.Infatti, il “Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV”, quale organizzazione di volontariato operante nel Terzo Settore per scopi di utilità sociale, conduce tutti gli spazi coperti e pertinenziali esterni in comodato dal 2002 quale base logistica e punto assistenza-accoglienza turistica.

Nino Vinella, giornalista
Barletta, 1° ottobre 2021
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