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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

21/02/2007.  GIORNALI E INTERNET - Quarto Potere: fine di un'era?.


Dopo l'annuncio del New York Times che prevede di convertirsi interamente al digitale nel medio periodo, altri giornali studiano la possibilità di analoghe trasformazioni.

Da quando Giulio Cesare s'inventò una sorta di Gazzetta Ufficiale per dimostrare al popolo con quanta cura e somma diligenza s'applicasse al governo della cosa pubblica, se escludiamo il procedimento di stampa non è che si possano contare grandi innovazioni nella produzioni di fogli informativi. Innovazioni che per altro ebbero a convivere sino a pochi decenni or sono con la figura del pubblico banditore, a causa dell'analfabetismo diffuso a tutti i livelli e specie tra le donne prudenzialmente tenute lontane da carta e penna.


L'obbligatorietà dell'istruzione scolastica ha poi infranto le mura che racchiudevano il sapere tramandato dai posteri, nonostante le ultime resistenze opposte dall'Index Librorum Prohibitorum; ma la vera emancipazione della conoscenza, liberamente e pressoché gratuitamente acquisibile da tutti, si è avuta con l'Internet. E si consoliderà in modo irreversibile quando il ricambio generazionale avrà eliminato chi oggi si trova in difficoltà a districarsi nell'uso del mezzo elettronico ovvero tra le diverse offerte mediatiche o anche solo chi non sappia discriminare criticamente tra di esse.

Per ciò cha attiene in senso lato la conoscenza, questa è un'epoca di transizione. Un tempo i docenti formavamo culturalmente gli allievi costringendoli a mandare a memoria centinaia e migliaia di pagine; oggi ciò che conta non è più la padronanza del sapere ma la capacità (e la facilità) di reperire l'informazione che interessa in quel momento. E tanto meglio se l'informazione è resa quasi in simultanea con la richiesta.

I quotidiani non sfuggono alla regola; anzi, la confermano e a loro volta la impongono. La notizia, anche quando di carattere prettamente culturale e di per sé statica, viene ormai offerta e rinnovata più e più volte sull'internet tramite qualsiasi marchingegno capace di connettersi e interagire sulla rete; insomma, è diventata dinamica, soggetta a variazioni e approfondimenti di non poca importanza e soprattutto in poco tempo.

Chiaramente la carta stampata e specificamente i giornali non possono reggere la concorrenza, in un mondo che ha fretta e tende a confondere la conoscenza con la notizia, il "trandy" con l'approfondimento. E così anche Les Echos in Francia e Yantai Daily in Cina sperimentano edizioni solo digitali e altri seguiranno a breve.

Intendiamoci, la carta stampata avrà senso ancora per molti anni a venire, specie per i libri; almeno finché ci saranno alberi da cellulosa e il prodotto digitale non diventerà competitivo nella lettura e comoda gestione dello spazio occupato, il che oggi è ancora pura fantascienza. D'altra parte la rilettura, la pausa riflessiva, la noticina o il commento a bordo pagina non potranno mai essere rimpiazzati dal mezzo elettronico; non più di quanto l'invenzione di Gutenberg abbia potuto riprodurre le pazienti miniature degli amanuensi.

E' prevedibile quindi che il libro resisterà, magari anche solo per la gioia dei bibliofili, ma giornali e periodici come li conosciamo oggi sono destinati a scomparire. Anzi, per la più parte sono già mezzo morti e vegetano mediante l'alimentazione forzata a base di pubblicazioni allegate o la ventilazione polmonare indotta dagli aiuti di Stato.

Con la loro scomparsa, se ne andrà anche il grande potere di coinvolgimento e -se vogliamo- di stravolgimento della realtà. E cesserà pure la possibilità delle grandi inchieste, la presenza di "inviati speciali" diventerà una contraddizione in termini, perché a quel punto la notizia sarà già obsoleta, l'osservazione critica restarà soggetta al vaglio del "politically correct."

Persino la Santa Sede comincia a esternare in informatichese; infatti argomentando sui DiCo, il riferimento al "cavallo di Troia", obiettivamente ha più senso e comprensibilità se lo riferiamo al linguaggio ormai corrente piuttosto che a una strizzatina d'occhi ai poemi omerici.

Notizia obsoleta, dicevamo; cioè che non fa più informazione e quindi "non esiste". Ma del resto la realtà, come la verità, è un fatto soggettivo già ai nostri giorni; nessuna meraviglia che domani diventi pure virtuale, in tutti i sensi.

Dodi Casella

Fonte: www.zeusnews.it - 19-02-2007









 

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