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18/07/2007.  PUGLIA - "Geomarketing dei vini tra passato e futuro”.

Il rinascimento dell'enologia regionale, sognando la California

“Facciamo della Puglia e della sua enologia la Santa Clara Valley d'Italia. Facciamola insieme: produttori, associazioni, enti, sistema camerale. Ma non scimmiottiamo gli americani. Facciamo quello che siamo e che sappiamo fare bene, perché siamo e abbiamo molto: la terra, il clima, i prodotti, gli uomini e le loro capacità, gli istituti di ricerca, le intuizioni, la creatività. Per anni si è detto che la Puglia non è la California. Ma può esserlo nell'enologia. Il rinascimento di nostri vini, i processi innovativi in atto, la strada delle qualità intrapresa dai nostri produttori fanno pensare che noi possiamo fare meglio della California. Dobbiamo volerlo tutti con convinzione, quella stessa che ci ha portato quest'anno al trionfo del Vinitaly con 149 aziende, 8000mq di superficie ed un bellissimo padiglione”.
Lo ha dichiarato stamani il presidente della Camera di Commercio di Bari, Luigi Farace, introducendo il convegno “Geomarketing dei vini tra passato e futuro”, organizzato dalla Cia e dall'associazione culturale "Mare...di vino" nell'ambito della terza edizione di “My Wine”, manifestazione dedicata alla promozione del vino pugliese, con la partecipazione di ospiti di eccezione, esperti del settore, per dare visibilità all'estero alle nostre produzioni di qualità. Al convegno alla Camera di Commercio sono intervenuti, tra gli altri, l'assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Enzo Russo, il presidente nazionale della Cia, Giuseppe Politi, rappresentanti di importanti aziende vinicole pugliesi, che hanno portato la loro testimonianza, docenti universitari, delegati esteri provenienti da India, Giappone, Usa, Repubblica Ceca, Regno Unito.
“I nostri vini - ha proseguito Farace - negli ultimi anni hanno fatto salti in avanti notevoli in termini di qualità. Di qui l'importanza del marketing e dell'internazionalizzazione dei nostri prodotti, che sui mercati esteri vendono se stessi ma soprattutto promuovono valori e contenuti territoriali, attraverso gusti, profumi e sfumature di colori che sono indicatori assai efficaci sui contesti di provenienza. I vini, oltre ad essere una delle realtà più rilevanti dell'agro-industria pugliese, sanno rappresentare molto bene la nostra capacità di essere e di fare tradizione e di mettere a frutto talenti innati delle nostre comunità: naturali, ambientali, architettonici, storici. E su questo molto si è fatto ma molto ancora c'è da fare in termini di valorizzazione e di promozione, insistendo sulle etichette, attraverso una migliore organizzazione della filiera e con rapporti più efficienti con la distribuzione moderna”.
35mila le aziende enologiche nella regione, che fanno della Puglia la prima regione in Italia per incidenza delle imprese del settore vitivinicolo sul totale dei settori economici; 109.000 ettari a vigneto - il 14% dell'intera superficie Italiana - dai quali si producono annualmente dai sei ai sette milioni di ettolitri di vino, otre seicento milioni di euro all'anno di produzione lorda vendibile, il 18% rispetto al dato nazionale e il 13% di quello regionale; 25 tipologie di Vini D.O.C. e 6 di Vini I.G.T, ed i primi posti fra le regioni italiane per volumi produttivi di qualità.
“Sono tutti vini – ha concluso Farace - dal forte contenuto identitario e che quindi al valore economico associano un notevole valore simbolico. Credo che il recente via libera della Commissione Europea alla proposta di riforma del settore vitivinicolo sia un ulteriore incentivo a fare di più, per rendere i nostri prodotti maggiormente competitivi, soprattutto sui mercati esteri”.







 

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