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Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

02/11/2007.  CORATO - INCONTRO CON IL SAGGISTA E POETA CINTO BUSQUET.



Sabato 3 novembre, a Corato, presso il Santuario Madonna delle Grazie (zona Oasi di Nazareth), alle ore 20.00, avrà luogo un incontro-dialogo con Cinto Busquet sul tema "Tra Oriente e Occidente. Alla ricerca di un senso". La serata sarà moderata dal Prof. Sac. Vincenzo Di Pilato, docente di Teologia Fondamentale e Trinitaria alla Facoltà Teologica Pugliese e Rettore del Santuario Madonna delle Grazie in Corato.
Intermezzo musicale al pianoforte con musiche di C. Debussy eseguite da Angela Diaferia e Marilena Paradiso.
Cinto Busquet nasce il 30 luglio 1961 a Girona (Catalogna), città dove abita fino all'età di ventidue anni. Si laurea in Biochimica (1979-1984) e in Filologia Catalana (1980-1985) nell'Università Autonoma di Barcellona. Dopo due anni di approfondimento della dimensione comunitaria dell'esperienza e della fede cristiane nei centri di formazione internazionali dell'Opera di Maria con sede a Loppiano (Firenze) e a Montet (Friburgo, Svizzera), dal maggio 1987 è in Giappone. Prima a Tokyo per dodici anni e successivamente per altri cinque a Nagasaki, particolarmente impegnato nel dialogo interreligioso e nella testimonianza cristiana in quel paese. Esegue studi approfonditi sulla lingua giapponese nel Nichibei Kaiwa Gakuin di Tokyo (1987-1989), conseguendo il Certificate Japanese Proficiency (dicembre 1989). Si iscrive quindi alla Facoltà di Teologia dell'Università Sophia di Tokyo, dove completa i suoi studi filosofici e teologici (1990-1995). Insegna per sei anni, fino al 1999, nella Facoltà di Studi Comparati della stessa università. Da quell'anno e fino al 2003, è a Nagasaki, dove risiede, lavorando nella regione sud-occidentale del Giappone. Parallelamente, dal 1993 al 2002 dirige il mensile Uno, pubblicazione in lingua giapponese che raccoglie lo spirito del quindicinale Città Nuova. Ordinato sacerdote nel 2001, dall'autunno 2003 lavora presso il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa. Dootorando in Teologia delle Religioni presso la Pontificia Università Lateranense, si è interessato, e si interessa tuttora, in modo particolare al buddhismo e alle religioni asiatiche.
Autore di alcuni articoli pubblicati in Giappone e in Europa, Tra Oriente e Occidente: alla ricerca di un senso e Sentieri del Cuore, pubblicati a Barcellona in lingua catalana nell'aprile 2006 e in Italia nel 2007, sono le sue due opere prime.

Due schede del Prof. Sac. Vincenzo Di Pilato

Commento al libro "Tra Oriente e Occidente"

