«Da luogo di forti memorie storiche a posto di lavoro per prostitute. Così muore il “Caposaldo Cittiglio”, sulla strada provinciale Salinelle, l’avamposto dei militari italiani l’11 e 12 settembre 1943 morti in combattimento contro i tedeschi, oggi oltraggiato e ridotto a squallido lupanare con tanto di epitaffio a cura del Comune».
Questo l’amaro e condivisibile sfogo di Nino Vinella, presidente del Comitato Italiano pro Canne della Battaglia, in merito a quanto avviene in un luogo che dovrebbe essere meta di «pellegrinaggio» civile.
«Quando me ne ha parlato un mio giovane amico contadino che va in campagna da quelle parti, ho voluto verificare con i miei occhi e non potevo credere a quello che avviene. È bene specificare che quel luogo fa parte di quel ciclo di avvenimenti onorati con ben due medaglie d’oro sul gonfalone cittadino. Le tracce sono inequivocabili: una distesa di preservativi da far vomitare, migliaia di fazzoletti di carta bianchi dall’uso sanitario che il vento di maestrale ha “spillato” sui cespugli del viottolo verso l’antico ponte romano dove le prostitute (coi soliti clienti) si danno convegno in macchina per le loro prestazioni, uno scenario desolante. Una di quelle “vergo gne” sulle quali il nostro Comitato prende ora ufficialmente posizione e chiede conto a chi compete (qui è territorio del Comune di Barletta, nella parrocchia-santuario di San Ruggiero alla Boccuta) che è ora di dire “basta!” contro questo schifo», prosegue Vinella.
«Caposaldo Cittiglio è diventato, in questo tempo di vendemmia, un posto maledettamente infetto (dovrebbe intervenire l’autorità sanitaria preposta: che ne sappiamo dei germi e dell’Aids, ad esempio, nelle tracce organiche disseminate a pochi passi dai vigneti della zona?), vergognoso e che scandalizza al solo pensiero di come possano essere consumati i cosiddetti “atti osceni in luogo pubblico” a pochi passi dall’enf atica targa di marmo apposta a ricordo di un glorioso episodio militare oggi rovinato nel dimenticatoio da quelle stesse autorità magari ancora in posa nella foto-ricordo con tanto di picchetto d’onore - afferma Vinella -. Vorrei tanto chiedere in pubblico ai responsabili di modificare il nome della struttura museale ospitata al Castello in “Archivio sulla resistenza della memoria”, visto che di memoria ne abbiamo bisogno solo quando ci fa comodo, a pochissimi giorni dalle (purtroppo solo rituali) commemorazioni per il settembre 1943, divenuto punto di svolta e ricettacolo di libri stampati a perdere, nonché di un ipocrita sentimento di Patria oggi davvero tradito e che non sappiamo come spiegare semplicemente ai giovani che ci guardano maliziosi e ci chiedono perché».
Conclusione: «Caposaldo Cittiglio” va ripulito da ogni sozzura subito, altrimenti quelle previste celebrazioni per i morti civili e militari, per quei vigili urbani trucidati in piazza Monumento e per la rappresaglia nazista varranno molto meno di un pugno di prostitute, dei loro protettori e dei tanti loro clienti (anche barlettani) che sporcano e prendono a schiaffi, che insultano la nostra memoria».
Leggi il testo integrale dell’intervento di Nino Vinella• MONUMENTI, L’INCURIA E’ IN AGGUATO: UN LUNGO ELENCO DISSEMINATO SU TUTTO IL TERRITORIO Un po’ più di cura almeno per quei luoghi che sono patrimonio delle diverse comunità. La segnalazione relativa al Caposaldo Cittiglio segue quella sconcertante che riguarda Castel del Monte. Il monumento, tra i più visitati in Italia, diventato Patrimonio dell’umanità grazie all’Unesco è da sempre assediato dai rifiuti nonostante l’opera dei volontari che li rimuovono con costanza e abnegazione.
Stessa sorte tocca al castello di Trani (a pochi passi dalla Cattedrale) a ridosso del quale si trovano esempi poco edificanti di utilizzo del territorio. La stessa sorte tocca a Canne della Battaglia (diversi i casi di abusivismo edilizio nella zona da sempre tra le più a rischio cementificazione).
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