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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

21/07/2005.  Dopo le Terme romane di San Mercurio scoperte negli Anni Trenta a Canne della Battaglia ed oggi al centro di un grande progetto di riqualificazione (1 milione di Euro), scoperte le terme della villa romana di Faragola (Ascoli Satriano).

Gli scavi a Faragola (Ascoli Satriano), la cui terza campagna è in corso dal 13 giugno scorso, continuano a fornire sorprese significative, confermando la notevole importanza storico-archeologica del sito. Si può ormai senza dubbio considerare la villa tardoantica (IV-VI d.C.) di Faragola una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni in Puglia e in Italia meridionale.

Le nuove ricerche in questa lussuosa residenza rurale aristocratica, probabilmente appartenuta alla famiglia senatoria degli Scipioni Orfiti, stanno evidenziando il vasto e articolato settore termale, composto da un ampio salone interamente pavimentato con un mosaico policromo a decorazione geometrica (il frigidarum), da sale tiepide (tepidaria) e calde (caldaria) con i caratteristici pavimenti sospesi al di sopra di pilastrini (suspensurae) in modo da consentire il passaggio dell’area calda, da sale per i massaggi, oltre a grandi vasche per i bagni caldi e freddi, una delle quali interamente rivestita da marmi pregiati. Di grande rilievo anche la scoperta nel pavimento marmoreo di un vano delle terme di alcune iscrizioni romane reimpiegate, tra cui un’importante iscrizione di un senatore del III secolo, nella quale è riportato tutto il suo prestigioso cursus honorum. È probabile che questa iscrizione, insieme ad altre rinvenute a Faragola, provengano da altre ville del territorio, che il ricco proprietario della villa fece recuperare per decorare la sua residenza rurale.

Le terme si aggiungono così all’altra componente principale della villa, la lussuosa sala da pranzo (cenatio) decorata da pavimenti di marmo e da rari tappeti in opus sectile vitreo e marmoreo e dotata di un esclusivo stibadium (un divano) in muratura, con fontana e con rivestimenti in opus sectile e rilievi figurati sulla fronte.

Insieme alle sale da pranzo erano le terme a costituire l’elemento distintivo delle ville tardoantiche, tanto che l’agronomo Palladio dedicò un intero capitolo alla descrizione dei balnea. Visitando le terme e le altre sale di Faragola sembra di cogliere la materializzazione delle descrizioni delle ville fornite da autori celebri di età tardoantica come Simmaco, Ausonio, Sidonio Apollinare. Ad esempio Sidonio, parlando della sua villa di Avitacum (nell’attuale Francia), descrive gli ambienti termali che comprendevano una sala fredda con piscina, una sala con acqua calda, la sala dei profumi e una piscina all’aperto, ed inoltre un criptoportico, un triclinio ‘invernale’ ed uno ‘estivo’, ecc.

È raro trovare ville simili a quella di Faragola così ben conservate, oltre alla ben nota villa del Casale di Piazza Armerina con i famosi mosaici figurati. Anche per questo motivo Faragola costituisce un caso particolarmente significativo, che meriterebbe urgenti interventi di restauro e una rapida musealizzazione con la creazione di un parco archeologico.

Non meno significative sono infine le tracce del villaggio altomedievale (VII-VIII sec. d.C.) sviluppatosi nella stessa area della villa dopo il suo abbandono: del villaggio sono in corso di scavo alcune capanne e varie sepolture, oltre a strutture artigianali per la lavorazione dei metalli.

Gli scavi di Faragola, che rappresentano uno dei cantieri archeologici più grandi e importanti d’Italia in questo momento, sono condotti dall’Università di Foggia (Facoltà di Lettere, Dipartimento di Scienze Umane), sotto la direzione scientifica di Giuliano Volpe e con il coordinamento sul campo di Giuliano De Felice e Maria Turchiano, con la partecipazione di oltre 60 degli studenti del Corso di laurea in beni culturali e di altre università italiane e straniere, in stretta collaborazione con il Comune di Ascoli Satriano e il supporto della Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia, della Provincia di Foggia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia.

Il prossimo 3 agosto si terrà la conferenza di presentazione dei risultati degli scavi alla presenza di numerose autorità.


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