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Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

31/01/2008.  BARLETTA-SPINAZZOLA - Sulla soppressione di un treno i pendolari reclamano in gruppo a Trenitalia.

A firma di oltre 60 pendolari della tratta Barletta-Spinazzola. La protesta si allarga anche nei confronti della Regione Puglia e delle Amministrazioni di Barletta, Canosa, Minervino e Spinazzola

Con la presente i sottoscritti, utenti e viaggiatori abituali della tratta ferroviaria Barletta-Spinazzola, intendono protestare per una situazione di grave disagio derivante dalla recente soppressione del treno Barletta-Spinazzola delle ore 20,15 sostituito con servizio di bus delle 20.25.

Il treno, si sottolinea, veniva regolarmente utilizzato da un folto numero di viaggiatori: pendolari (molti in viaggio dalle 6.00), studenti universitari e viaggiatori provenienti (soprattutto il fine settimana) da linee a lunga percorrenza. In tali circostanze, diventava difficile in alcune sere trovare posto sul regionale.

Risulta oltremodo del tutto incomprensibile la politica di Trenitalia di sopprimere un treno così comodo sia per orario sia per bacino di utenza, che per nulla può considerarsi “in passivo”. Tutto ciò con le conseguenze che sinteticamente qui si riportano.

- I tempi di percorrenza si sono molto dilatati. Il malcapitato pendolare, dopo una intera giornata di lavoro a Bari, impiega all'incirca 3 ore ( con molta pazienza...) per raggiungere la propria città di partenza ossia Spinazzola. Il precedente percorso in treno (due ore complessive) era reso più sopportabile dalle letture, da momenti di socializzazione e/o di relax, ma un'ora di treno+mezz'ora di addiaccio sul piazzale antistante la stazione di Barletta +un altra ora e venti (salvo ulteriori ritardi, vedi oltre..) di autobus, sono davvero una tortura indicibile, soprattutto se confrontiamo il percorso equivalente su strada: 80 Km in poco più di un'ora!! Tale “Odissea” anche per i viaggiatori di Canosa e di Minervino.

- Mancanza di garanzie in termini di sicurezza e puntualità. I già lunghi tempi di percorrenza quasi sempre si allungano ulteriormente, non per demeriti del gestore, ma per la peculiarità stessa del mezzo, condizionato dal traffico nella zona stazione e dall'orario. L'autobus infatti quasi sempre resta imbottigliato tra le macchine, arrivando in stazione già in notevole ritardo. A ciò si aggiunge che la partenza, sempre per lo stesso motivo, è posticipata di circa trenta minuti.

Il mezzo è poi, rispetto al treno, per sua natura sicuramente più soggetto alle difficoltà derivanti dalle avverse condizioni di viabilità causa maltempo. Tralasciamo la nebbia, ormai onnipresente sui nostri territori, ma parliamo di neve e giaccio. A tal proposito si evidenzia un episodio verificatosi a pochi giorni dall'avvio del servizio sostitutivo. Con la comparsa della prima neve, la raffinata “macchina-autobus “ di tortura è saltata. Il giorno 14/12/2007 i viaggiatori dopo aver atteso senza alcuna notizia fino alle 21 il mezzo e dopo essere rimasti fermi a Canosa senza apparente motivo, sono giunti a Spinazzola alle 24.00, a passo d'uomo su strada ormai ghiacciata!

Non proprio il modo più rilassante di terminare una giornata di lavoro, magari dovendo ripartire l'indomani alle 6...

Al danno la beffa…. Appare inoltre molto strano che un servizio sostitutivo del treno non si fermi in stazione; nello specifico stiamo parlando di Minervino, dove i viaggiatori, partiti la mattina in treno, non sono messi in condizione ad esempio di andare a riprendersi la propria macchina lasciata in stazione per agevolare il rientro a casa. Ancor peggio poi può accadere a qualche malcapitato diretto a Spinazzola che, ignaro delle news, rischia di rimanere appiedato in stazione.

A tal proposito è doveroso segnalare che qualche viaggiatore ha iniziato a servirsi di mezzi alternativi di trasporto con una visibile flessione dell'uso del sostitutivo.

Ed ora un richiamo alle Amministrazioni Locali, che per certi versi appaiono “miopi” rispetto ai bisogni dei propri cittadini. Come si può credere alla realtà della istituenda Sesta provincia, quando la stessa prima che prenda vita già è inficiata da disfunzionalità gravi, dovute alle difficoltà di collegamento sia all'interno che all'esterno?

E che dire della strategia operativa di Trenitalia?

Risulta in ogni caso molto dubbia (dal punto di vista normativo e dei diritti degli utenti) la politica di Trenitalia di rendere sempre più “istituzionali” servizi che, da parte di una società la cui ragione sociale è appunto “Treni-italia”, dovrebbero essere utilizzati solo per esigenze momentanee e eccezionali. Chi acquista un biglietto o, a maggior ragione, un abbonamento per il treno (soggiacendo a diversa e maggiore tariffazione rispetto alle equiparabili autolinee di altre società...) ha diritto, con elementare evidenza, di viaggiare in treno, fruendo di un mezzo che, malgrado gli enormi sforzi dissuasivi di Trenitalia, si ritiene più comodo, veloce e sicuro (siamo al grottesco: gli utenti costretti a ricordare a Trenitalia la superiorità del treno rispetto agli altri mezzi di trasporto...!).

Le oscure strategie gestionali disegnate in confortevoli uffici non possono essere provate sulla testa dei viaggiatori, costretti a subire le decisioni senza poter esprimere alcuna opinione..

Se Trenitalia non è in grado di assicurare il servizio ferroviario in alcune fasce orarie, si assuma le proprie responsabilità nei confronti dell'utenza e delle amministrazioni locali, ma non fornisca sistematicamente un altro servizio solo perché ad essa più conveniente.

Dove è finito allora il diritto all'eguaglianza sancito dalla Costituzione e ripreso con enfasi dalla “Carta dei Servizi Reg. Puglia” a pag 5 dove così si recita: “Tutti i clienti Trenitalia hanno uguali diritti” e ancora “In particolare Trenitalia si impegna a garantire a tutti i clienti una accessibilità adeguata ai servizi” ?

Si richiede pertanto l'interessamento delle Amministrazioni e Rappresentanze sociali in indirizzo, affinché sia sanata al più presto tale situazione di disagio, ripristinando a breve il servizio a mezzo treno.
Contestualmente alla Regione in particolare si chiede l'istituzione di un tavolo di confronto, aperto anche alle organizzazioni sindacali del personale viaggiante di Trenitalia per cercare insieme, nuove proposte e/o soluzioni, anche con diverse articolazioni di orario, sempre nel rispetto della dignità e del benessere di tutti i cittadini.

Rosalba Matarrese sulla Gazzetta del Nord Barese








 

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