Molte novità nella campagna di scavi ancora in corso nella zona della strada Regionale
Scoperte sei disposizioni funerarie e l’area di un’antica officina metallurgica Una vera e propria necropoli dauna, comprendente sei disposizioni funerarie, peraltro
ritrovate in buono stato di conservazione e un’area più legata alla civitas, forse un’antica "officina metallurgica" per l’estrazione e la lavorazione del metallo, entrambi risalenti al IV sec. a. C. o - secondo altre ipotesi - ad epoca precedente. E’ tuttora in corso la nuova campagna di scavi vicino Minervino, lungo la direttrice della strada regionale R6 (in contrada
Torlazzo) sotto la direzione della dottoressa Marisa Corrente, ispettrice di zona della Soprintendenza archeologica per la Puglia, ma sin da ora, ciò che è stato riportato alla
luce si può definire "di grande interesse storico ed archeologico".
Questa volta la terra ha restituito sei tombe di epoca dauna, collegate da tre dromos lunghi ed
ampi (per dromos si intendono i corridoi e le scale di accesso alle sepolture sotterranee). Si tratta di sepolture semplici, coperte da lastroni calcarei o posizionate in casse tufacee, probabilmente appartenenti a famiglie non agiate. I corredi funebri ritrovati (vasi e
olle di varia grandezza, oggetti in ferro, metalli e anche un cinturone) indicano, senza ombra, di dubbio l’appartenenza a famiglie daune non di ceto elevato.
"In parte - Marisa Corrente, ciò che è emerso con la nuova campagna di scavi è la conferma di quello che si sapeva già sulle origini di Minervino, sui contatti e gli scambi commerciali tra questo territorio e il Vulture-melfese, sulle caratteristiche della civiltà dauna, dedita alla lavorazione dei metalli e al commercio con la vicina Canusium.
Il dato nuovo, su cui si sta .lavorando e si proseguirà in tale direzione, è quello delle tracce di
epoca preistorica". Ancora più interessante è l’area non funeraria, dove si sono concentrati
gli scavi da parte del team degli archeologi. In questo caso si sta profilando un’ipotesi affascinante, che si tratti di una vera e propria "officina metallurgica", un’area prettamente "lavorativa", dove i nostri antenati dauni si dedicavano probabilmente alla lavorazione
del metallo, di cui il territorio era particolarmente ricco. E’ sempre nel IV sec. è attestata la
tipologia della tomba, cosiddetta "a grotticella" scavata direttamente nel terreno e accessibile mediante un dromos a gradini. I reperti sono già stati trasportati altrove, mentre l’ennesima campagna di scavi in questo territorio (sono quindici anni che la Soprintendenza conduce
qui interessanti campagne di scavi) proseguirà nei prossimi mesi toccando probabilmente altre zone. Così come proseguiranno le analisi accurate delle tracce e dei frammenti di storia e passato che man mano emergono, tracce che avvalorano il fatto che l’insediamento abitativo di Minervino, in epoca arcaica, rientrava nell’area del melfese e che questa terra "di confine" fosse uno degli insediamenti più vitali dell’antica civiltà dauna.
Rosalba Matarrese
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 16.09.2006
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