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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

15/11/2004.  IL TRICOLORE INVISIBILE.

TRICOLORE AL CASTELLO E STATUE NEI GIARDINI DI VIALE GIANNONE, MA DOVE SIETE?

Il tricolore d’Italia e tutte quelle statue di personaggi che a quel tricolore hanno creduto facendo la storia del nostro Paese. Entrambi, l’oggetto ed i soggetti, fanno notizia in questi giorni. Ma per entrambi, a Barletta, incombe il serio pericolo di essere diventati pressoché “invisibili” agli occhi della gente. Tutta colpa dei… lavori in corso di qualche progetto non adeguatamente valutato, o magari nemmeno avviato.
Cominciamo dal tricolore commemorativo del IX reggimento dei volontari garibaldini reclutati nel 1866, ripreso nella fotografia che corredava l’articolo di Marina Ruggiero di giovedì 4 novembre e che forse rimarrà l’unica (ed ultima) immagine della sua esistenza in vita. A tutt’oggi, infatti, nutriamo molti dubbi sul fatto che quella bandiera esista ancora: li nutriamo personalmente noi, ovvero chi scrive e Aldo Bernardini, attuale presidente dell’Associazione combattenti e reduci, il quale fin dallo scorso mese di settembre aveva scritto al Sindaco lamentando il cattivo stato di salute di quel tricolore in particolare.
La foto pubblicata dalla Gazzetta risale a circa vent’anni fa, quando la bandiera dei garibaldini era custodita sotto vetro in una speciale teca del Museo civico ubicato a Palazzo San Domenico, corso Cavour. Già da quando tutto il museo venne trasferito al Castello, la bandiera subì vari acciacchi, dal degrado climatico (era in seta ma la seta si era trasformata quasi in una sottile pellicola di carta) a quello logistico (venne depositata nei sotterranei, all’umido…) con tutte le conseguenze possibili ed immaginabili. Poi, l’oblìo definitivo nella vana attesa di una risistemazione museale tutta ancora da progettare e da realizzare, per la Collezione Cafiero e quant’altro.
Finiamo con quelle statue dei personaggi storici che alla bandiera ed all’italianità si sono ispirati in vita, morendo esuli o cadendo sul campo da eroi. Lo stesso Giuseppe Garibaldi. La prima medaglia d’oro della Grande Guerra alias il bersagliere Giuseppe Carli. L’altro decorato al valor militare Nicola Sernia. Come anche il grande Giuseppe De Nittis. Tutti “grandi”, le cui sembianze a mezzo busto sono state finora ospitate nei giardini di Viale Giannone, da dove riceveranno sicuramente il foglio di via obbligatorio verso qualche oscuro deposito. Le statue verranno smontate pezzo e pezzo fino al loro basamento.Paradossalmente, per i pensionati il Comune ha anche pensato al trasporto gratuito nella Villa Bonelli a godersi ancora il fresco e il verde: ma per loro?
Morale. Il risultato non cambia, né per il tricolore né per le statue dei grandi: entrambi risultano invisibili alla cronaca e nella storia. Che qualcuno ci dia almeno qualche assicurazione sulla loro ricomparsa, quando e dove i “guru” dei nostri beni culturali e dell’ambiente ce lo vorranno far sapere. Grazie!

NINO VINELLA
Presidente Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia – Barletta






 

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