Oltre agli ampi servizi pubblicati in vari periodi da "Pro Canne News", siamo lieti di ospitare per ampi stralci il dossier "Speciale Canne" pubblicato nel numero di settembre 2006 del periodico di Barletta "Il Fieramosca" che ringraziamo per la disponibilità offerta.
Circa la lettera aperta dei dipendenti Novamusa, richiamiamo l'intervento del Comitato pubblicato da La Gazzetta del Mezzogiorno in data 18.3.2004 riportato dal sito web "Patrimonio.sos in difesa dei beni culturali ed ambientali" a testimonianza della mobilitazione di solidarietà per la difesa dei posti di lavoro.
In difficoltà i dipendenti della ditta «Novamusa» che gestisce il sito archeologico
La Gazzetta del Mezzogiorno 18-MAR-2004
Da tre mesi non ricevono lo stipendio a Canne esplode la rabbia dei lavoratori
L'Antiquarium di Canne della Battaglia
Da tre mesi senza stipendio, ma in prima linea per gestire ben sette siti e musei della Puglia. E' la situazione dei dipendenti della Novamusa, società che ha in gestione, tra gli altri, anche il sito archeologico di Canne della Battaglia. I dipendenti hanno indetto per oggi alle 16.30, nella saletta delle biblioteca comunale di Manfredonia, una conferenza stampa per «denunciare la situazione di grave disagio vissuta dai dipendenti della società che oltre a non ricevere lo stipendio rischiano addirittura il posto di lavoro».
n perché è subito detto: Novamusa, una tra le società che hanno vinto le gare d'appalto per la gestione dei siti museali, si trova a dover combattere con una congiuntura economica che si traduce, in primo luogo, in una minore affluenza dei visitatori e, quindi, in minori incassi. La situazione è resa ancor più grave dal fatto che gli o-neri di concessione ministeriali sarebbero troppo elevati, costringendo la società, o-gni cinque giorni, a versare all'erario l'85 per cento degli introiti di biglietteria. Introiti così risicati dal convincere la società a non rinnovare il contratto ormai in scadenza con il Ministero dei beni culturali, «e tutto va a danno -dicono i dipendenti di Novamusa - dei dipendenti. Proprio per questo abbiamo proclamato l'inizio dell'agitazione sindacale per tutelare il nostro posto di lavoro e per ottenere il pagamento degli stipendi arretrati».
A supporto dell'agitazione dei dipendenti è giunto anche il Comitato Pro Canne della battaglia. «Esprimiamo - afferma il presidente Nino Vinella - piena solidarietà ai dipendenti di Novamusa Puglia in questo difficile momento che deve vedere allineati su di un unico fronte tutte le risorse attive del nostro territorio a difesa non solo dei posti di lavoro minacciati quanto della reale fruizione dei beni culturali intesi come ricchezza per la popolazione. Anche nella sua qualità di soggetto promotore attivo del Patto territoriale ed a termini del proprio vigente statuto, il Comitato informa l'opinione pubblica che si attiverà presso ogni sede ufficiale competente per avviare a soluzione positivamente la vertenza ed assicurare un futuro di qualità e di sicurezza a tutti gli operatori del settore beni ed attività culturali in un'ottica di effettiva valorizzazione».
Clicca qui per visionare il documento IL PARCO ARCHEOLOGICO AMBIENTALE DI CANNE DELLA BATTAGLIA
Il programma di valorizzazione dei beni archeologici, storici ed ambientali di Canne della Battaglia, promosso e perseguito dal Comune di Barletta, d’intesa con la Soprintendenza Archeologica della Puglia è finalizzato alla valorizzazione di uno dei Parchi archeologici più importanti della Puglia.
Tale programma punta alla migliore comprensione e fruizione di un vasto ed articolato “Parco archeologico ed ambientale” che comprende gli estesi insediamenti della imponente cittadella medievale, quelli dell’abitato apulo del VI-IV sec. a.C., i sepolcreti già ritenuti “annibalici”, gli impianti romani di S. Mercurio e gli innumerevoli “segni” di civiltà e culture lasciati sul territorio, inseriti in un contesto ambientale e in un paesaggio rurale rimasto pressoché inalterato nella sua morfologia, nelle antiche masserie e “poste” di transumanza e caratterizzato dalla significativa presenza dell’Ofanto, autentica via di civiltà in una pianura abitata fin da tempi remoti (V millennio a.C.).
