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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

27/08/2009.  CANNE DELLA BATTAGLIA _ DALLE STELLE ALLA STORIA: IL MILLENARIO MENHIR.

Sulla strada che congiunge la Cittadella con il sito di Fontanella, in prossimità di una curva a gomito, è visibile, in un uliveto, il menhir, preziosa testimonianza di quanto sia remota la presenza dell’uomo nel territorio di Canne della Battaglia. Il monolite, piantato verticalmente nel terreno, è in breccia calcarea, è alto m 3,30 e pesa circa tre tonnellate. Presenta una sagoma tozza e massiccia ed è orientato, con le facce più strette, verso Est-Ovest.
Sulla funzione dei menhir vi sono poche certezze. Alcune caratteristiche (l’altezza e, soprattutto, un’inclinazione di 15° gradi) della pietrafitta lasciano ipotizzare - così come è stato suggerito per altri esemplari di questo tipo, riferibili all’età del Bronzo - che si tratti di un rudimentale osservatorio astronomico, un gigantesco gnomone eretto per misurare movimenti, tempi e fasi astrali, necessarie ad orientare le attività agricole. In relazione al menhir di Canne, il sole e la luna sembra fossero complementari per stabilire con anticipo le date degli equinozi, come spiega Aldo Tavolaro : «Quando il sole sorgeva allineato al menhir, mancava un mese all’equinozio d’autunno e quando tramontava allineato alla pietra mancava un mese all’equinozio di primavera. Il computo del mese era facile perché bastava guardare la fase della luna alla sera e alla medesima fase successiva cadeva l’equinozio». È d’altra parte assai persuasiva l’ipotesi che i menhir abbiano avuto funzioni cultuali. Quali catalizzatori e diffusori di energia, infatti, - scaturente dallo stretto rapporto dei monoliti con il Sole e con la Terra - i menhir avrebbero rappresentato per gli uomini preistorici, in forma tangibile e quasi sempre priva di immagine (= aniconica), le forze superiori regolatrici della sussistenza e, di conseguenza, della vita dell’uomo: il Sole e la Madre Terra. E nella correlazione tra luce ed ombra che le «colonne grezze» rilasciano, nel rapporto con la Madre Terra che dona vita e accoglie nuovamente piante, animali e uomini, al termine del loro ciclo esistenziale, che si manifesta l’essenza stessa della vita. In tale ottica, infatti, le pietrefitte potrebbero essere state anche segnacoli tombali ed indicatori di spazi riservati al culto dei morti.
Il menhir di Canne, dunque, visibile anche ad una certa distanza, potrebbe aver avuto molteplici funzioni: punto di riferimento astrale, punto di aggregazione delle genti, indicatore, oltre che di uno spazio cultuale, anche di un limite territoriale demarcato dall’Ofanto.
Senza alcun dubbio fu per l’uomo preistorico un segno della memoria che non ha mai smesso di esercitare curiosità e fascino nei secoli. A noi, oggi, il compito di preservarlo e continuare a farne un segno della nostra storia.

Margherita Catucci
Michelangelo Piccolo

http://www.astronomy2009.it/Eventi-nazionali/DOMENICA-DESTATE-A-CANNE-DELLA-BATTAGLIA

http://www.uai.it/web/guest/astronews/journal_content/56/10100/120608





 

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