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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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01/09/2009.  MANFREDONIA – L’EUTANASIA DI “IPPOCAMPO”, IL VILLAGGIO TURISTICO ABBANDONATO (FU CREATO DA INVESTITORI DI BARLETTA).

Il villaggio turistico «Ippocampo» - in agro di Manfredonia e che per molti cerignolani è la casa dove trascorrere le vacanze - è un po’ come una bella donna che mostra tuttavia tutti i segni dell’età. E se nell’età le rughe possono essere un valore aggiunto, per una struttura di quel genere mezzo secolo di vita diventa un fattore decadente, in mancanza di opportuni correttivi. Da anni, quella che una volta era una località turistica di ottimo livello, è andata via via scadendo. Né la manutenzione ordinaria (strade, rete idrica, impianto fognante generale con la depurazione dei liquami, rete elettrica) dei servizi collettivi, affidata alla Pegaso Srl, può bastare per mascherare le ferite.
La «Pegaso» ha fatto tutto quello che ha potuto in nome e per conto degli inquilini, con i fondi a disposizione. Ma nel momento in cui si pone l’esigenza di provvedere ad una radicale riqualificazione di Ippocampo, ecco che l’amministrazione comunale di Manfredonia ha tirato fuori dal cilindro un coniglietto sotto forma di costituzione di un consorzio ad hoc, «obbligando» in un certo senso tutti gli inquilini ad aderirvi. Con questa soluzione l’amministrazione sipontina di fatto si sgraverebbe di tutti gli oneri e competenze, lasciando il cerino acceso in mano agli oltre duemila inquilini.
All’ente locale ed alla curatela fallimentare della società lottizzante, l’«Iti» (di riferimento su Barletta, patria del maggior numero di investitori e fondatori del villaggio nei ruggenti anni Sessanta), gli inquilini chiedono il completamento delle opere di propria esclusiva pertinenza e dunque condizioni di vivibilità e decoro del villaggio, sollecitando al Comune, la radicale manutenzione straordinaria mai fatta. L’«Iti» rigetta la competenza e nicchia il Comune che pure ha incassato per anni «Ici» e tributi vari senza mai risarcire il villaggio in termini di servizi. Al Comune, «Pegaso» e inquilini chiedono quell’attenzione minima che non c’è mai stata e di rimettere nel gioco i milioni di euro incassati negli anni dagli inquilini-contribuenti di Ippocampo. Si rivendica giustamente il proprio diritto di cittadinanza reclamando i doveri dell’appartenenza, non solo geografica. Doveri che nell’idea stessa di atto costitutivo del consorzio («scopo del consorzio è quello di provvedere al completamento, adeguamento, riparazione, sostituzione, funzionamento, gestione, pulizia custodia dei beni e servizi di uso e godimento comune dei consorziati in particolar modo di strade, parcheggi, servizi e verde pubblico, rete idrica e fognante, ivi compresi il relativo impianto di depurazione per i liquami civili e gli impianti tecnologici»), vengono girati agli inquilini. Che non ci stanno a pagare più volte per gli stessi servizi ed assistere all’eutanasia di Ippocampo.

ANTONIO TUFARIELLO
La Gazzetta del Nord Barese mercoledì 19 agosto 2009






 

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