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05/04/2007.  TRINITAPOLI - Con la testa tra le stelle per capire la mitologia.

Una conferenza dell’Associazione Sanferdinandese Astrofili

Costellazioni e mitologia: questo è il titolo della seconda conferenza, organizzata dall’Asa (Associazione Sanferdinandese Astrofili), che si terrà oggi, sabato 31 marzo alle ore 17, presso l’Auditorium dell’Assunta nella città degli Ipogei, Trinitapoli. Relatore sarà il prof. Giovanni Sardaro (docente di lettere del Liceo Scientifico “A. Moro” di Margherita di Savoia), mentre saranno proiettate diapositive di costellazioni, recenti e scomparse, dal prof. Michele Distaso (docente di matematica e fisica dello stesso Liceo), che ha curato il 4° Corso di Astronomia. Perché l’uomo ha bisogno delle costellazioni e soprattutto cosa sono? Riconoscere una stella in cielo, cercare una galassia, individuare pianeti o comete (se si esce fuori dal centro abitato, dove non c'è inquinamento luminoso), non è cosa semplice. Per questo motivo si è cercato di raggruppare le stelle in costellazioni.

Una costellazione “ufficiosa” si chiama asterismo. Le stelle di una costellazione o di un asterismo raramente hanno qualche relazione astrofisica tra loro; appaiono semplicemente vicine quando sono viste da Terra o, entro certi limiti, da qualsiasi altro punto del sistema solare ma normalmente sono poste a grande distanza l’una dall’altra nello spazio. Nel 1929 l’Unione Astronomica Internazionale (International Astronomical Union) definì ufficialmente 88 costellazioni in tutto il cielo convenendo sulle loro delimitazioni. Tracciando delle linee immaginarie dall’una all’altra stella si formano delle configurazioni geometriche semplici e qualche volta evidenti, che fanno immaginare a quella figura che viene da esse delimitata o racchiusa, ad esempio la Costellazione di Orione (Orionis), quella della foto: essa è rappresentata geometricamente, se congiungiamo le stelle più evidenti o le più luminose con segmenti immaginari, da un pentagono, che rappresenta il tronco superiore del corpo e da un trapezio che rappresenta la parte inferiore del corpo del mitico gigante Orione.

Nella mitologia, Orione rappresenta il gigante cacciatore che si vantava di poter uccidere qualsiasi creatura della Terra. Allora Gea (la Terra) indignata per la sua presunzione fremette e da una spaccatura del terreno fece uscire uno Scorpione che lo punse facendolo morire. Orione dopo la puntura mortale fu resuscitato da Esculapio, ma fu accidentalmente eliminato da Artemide (Diana), la dea della caccia, con un tranello messo a punto da Apollo, ostile all’amore della dea per il gigante. In una costellazione, le stelle sono indicate con le lettere dell’alfabeto greco, seguito dal nome latino, declinata al genitivo (dovuto all’astronomo tedesco J. Bayer nel suo atlante del 1603).

Cosimo Damiano Damato

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 31.3.2007








 

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