Gli elementi sono sufficienti a qualificare un contesto storico-archeologico di straordinario valore che ha bisogno di essere sostenuto da un adeguato sistema di fruizione e tutela.
L’intervento, inoltre, si inquadra in un ambito territoriale più ampio ai fini della promozione sociale e culturale del vasto comprensorio che vede insediate lungo le sponde dell’Ofanto le città di Canosa, Cerignola, Barletta, Margherita di Savoia e le grandi aree archeologiche della stessa Canosa, Canne, Salapia, Herdonia.
Dal sistema di valorizzazione globale del comprensorio ofantino non esula certamente il fatto d’arme per il quale Canne va famosa nel mondo, la battaglia gigantesca fra i Cartaginesi di Annibale e i Romani di Varrone il 2 agosto del 216 a.C., il cui “teatro” è d’altronde quasi inalterato nei suoi elementi essenziali: fiume, piana dello scontro e colline.
Il sito archeologico di Canne della Battaglia è stato inserito nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro, tra Regione e Stato, in tema di risorse culturali, all’interno del “sistema delle aree archeologiche regionali” con un finanziamento di 1.000.000 di Euro assegnato dalla Regione Puglia al Comune di Barletta, grazie, anche ad una apposita convenzione stipulata con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia, con l’obiettivo di avviare un insieme articolato ed integrato di opere, capaci di recuperare e valorizzare le aree ed i Beni più importanti dell’intero complesso archeologico e garantirne una migliore fruizione pubblica secondo un itinerario turistico culturale completo ed esaustivo per il visitatore.
Gli interventi previsti in progetto, di concerto con il Comune di Barletta e la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia, riguardano:
- la individuazione di un sistema complessivo di fruizione e gestione del vasto comprensorio archeologico-ambientale con il miglioramento dell’accessibilità e delle infrastrutture di accoglienza e di visita.
Si prevede di individuare una maggiore e più razionale distribuzione del traffico di accesso a Canne della Battaglia dalla Strada Provinciale Salinelle n. 3 e dalla n. 142, con adeguata segnaletica informativa e di sicurezza.
Si individueranno le reti di percorsi e sentieri di fruizione del Parco per costituire un itinerario di visita complessivo rendendo agibile quello di collegamento tra la stazioncina ferroviaria, l’area delle terme romane e la fontanella di San Ruggero. Tale percorso potrà, in futuro, collegarsi con la Masseria di Canne, l’area dei Sepolcreti paleocristiani e, quindi, ridiscendere verso la Cittadella.
Vengono individuati quali centri visita e punti di accoglienza e informativi l’Antiquarium già attrezzato a Museo Espositivo e la stazioncina ferroviaria gestita dal Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia.
- La definizione di un sistema di percorsi attrezzati in rapporto alla disponibilità di suoli, di proprietà pubblica o da acquisire, e di sicurezza rispetto al traffico veicolare della strada provinciale n. 142 che attraversa il Parco Archeologico.
Si prevede la sistemazione ed attrezzamento di due percorsi di accesso per consentire la percorribilità e la fruizione in condizioni di sicurezza e di migliore accoglienza, a servizio della Cittadella e del suo Antiquarium e dell’area delle Terme Romane.
Sarà recuperata l’area a parcheggio esistente ai piedi della Collina della Cittadella, con opere di sistemazione e recupero paesaggistico, con la realizzazione di una passerella di collegamento e accesso all’Antiquarium, in struttura metallica e tavolato ligneo, provvista di zone ombreggiate, di panche e pannelli informativi.
In prossimità dell’Antiquarium si realizzerà uno slargo pedonale, a servizio dei gruppi di visitatori, sistemato con l’ingresso agli spazi di accoglienza e museali e con rampe di collegamento al percorso di visita della Cittadella.
