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27/11/2006.  AMBIENTE - L'oro bianco e le cave in Italia: l'éscamotage dei "laghetti".

Comunicato stampa


L'oro bianco e le cave in Italia: l'éscamotage dei "laghetti"
L'inchiesta di Altreconomia di novembre, a firma del direttore Miriam Giovanzana

Le attività estrattive, miniere e cave, sono in Italia una delle cause di maggiore degrado ambientale. Ma cosa si fa se il territorio comunale destinato all'escavazione è esaurito e, per legge, non si può più scavare? Case, strade, grandi infrastrutture hanno comunque "fame" di ghiaia e sabbia. In Veneto, ma forse non solo lì, una risposta l¹hanno trovata: se non si possono aprire nuove cave, si può provare a presentare un piano per il ripristino ambientale di una zona degradata che preveda la realizzazione di un paio di "laghi artificiali". Il gioco è fatto: basta non parlare di "cava" ma di un semplice "movimento terra".

Ci hanno provato per esempio a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso. Il Tribunale amministrativo regionale gli ha dato torto, ma adesso il Comune fa ricorso. Il gioco vale qualcosa come 17 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia e 220 milioni di euro.
Così si scavano laghi artificiali o piscine ma in realtà si mira all¹oro bianco: cioè a quel letto di sabbia e ghiaia che rappresenta la ricchezza e la maledizione di questo territorio. Come a Paese, sempre in provincia di Treviso: visto dall'alto, Paese è pieno di laghetti.
Potrebbe sembrare quel che si dice "un ridente luogo" di campagna. In realtà i laghetti sono tutti ex cave di sabbia e ghiaia riempite dopo l¹escavazione. Le cifre ufficiali dicono che Paese ha il 5 per cento del territorio agricolo trasformato in cava. Il primo cittadino e i comitati civici parlano di quasi il 10 per cento di territorio, se si tiene conto delle strade di cava e delle aree di pertinenza delle fasce di rispetto.
Ben oltre il limite del 3 per cento del territorio agricolo comunale previsto dalla normativa regionale (la n. 44 del 1982). La lobby dei cavatori preme per far saltare questi limiti e gli ultimi pronunciamenti dell¹assessore regionale competente, Renato Chisso, vanno in questa direzione.
Il pericolo investe l'Italia intera.
Quella di Nervesa, allora, diventa una battaglia contro il degrado ambientale che riguarda tutti. In Veneto dal 1982 sono state autorizzate escavazioni di sabbia e ghiaia per 302 milioni di metri cubi. Comitati anti-cave sono sorti ovunque. Sullo sfondo i progetti dell¹Alta velocità Milano-Venezia e l¹autostrada pedemontana. Nessuno pensa al riciclaggio, eppure il volume degli inerti coprirebbe il 70-80% della domanda.

Dal Veneto alla Cina: a Pechino e dintorni, Altreconomia ha visitato il retrobottega del miracolo economico cinese. I nuovi paria sono i camerieri che si alzano stanchi, dopo aver dormito su materassi stesi nella cucina del loro ristorante. Sono mingong, contadini inurbati alla ricerca di migliori condizioni di vita. I mingong non hanno diritto a risiedere in città, né accesso a nessuna protezione sociale: sono l¹atra faccia di una società che conosce uno sviluppo economico forsennato, a costo dell¹ambiente. Chiedete agli abitanti di Taiyuan, capoluogo dello Shanxi, qual è l¹odore del miracolo economico cinese. C¹è carbone in cielo, e lo respiri ovunque.

C'è modo e modo per passare da poveri a ex. Intervistato da Altreconomia, Muhammad Yunus racconta l¹idea rivoluzionaria che l¹ha portato al Premio Nobel per la Pace. Con la Banca dei poveri ha creato il micro-credito, che è diventato un esempio seguito da molti, anche in Italia.

I dettagli dell¹inchiesta sul numero di novembre di Altreconomia.
Per informazioni e ricevere copia della rivista inviate una mail a luca@altreconomia.it
o telefonate al n. tel. 02.83.24.24.26 (Luca Martinelli)


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