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21/02/2008.  BARI - OK DELLA REGIONE ALLE MASSERIE DIDATTICHE.


Riconoscimento per le masserie didattiche. Il Consiglio regionale approva un ddl


Istituito dal Consiglio regionale con un disegno di legge approvato a maggioranza (con il voto favorevole anche del consigliere d’opposizione Ignazio Zullo), il circuito delle masserie didattiche. “Si tratta – ha spiegato l’assessore alle politiche agricole, Enzo Russo – di definire un punto di riferimento, un percorso, per le aziende agroalimentari e agrituristiche che svolgono attività produttiva tradizionale e che si impegnano nell’attività dell’accoglienza didattico-formativa”.

La nascita di questo circuito di masserie rende l’imprenditore agricolo multifunzionale, ne valorizza la figura e determina una fonte aggiuntiva di reddito attraverso la diffusione di informazioni in materia di produzioni, consumi e sugli aspetti storici, culturali, antropologici legati al territorio.

L’assessore Russo ha spiegato che “le aziende agricole singole o associate che intendono svolgere questa nuova funzione si impegnano nell’educazione del pubblico ed in particolare, nell’accoglienza e nell’educazione di gruppi scolastici e di individui , sia nelle loro attività scolastiche che extrascolastiche in svariati ambiti”. Quali? Qualche esempio: conoscenza dell’attività agricola, dei cicli produttivi della stagionalità dei prodotti, delle qualità salutistiche e nutrizionali dei prodotti, della conoscenza degli aspetti storici, culturali antropologici e di una sana e corretta alimentazione.

Per ottenere il riconoscimento di masseria didattica occorre sottoscrivere una carta di impegni denominata “carta qualità” che iscrive automaticamente l’azienda nell’albo delle masserie didattiche.

Non sono previsti oneri a carico del bilancio regionale, ma si annunciano finanziamenti dalla Ue, rientranti nella misura 311, azione n.2 (fornitura di servizi didattici con un volume minimo di investimento di 100.000 euro).

“I destinatari principali dell’attività di educazione da svolgersi nelle masserie didattiche – ha sottolineato il presidente della quarta commissione competente, Dario Stefàno – saranno le giovani generazioni, che hanno sempre meno occasioni di vivere a diretto contatto con la natura e la campagna e di scoprire la fonte principale delle cose più elementari. Per rendere più efficace l’azione educativa, si ritiene opportuno affiancare alla tradizionale attività di produzione di materiale informativo e didattico, una serie di attività e di esperienze volte a far scoprire questo universo culturale”.

“Nell’epoca della globalizzazione, le trasformazioni tecnologiche, sociali e culturali, hanno profondamente modificato il rapporto con il cibo e di conseguenza con il mondo della produzione primaria - continua Stefàno – oggi è sempre più difficile capire il percorso che fa il cibo prima di arrivare sulle nostre tavole, chi lo produce e come lo produce”.

“Schermi piatti, rumori molesti e smog – ha detto Pina Marmo – questa legge aiuta ad uscire da questa morsa le nuove generazioni che hanno poca esperienza sensoriale, per aprirle ad un tipo di didattica degli stati d’animo”.

Per Nino Marmo il ddl sarebbe stato condivisibile se non avesse imposto agli operatori del settore “un inutile corso di 90 ore da farsi presso l’assessorato all’agricoltura. Un agricoltore ha in sé l’esperienza per poter insegnare quello di cui si occupa nella sua azienda”.

Per Giammarco Surico questo “è l’ennesimo contenitore vuoto proposto dalla maggioranza di centrosinistra. Occorrono fondi per realizzare questo progetto”.

Con questa iniziativa legislativa – ha concluso Dario Stefàno – saranno superate le difficoltà che gli operatori agricoli hanno a comunicare le specifiche prerogative del settore ai consumatori e a tutta la società civile. Potrà ritornare patrimonio di molti il bagaglio di conoscenza, esperienze, tradizioni e cultura dei nostri agricoltori, che invece, rischia di essere poco conosciuto innanzi tutto alle nuove generazioni, come pure a gran parte del mondo adulto contrassegnato da uno stile di vita sempre meno caratterizzato dal contatto diretto con la natura”.



Il comunicato ufficiale


Masserie didattiche: “ottima” per Pina Marmo la nuova legge regionale



“Alunni, consumatori, turisti e gruppi di interessati in visita nelle aziende: grazie ad una legge della Regione il mondo agricolo si apre alla conoscenza diretta. Non solo uno strumento per valorizzare la nostra produzione tipica, ma anche una risorsa per recuperare le nostre radici, le origini della gente di Puglia, legate alla terra”. Il consigliere regionale Pina Marmo saluta così l’approvazione in Consiglio regionale della legge che riconosce le masserie didattiche.

Nel corso del dibattito sull’iniziativa legislativa, dai banchi del gruppo consiliare della Margherita ha ringraziato l’assessore Russo e il presidente della commissione sviluppo economico Stefàno per il percorso che ha portato all’adozione in Aula di una legge che apre nuovi itinerari educativi a “cittadini” tanto più preoccupati dai problemi ecologici perchè fisicamente distanti dagli ambienti naturali. “Molti aspetti della realtà – ha osservato – ci arrivano solo sotto forma di immagini mentre identificarsi con la natura resta un valore fondamentale: meno si stbiliscono sane relazioni emozionali con l’ambiente più si rischia di trascurarlo e danneggiarlo. Ci sono bambini che non hanno mai visto una gallina o un coniglio, non sanno cosa sia un torchio da uva, non immaginano che dietro l'immagine di un campo coltivato ci sia il lavoro dell'uomo. Ecco perché ritengo utili e necessari percorsi formativi nuovi, didattici, ma che allo stesso tempo propongono un’esperienza diretta”.

“Anche agli adulti va offerta l’occasione di recuperare stati d'animo, sentimenti, sensazioni attraverso i cinque sensi intorpiditi da abitudini, schermi piatti, rumori molesti, smog. C’è per tutti da conoscere prodotti naturali, tecniche tradizionali e moderne, sapori dimenticati o estranei ed esemplari di una fauna e di una flora sconosciute”.

Per Pina Marmo le masserie didattiche, che possono essere tute le aziende agricole non agrituristiche, “diventano uno scrigno ricco di storie. Si entra in contatto con i custodi di antichi mestieri, in grado di trasmettere uno stile di vita genuino. La Puglia - conclude - è la terza regione in Italia ad adottare una legge che punta a valorizzare la tradizione del mondo rurale e la tutela ambientale con un approccio “trasversale e multidisciplinare, coinvolgendo l'educazione alimentare e la politica economica, l'ambiente, la cultura delle tradizioni e quella gastronomica”


Il testo ufficiale del disegno di legge





 

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