- L’ampliamento dell’Antiquarium per la creazione di adeguati spazi di accoglienza e servizi ai visitatori, la migliore dotazione di ambienti per deposito, laboratori, catalogazione e restauro, sistemando le aree esterne circostanti.
Si prevede la sistemazione e revisione dei manufatti esistenti a ridosso dell’Antiquarium, sul lato occidentale, per riorganizzare e ampliare le funzioni di servizio e accoglienza dei visitatori e collegarli agli spazi sovrastanti destinati a Museo e Uffici.
Si provvederà, pertanto, ad un ampliamento dell’edificio esistente organizzato su due livelli, secondo il salto di quota esistente realizzando il nuovo ingresso all’Antiquarium e destinando quello attuale a funzioni di servizio e per il personale addetto.
Si terrà in dovuta considerazione la necessità di ampliamento degli spazi di deposito con la previsione di laboratori di lavoro, per studi, catalogazione e restauro, appositamente richiesti dalla Soprintendenza.
Gli interventi e le opere previste sono così articolati:
- ristrutturazione dei locali a piano ribassato con la demolizione del vano biglietteria e dei locali bagni, conservando le murature controterra perimetrali;
- realizzazione di un nuovo volume in ampliamento all’edificio esistente, destinato a piano ribassato, a ingresso, attesa, accoglienza, nucleo di servizi igienici e spazio espositivo e a piano terra a biglietteria, book-shop e bar-caffetteria;
- previsione di un nucleo di collegamento verticale con scala e ascensore, di accesso sia all’Antiquarium che ai percorsi di visita alla Cittadella ed alla nuova terrazza panoramica;
- spazio di collegamento tra l’edificio servizi e l’Antiquarium, con la previsione di una nuova sala regia e vigilanza;
- ampliamento del sistema impiantistico esistente comprendente impianti elettrici, messa a terra, forza motrice ed illuminazione, sicurezza e audiovisivi, impianto idrico-fognante, di condizionamento e climatizzazione.
- realizzazione di un nuovo volume in ampliamento all’edificio esistente, destinato, a piano ribassato, ad ampliamento dei depositi e, al piano terra, a laboratorio;
- previsione di un nucleo di collegamento verticale, con scala e ascensore, in comunicazione con lo spazio esterno di servizio e con gli uffici della direzione;
- previsione di uno spazio aperto, a quota piano interrato, di accesso ai locali tecnici esistenti.
- La prosecuzione della campagna di scavi e indagini effettuate da parte della Soprintendenza, nell’area tra la Ferrovia e la Collina di San Mercurio, con importanti ritrovamenti di edifici romani, e successiva protezione e percorso di visita.
A tale scopo si è proceduto all’acquisizione, da parte del Comune di Barletta e con fondi comunali, a cofinanziamento, del suolo interessato dai ritrovamenti di strutture ed edifici di epoca romana, ai piedi della collina di San Mercurio, per consentire la realizzazione di una esaustiva campagna di scavi archeologici ed il recupero, restauro e sistemazione dei reperti messi in luce da realizzare con finanziamenti aggiuntivi, prevedendo, inoltre, idonee strutture di protezione e salvaguardia, con percorsi di accesso e di visita supportati da segnaletica informativa.
Tali interventi sono stati ammessi a finanziamento dalla Regione Puglia, per un importo di Euro 320.000,00, nell’ambito del P.I.S. Normanno Svevo Angioino.
Arch. Stefano Serpenti (settembre 2006)
Co-progettista CANNE: DALLA “TOMBA DI PAOLO EMILIO” AL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DELLE EVIDENZE ROMANE SULLA COLLINA DI S. MERCURIOIntroduzione al saggio della dott.ssa Marisa Corrente, direttrice dell’Antiquarium cannese, sul programma di valorizzazione dei beni archeologici, storici e ambientali di Canne
I beni culturali presenti nel territorio di Canne della Battaglia costituiscono indubbiamente una delle più importanti realtà archeologiche del territorio pugliese. Nei confronti degli stessi c’è sempre stata un’attenzione notevole da parte delle istituzioni preposte alla tutela e valorizzazione, sia per l’entità dei valori ivi custoditi, sia per la capacità attrattiva delle presenze nel panorama nazionale.
