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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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01/10/2009.  SPINAZZOLA – LASTRE DI ETERNIT A “MINISTALLA”: LA RIMOZIONE SI FA ATTENDERE.

Il cartello del sequestro posto dai carabinieri porta la data del 18 maggio 2005. Fa bella mostra insieme al nastro che perimetra le lastre di eternit contenente amianto presente nella grotta. La stessa di cui la “Gazzetta” ha parlato per anni. Perché da anni quell’eternit, nonostante l’azione dei militari e i riflettori puntati è rimasto li, senza essere rimosso e trattato per poi essere smaltito in discarica controllata. La grotta dei veleni si trova in località «Ministalla», strada del «Paredano» che segna il confine territoriale tra Minervino e Spinazzola. Ed è del primo Comune su cui ricade la competenza della bonifica. Ma a distanza di quasi quattro anni e mezzo, nonostante le lastre di etrnit siano in evidente stato di disgiunzione, frantumate in piccoli pezzi, tanto da rendere concreto il pericolo di dispersione di fibre di amianto, nessuno ancora fa nulla.
Ed allora, la storia, questa volta, la raccontiamo in altro modo: ad una manciata di metri dalla grotta, che non ha porte a chiusura ermetica come tutti possono immaginare, scorre la strada. E sulla strada passano le auto, e poiché tutta la zona è ricca di vegetazione, un bosco ad alto fusto, non è difficili che ad ignari automobilisti venga voglia di aprire i finestrini o di fermarsi. E così questi, pensando di respirare aria salubre e buona, si ritrovano ad inalare invece microscopiche particelle di amianto, sospinte dal vento, che con il passare del tempo, anche vent’anni, potrebbero a loro dar pace alla buona salute. La punta di sarcasmo usata non è atto sconveniente, perché avendo provato di tutto per richiamare la dovuta attenzione, dalla segnalazione alla denuncia, senza ottener risultato, non resta davvero che la seria canzonatura. Come si fa a far trascorrere tanto tempo nella completa indifferenza e nel disprezzo dell’eventuale pericolo per i cittadini? Su via. Quattro anni e mezzo, e nessuno ha sentito il dovere di porre rimedio ad una azione criminale come quella dell’abbandono di rifiuti tossici e nocivi in un area di transito giornaliero di persone. E come, per i passanti, avere un fucile puntato pronto a far fuoco da parte di un cecchino e la cosa ancor peggiore, è l’acclarata alternanza continua del killer. Prima chi ha abbandonato il materiale, poi chi ha proceduto al sequestrato senza curarne la rimozione ed ancora, chi ha ricevuto a Minervino la segnalazione del sequestro avvenuto da parte dei carabinieri di Spinazzola e a sua volta non ha fatto nulla. E per non farsi mancare anche gli ultimi attori, chi avrebbe dovuto provvedere ad obbligare alla bonifica e chi la bonifica invece a tutt’oggi non ha provveduto ad eseguirla. Comunque non resta che affidarsi al vecchio adagio: la speranza è sempre l’ultima a morire. Speriamo non di amianto.
COSIMO FORINA

La Gazzetta del Nord Barese di mercoledì 23 settembre 2009





 

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