«Quando ho personalmente incontrato Cinto Buquet, ho realizzato finalmente un sogno: giungere in Oriente. Beh, può sembrare eccessivo, pensando che lui è un catalano e che io non sono mai stato in Giappone. Ma la sensazione è questa e di più. Cinto non si è affrettato a parlarmi dei luoghi e delle sue conoscenze, come avrebbe fatto qualunque occidentale inebriato dall'esotico soggiorno prolungato. Pensate: abbiamo cominciato a parlare... della scrittura! Poche battute, in verità, mi hanno fatto comprendere che entrare in quel mondo per me fascinoso non era questione di annullamento delle distanze esteriori ma interiori. Prossimo alla pubblicazione anche in italiano, ho avuto la gioia di leggere in anteprima il suo libro. L'ho letto, come avrete capito, subito, avvinto dalla curiosità; tuttavia, sin dalle prime pagine Cinto richiede un altro tipo di lettura fatta di partecipazione, rispetto, ascolto, libertà liberata, semplicità di cuore, un freno deciso ai pregiudizi, insomma: ti invita a camminare lungo i viali della sua memoria per renderti partecipe dei suoi vissuti, rimescolati e continuamente rigenerati come fa il fondale marino durante le mareggiate. Nel loro genere, pochi libri hanno prodotto in me questa percezione: un colloquio profondo con un giovane uomo che tenta con tutte le forze di allargare i suoi orizzonti sul mondo che è sempre al-di-là-di-te, in "mezzo-a-noi" ma anche dentro-di-te. Il Giappone è solo uno di questi, quello più singolare, ma ci si accorge subito che in queste pagine ce ne sono tanti quante sono le persone che Cinto ha incontrato. Un macrocosmo, quello orientale, che vive di un'energia tutta spirituale e che è racchiusa in piccoli frammenti di vita vera, quella che ci racconta Cinto, anche se sofferta alle volte. Che sorpresa scoprire che ci sono anch'io. Sì, mi sono ritrovato in un dialogo che movendo le leve della mia libertà senza forzarle mi ha sospinto a ripensare o almeno a confrontarmi in modo vivo, fresco, all'altezza dei tempi. Cinto vuole solo trascorrere in modo autentico, senza filtri, un po' di tempo con te, osservare e riflettere ad alta voce di tutto ciò che è umano, lo stesso umano che è nel fondo di ogni anima a qualunque latitudine si trovi e nel quale ha fatto irruzione l'Infinito, l'Eterno. A questo Cinto punta, senza fretta. Alla fine non senti di aver ascoltato o letto soltanto un libricino stralciato magari da un diario, senti invece di aver "vissuto" qualcosa».


Un commento a "Sentieri del cuore"

«"Un poeta non parla la lingua, ma la medita.", esclamava Marianne Moore, o, come afferma Busquet in una poesia sul "Figlio dell'Uomo", il poeta è in dialogo con la Parola Incarnata stessa, pregando così: "In Te, / Silenzio che ti doni, / possiamo anche noi / essere Parola / oltre questo tempo" (pag. 107). Molte di queste poesie si concentrano sui grandi interrogativi della fede come, per esempio: Eloi, Eloi (pag. 96), dove il grido di abbandono di Gesù viene accolto con amorosa partecipazione o la delicatissima poesia "Fiore d'Israele" (pag. 98) che fa pensare al "Vergine Madre, figlia del tuo Figlio" del Canto XXXIII del Paradiso di Dante, o l'inno al "Figlio dell'Uomo" (pag. 106), altre sono decisamente canti di intensa esperienza di Dio, di cammino interiore verso di lui, come quella intitolata "Paradosso", in cui l'elemento poetico è proprio questa voluta "lontananza" dal sentire, dall'opinione comune, che culmina nell'affermazione: "Sorgente che è già tutta mia, / ma di cui io non sono padrone" (pag. 104). Proprio così: ogni vero poeta è "mediatore e veggente, più che testimone" (C. Campo), avverte in sé non solo il "depositum fidei", ma anche il "depositum humanum" da trasmettere e mediare, come affermava pure il grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin: "Ma ciò che resta, è un patrimonio che ci affidano i poeti", non quindi soltanto un "dono" che essi ci fanno, da godere in qualche maniera, ma qualcosa da investire, da mettere a frutto, qualcosa di "fondante" l'umano, da non perdere in questo grande circo della storia. La poesia come "lascito", come "dono" potrebbe avere una connotazione passiva, mentre il fondare è dinamico e comporta uno sviluppo ed un susseguirsi di azioni e di comportamenti ideali ed emozionali. È più che un dono, quello che ci fanno i poeti. I versi di questa poesia di Cinto Busquet non contengono soltanto un messaggio estetico, ma intendono trasmettere un patrimonio, rischiare di contagiare con la sua fede, i suoi ideali e le sue emozioni il lettore: "Perché dentro di me ci sei Tu, / con gli altri e col cosmo intero, / e le stelle del cielo sconfinato / più lucenti ora brillano in cuore." È un orizzonte che ci viene aperto, partendo proprio da una esperienza poetica e mistica».

Commissione Diocesana Cultura e Comunicazioni Sociali
dell''Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
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