La composizione tipologica dei beni culturali del territorio cannense lungo il basso Ofanto è estremamente varia. Oltre ai beni più propriamente naturalistici, con una buona conservazione dell’habitat geografico-pa-e-saggistico proprio del bacino ofantino, si può parlare di evidenti espressioni della cultura archeologica, un insieme articolato di edifici, aree archeologiche, strutture di varia tipologia commisurate alla ricchezza storica del sito.
Il processo di intervento/sostegno da parte dei vari attori istituzionali, il Ministero per i beni e le attività culturali e gli enti locali di riferimento in primis, risulta, grazie alla politica accorta dell’ultimo ventennio, propositivo e risolutivo ai fini dell’incremento delle iniziative che migliorano lo standard di qualità dell’area archeologica.
Ciò risulta evidente se si considera come sia stato attrezzato e allestito in breve il percorso Antiquarium-Parco archeologico chiuso per oltre un ventennio e riaperto al pubblico nel 1996 nonché come siano stati sollecitati i finanziamenti, poi attuati come progetti mirati all’interno del Parco, legati alle disponibilità delle risorse comunitarie.
Rispetto ai parametri di un tempo, l’organizzazione delle funzioni museali e dei servizi del Parco archeologico prende atto del grande pregio dell’area archeologica, delle sue presenze e della dinamica di espansione della ricerca. Ricerca scientifica che ferma per oltre mezzo secolo ai luoghi indagati nelle campagne degli anni Trenta e Sessanta dello scorso secolo, ha acquisito una dimensione spaziale più ampia, superando la “resistenza” di risorse economiche esigue.
Le esigenze di studio scientifico e di conoscenza delle dinamiche di trasformazione del paesaggio antico derivano dalla modestia di informazioni sulle componenti storiche di formazione della realtà cannense, influenzata da una notevole stasi nel campo delle indagini di scavo e di ricognizione del territorio.
Canne indubbiamente costituisce un luogo privilegiato ai fini del percorso di ricerca archeologica.
Vi convergono infatti non solo i numerosi aspetti dei siti pluristratificati ma anche i dati peculiari legati alla comprensione del territorio nella fase postannibalica.
Si tratta ancora oggi di superare le contraddizioni proprie dei luoghi dove le grandi catastrofi belliche hanno comportato analisi interpretative ormai superate sull’annullamento di forme economiche, sviluppi sociali e organizzazione degli abitati.
In questo senso è d’obbligo il superamento della strategia di ricerca degli anni Trenta del secolo passato, legato alla promozione dei luoghi legati alla storica battaglia del 216 a.C., che vide sulla pianura ofantina e sulle colline cannensi l’epico scontro tra le legioni guidate dai consoli Terenzio Varrone e Paolo Emilio e l’esercito cartaginese. All’interesse precipuo della ricerca di allora di puntigliosa ricostruzione degli scenari e delle modalità della battaglia del 216 a.C. si è sostituita l’esigenza di definire gli sviluppi formativi dell’insediamento di età romana.
La potenzialità della ricerca è nello scavo e nella possibilità di comprensione di una storia romana del territorio quasi inesistente, se paragonata alla ricchezza del contesto medievale.
I percorsi di visita attualmente sono progettati lungo le strade della civitas medievale, si incamminano sui battuti dei villaggi indigeni, ma per il pubblico che vuole conoscere la Canne romana non esistono obiettivi di percorso significativi e leggibili.
Il progetto in esame vuole colmare questa grande lacuna e ridare visibilità a Cannae romana, con le sue evidenze, la sua rilevanza, la storia di un vicus a cui gli studiosi non riconoscono l’autonomia amministrativa propria dei municipi.
