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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

03/11/2005.  NORD BARESE - NEO LAUREATI IN VETRINA. L'INIZIATIVA DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO. .

I misteri delle «defissioni greche», pratica magica consistente nel trafiggere con un chiodo l'immagine dei nemici al fine di augurarne la morte. Questa l'affascinante tematica trattata nella tesi della 24enne barlettana Diana Filomena Dibitonto che ne spiega orgini e curiosità. Con la sua tesi prende il via la rubrica dedicata ai neolaureati, una opportunità per fare conoscere i neodottori del Nord Barese. Ospitiamo, infatti, un estratto della tesi di laurea, un breve curriculum ed una fotografia, di tutti coloro, nati nel Nord Barese, che hanno conseguito una laurea. Certamente potrà essere una occasione per dimostrare la valenza del lavoro di tesi compilato a conclusione del corso di studi. Coloro che sono interessati possono inviare il materiale a cronaca.barletta@gazzettamezzogiorno.it prendendo prima contatto con la Redazione del Nord Barese al numero telefonico 0883/341011 (dalle 17.30 alle 19.30).

31/10/2005
Diana Dibitonto (Barletta)


Simboli greci misteri svelati

Lettere classiche. Diana Filomena Dibitonto, 24 anni, di Barletta, si è laureata con il massimo dei voti e la lode

Svelati i misteri delle defissioni greche

Un approfondito studio sulla presenza di «simboli» dai significati molto particolari


La magia si basa sulla credenza che nell'uomo e nel mondo esistano forze occulte che attraverso alcuni riti possono essere risvegliate e guidate. Importante nel mondo della magia è il concetto di «simpatia cosmica» secondo il quale tutto l'insieme della natura è collegato tra di sé in modo che ciò che accade in un punto dell'universo può avere effetto, anche in assenza di un contatto concreto, su un altro punto. Molto stretto è il rapporto tra magia e religione, poiché esse presentano molti aspetti in comune. Le origini della magia vanno ricercate in antiche nazioni come Persia, Egitto, Siria. Vari sono i documenti che ci sono stati tramandati, in cui sono raccolte o iscritte le pratiche magiche. I documenti più conosciuti e studiati sono sicuramente i Papiri Magici composti tra il I sec. a.C e il IV sec. d.C. e scoperti in Egitto nella prima metà dell'Ottocento. Infine altri documenti sono i «kataolesmoi» ovvero maledizioni. Il termine «kataolesmos» significa letteralmente ?legatura? e manifesta il carattere proprio del maleficio che intendeva paralizzare la vittima o alcune sue facoltà. La legatura si rifletteva anche nel rituale magico del preparare e depositare una lamina di piombo dopo averla arrotolata e chiusa con un chiodo o legata con un filo che a sua volta si annodava un determinato numero di volte, secondo un procedimento spiegato in alcuni papiri. Il termine latino con cui questi documenti sono prevalentemente conosciuti è defixiones. La defixio indica una ? foratura?, anche questo concetto di maledizione come atto di inchiodare è molto antico e appare in diverse culture. Nelle fonti letterarie tracce e riferimenti alla magia e agli incantesimi si trovano già nella prima produzione poetica greca, quella omerica. Assieme alle laminette pumblee, spesso si ricorreva, per accrescere l'efficacia del maleficio, a delle statuette di piombo o cera che rappresentavano la vittima. In epoca arcaica e classica tre sono i luoghi privilegiati per la deposizione di questi documenti magici in tombe e sepolture, in templi di divinità infere, in corsi d'acqua, pozzi e fiumi. Classificazione delle defissioni: il timore di essere vittima di questi incantesimi si può spiegare col fatto che le ?legature? erano usate nei più vari ambiti della vita umana. Uno dei primi studiosi delle defissioni Audollent ne distingue cinque categorie in base alle loro finalità. Defixiones iudiciariae: con queste maledizioni si intendeva nuocere agli avversari in un processo cercando di ?legare? loro la lingua e far perdere la memoria; Defixiones amatoriae: il loro scopo è suscitare, attraverso un incantesimo, un amore appassionato nella persona ama; Defixiones agonistiche: esse sono iscritte per nuocere al rivale nel contesto agonistico del circo o degli agoni teatrali o di altri spettacoli; Defixiones contro calunniatori e ladri; Defixiones contro rivali in affari. Per proteggersi dagli incantesimi furono creati amuleti e contro incantesimi. delle pratiche magiche. La figura dei maghi era particolarmente importante. Spesso infatti colui che commissionava l'incantesimo non lo eseguiva egli stesso, ma si affidava a professionisti. L'uso di incantesimi e arti magiche fu presto mutuato dalle colonie della Sicilia e della Magna Grecia. In Sicilia è noto il tempio dedicato a Demetra Malaphoros in cui copiose sono state ritrovate defissioni contro i ladri e i calunniatori; tuttavia tutto il territorio dell'isola è ricco di questi documenti. In Magna Grecia i reperti ritrovati sono rari, ma ciò molto probabilmente è dovuto alla scarsa importanza data dagli studiosi per molto tempo a questi documenti. Per quanto riguarda la Puglia scarse sono le testimonianze documentate, tracce di questi documenti sono state ritrovate in provincia di Bari, ma le più importanti sono due defissioni ritrovate nel Tarantino. Si tratta di due tavolette di bronzo recanti entrambe una lista di nomi maschili e femminili. La sola lista di nomi mi fa ipotizzare che esse siano di argomento giudiziario e inoltre che possono essere datate ad un'epoca relativamente arcaica (V-IV sec. a.C.) in cui l'atto della deposizione delle laminette era ancora accompagnato da un importante rito orale svolto dal mago. Interessante è notare come residui di queste pratiche magiche siano ancora oggi presenti nel nostro territorio, per esempio la tradizione popolare conserva il rito di mettere o togliere il malocchio. Il gallo nell'antichità era un simbolo solare e fallico ed insieme alla gallina era simbolo di abbondanza e prosperità, il canto del gallo era considerato di buon auspicio; in alcune città pugliesi c'è l'usanza di regalare un fischietto a forma di gallo da murare nelle pareti per allontanare gli spiriti maligni o anche, con lo stesso scopo, è posto sulle culle dei neonati non ancora battezzati; infine i figli maschi ne ricevevano uno in dono, in tenera età, come augurio di futura fertilità. Pochi ma interessanti gli studi compiuti sul rapporto tra magia e il Sud d'Italia.

Diana Filomena Dibitonto

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese
31/10/2005












 

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