Dott.ssa Marisa Corrente (settembre 2006)
Direttrice del Museo AntiquariumLettera aperta al Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, dei tre collaboratori della società concessionaria per la gestione dei servizi aggiuntivi museali. Il problema non è di scarso rilievo, ai fini del mantenimento di una dinamica ed efficiente attività dell’Antiquarium presso il sito cannese. Come può facilmente rilevarsi dalla lettura dell’istanza, i tre operatori turistici, in servizio presso l’Antiquarium da cinque anni, laboriosi ed esperti, forniscono un apprezzato ed intelligente servizio a beneficio dei turisti, per cui riteniamo doveroso, da parte delle autorità comunali, non abbandonarli, ma aiutarli a mantenere il loro posto di lavoro. Certo il sindaco, lui direttamente, non avrà il tempo di occuparsene personalmente, ma siamo certi che se affiderà l’approfondimento del problema agli uffici competenti, qualcosa di buono potrà vernirne fuori. Risolvere questo problema non è solo nell’interesse dei tre pur meritevoli operatori, ma soprattutto nell’interesse del mantenimento della nostra postazione storico-archeologica di maggior prestigio.
LETTERA APERTA AL SINDACO NICOLA MAFFEI
POSTI A RISCHIO PER I TRE DIPENDENTI “NOVAMUSA” PRESSO L’ANTIQUARIUM DI CANNEEgregio Sig. Sindaco Ing. Maffei,
Noi, dipendenti Novamusa Puglia presso l’Antiquarium di Canne della Battaglia dal 2001, desideriamo sottoporre alla Sua attenzione il difficile problema del mantenimento del nostro posto di lavoro. Siamo regolarmente assunti, con contratto a tempo indeterminato, da Novamusa S.r.l. con sede in Messina, società concessionaria della Soprintendenza per la gestione dei servizi aggiuntivi museali. L’assunzione è sopraggiunta dopo il superamento di un concorso per titoli e prove selettive, organizzato dalla società concessionaria presso la sede della Soprintendenza, nell’ambito della Legge Ronchey sulla gestione dei servizi aggiuntivi dei Beni Culturali.
La nostra qualifica è di impiegati di IV livello nel settore del terziario e servizi con mansione di addetti alla biglietteria e di addetti all’accoglienza e ospitalità dei visitatori (pur svolgendo mansioni più complesse). Infatti, le fondamentali competenze richieste al momento della selezione erano inerenti il campo archeologico e turistico. Competenze che, a detta della Società, sarebbero state fondamentali alla gestione del singolo sito in cui un largo margine d’azione sarebbe stato concesso alle iniziative dei singoli dipendenti.
La nostra preparazione culturale sarebbe stata indispensabile al “successo” del relativo P.A.V. e del sito di appartenenza. Pertanto non ci siamo limitati ad emettere biglietti, ma abbiamo assolto i più svariati compiti, che hanno portato a risultati non quantificabili nell’immediato in termini economici ma che, da subito, hanno arricchito l’immagine e la visibilità dei siti in cui siamo presenti. Abbiamo pertanto svolto anche le seguenti mansioni ed attività:
collaborazione con il personale di custodia per meglio rispondere alle esigenze dei visitatori;
reperimento di informazioni sulle strutture ricettive e sulle attrattività culturali del territorio, interagendo con Museo, Parchi Naturali, Uffici di Informazione Turistica e Aziende di Promozione turistica;
compiuto ricerche bibliografiche al fine di integrare i testi in vendita;
avviato dal nulla un servizio di didattica creando un progetto di percorsi tematici e lezioni teoriche.
Tutto questo il più delle volte al di fuori del nostro orario di lavoro e, comunque, senza compenso alcuno. Tutto ciò lo abbiamo fatto con grande entusiasmo e, soprattutto, con l’amore verso il nostro territorio che ci ha spinto a fornire, con il nostro quotidiano lavoro, un servizio utile e un “piccolo” contributo alla valorizzazione del patrimonio archeologico e museale della nostra Puglia, consentendo di rendere produttive realtà che storicamente hanno rappresentato sempre e solo costi per la collettività.
Ebbene questo “patrimonio” di risorse umane, di contatti, di servizi utili agli stessi siti stanno per essere interrotti, cadendo nel silenzio voluto dal disinteresse nei confronti di noi dipendenti.
Ci dobbiamo scontrare quotidianamente con l’indifferenza del Ministero, delle Soprintendenze e dei Comuni limitrofi. Ci chiediamo, pertanto, se intenzione delle Pubbliche Istituzioni sia stata applicare la legge Ronchey, lasciando però alle società concessionarie la “libertà” di non attenersi alle leggi che vincolano e tutelano i rapporti di lavoro.
A Canne della Battaglia, dov’è vigente il Protocollo d’intesa stipulato a febbraio del 1999 fra Comune di Barletta e Ministero Beni ed Attività Culturali, firmatari il Sindaco dott. Francesco Salerno ed il Soprintendente archeologo dott. Giuseppe Andreassi, dovrebbe essere l’Amministrazione Comunale di Barletta a far valere i suoi prioritari interessi nella gestione, proprio perché lo prevedeva fin dal 1999 un apposito articolo del Protocollo d’intesa.
In generale, dagli incontri tra lavoratori, sindacato e dirigenti Novamusa è emerso che il mancato decollo economico dell’attività della azienda non ha permesso una gestione regolare dei siti (ad iniziare dal pagamento degli stipendi del personale), il tutto aggravato dal fatto che i concessionari usufruivano fino a poco tempo fa solo del 14% degli introiti di biglietteria anche per i siti con meno di 100.000 visitatori. Inoltre i concessionari sono gravati da un oneroso sistema di versamenti (dell’86% degli introiti) e rendicontazioni periodici da effettuarsi ogni cinque giorni, qualunque sia il valore dell’incasso (comportando assurdi versamenti di importi inferiori alla tassa postale stessa).
Noi lavoratori, d’altro canto, rischiamo di veder vanificati 5 anni di lavoro e di sacrifici senza che sia tutelato e garantito il nostro diritto alla continuità lavorativa all’interno della nuova regolamentazione che l’Ufficio Legislativo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali si appresta a predisporre per l’affidamento dei servizi aggiuntivi all’interno dei musei (biglietterie, prenotazioni visite guidate, vendita di editoria e merchandising specializzati, caffetterie, punti di ristoro, informazioni al turista). In particolare per Canne della Battaglia, sarà il Comune di Barletta a tutelare i posti di lavoro nel proprio territorio comunale, visto che ha bandito la gara per il progetto da 1 milione di euro destinato a migliorare i servizi di accoglienza?
Riteniamo essenziale il riferimento all’art. 2112 c.c., il cui contenuto prescrittivo dovrebbe trovare attuazione concreta nella disciplina del nuovo bando. “Ai fini e per gli effetti di cui al presente articolo si intende per trasferimento d’azienda qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarità di un’attività economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identità, a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base dei quali il trasferimento è attuato, ivi compreso l’usufrutto o l’affitto di azienda. Le disposizioni del presente articolo si applicano altresì al trasferimento di parte dell’azienda, intesa come articolazione funzionalmente autonoma di un’attività economica organizzata, identificata come tale dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento”.
Nel dispositivo della sentenza n. 15295 del 4/12/2001, la Corte di Cassazione ha rilevato, nell’ambito delle società concessionarie per conto di enti pubblici, “la volontà del legislatore rivolta ad evitare drammatiche censure nel passaggio di consegne tra vecchi e nuovi concessionari, e ciò non solo per esigenze di continuità della gestione, ma anche per tutelare i diritti del personale dipendente, e soprattutto per non disperdere il patrimonio di competenze specifiche maturate nel settore, la cui conservazione è interesse non solo dei nuovi concessionari, ma anche dello Stato che della volontà si giova.”
Chiediamo, pertanto, la salvaguardia del posto di lavoro sulla base di un contratto a tempo indeterminato e della convenzione stipulata tra Novamusa S.r.l. e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per la gestione dei servizi aggiuntivi per la durata di anni 4 rinnovabili. Ringraziandola per il prezioso tempo che vorrà dedicare al nostro caso, l’occasione ci è grata per porgerle Distinti Saluti
Canne della Battaglia, estate 2006
Luigi Di Gioia,
Davide Lamacchia,
Anna Metta
(settembre 2006)
da "SPECIALE CANNE "
Fonte: Il Fieramosca settembre 2006