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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

01/10/2009.  BARLETTA – ALTRA DISPUTA SUL BUSTO DI FEDERICO II: TESTIMONIAL O CHE ALTRO?.

Nei giorni scorsi, la Gazzetta del Nord Barese, in prima pagina, ha ospitato un istantaneo “botta e risposta” fra Renato Russo (editore nato a Occhiobello in provincia di Rovigo ma operante in Barletta anche come eclettico scrittore, con un passato politico di attivo militante nella corrente morotea dell’ex Democrazia Cristiana e sindaco della città negli anni Ottanta) e Raffaele Licinio (docente universitario), che riproponiamo testualmente ai nostri Lettori.
Nel frattempo, il Comune di Barletta ha rilanciato sulla stampa la raccolta fondi in favore del restauro dell’insigne opera d’arte attraverso SMS. Clicca qui per saperne di più

• FEDERICO II DI SVEVIA QUANDO L’AMORE È CIECO
di RAFFAELE LICINIO, professore ordinario nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università «Aldo Moro» di Bari
La prima pagina dell'edizione del Nord Barese della Gazzetta del Mezzogiorno ha pubblicato sabato 26 settembre un intervento dell'editore-autore barlettano Renato Russo. L’articolo verteva sull’imperatore Federico II di Svevia testimonial della manifestazione «L'Italia è bella», in cui viene attribuito a me (e al giornalista Marco Brando) il «convincimento» secondo cui «i pugliesi sarebbero privi di una propria identità culturale». Russo a volte non riesce ad evitare di darsi la zappa sui piedi, soprattutto quando vuol farci credere di essere oggettivo nella sua valutazione storica sul grande e controverso imperatore svevo.
Ma si sa, l'amore è cieco: se tale non fosse, il nostro filofedericiano ad oltranza si sarebbe accorto che il concetto di «identità culturale» riportato al singolare non solo non mi appartiene, ma è un concetto che impoverisce la ricchezza multiculturale che ha storicamente costituito – e continua a formare – le diverse identità pugliesi.
Questo ho scritto, questo penso: in Puglia Federico II è solo una di queste cosiddette «radici», non l’unica. Non posso tuttavia pretendere che Russo sia preciso nel riferire il pensiero altrui, specialmente quando non riesce a coglierne tutto intero il significato.
Allo stesso modo, sul busto barlettano che rappresenterebbe lo Svevo, egli non distingue tra rappresentazione idealizzata e ritratto realistico. Ma questo è tuttora argomento di discussione tra gli studiosi, gli esperti, gli storici dell’arte: lasciamo che discutano senza sollecitazioni preconcette.
Un’ultima osservazione: Russo scrive testualmente che io, direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi dell’Università di Bari, farei parte «dell’Università di Foggia». Ebbene lo confesso: in quella Università ho tantissimi amici e ho svolto qualche supplenza; e a Foggia risiedo da oltre un decennio. Ma, dal momento che da sempre faccio parte dell’Ate - neo barese, mi permetto di correggere questa ennesima «svista» di Russo, che certo non depone a favore della sua preparazione, e di invitarlo comunque, bonariamente come faccio sempre con i miei studenti, a studiare un po’ di più.

Gazzetta Nord Barese lunedì 28 settembre 2009

• LA RIVINCITA DI FEDERICO II TESTIMONIAL DELL’«ITALIA È BELLA»
di RENATO RUSSO, Società di Storia patria - Barletta
Domenica scorsa su Rai Uno, dal Teatro Stabile Rossetti di Trieste, Pippo Baudo ha presentato «L’Italia è bella», un progetto - alla sua sesta edizione - nato dalla collaborazione fra la Fondazione Città Italia (presieduta da Alain Elkann) e Rai Uno. L’iniziativa consiste nella raccolta di fondi per il restauro di importanti opere d’ar - te a rischio di degrado e sarà diffusa attraverso la tv con spot («Non prendersi cura dell’arte è come buttarla via») e appelli dai principali teatri italiani. «Senza l’aiuto dei privati - ha detto Roberto Cecchi - direttore generale del Ministero dei Beni Culturali - lo Stato non ce la può fare. Così abbiamo scelto 15 opere di grande impatto artistico, undici tele e un busto marmoreo di Federico II, l’unico ritratto esistente del grande monarca svevo».
« L’Italia è bella» è una trasmissione che farà da ponte fra le regioni e le città italiane dove sono conservate queste importanti opere pas- (Umbria), Barletta (Puglia), Bosando per Assisi logna (Emilia Romagna), l’Aquila (Abruzzo), Milano (Lombardia), Pompei (Campania), Ragusa (Sicilia), Roma (Lazio), Torino (Piemonte), Trieste (Friuli-Venezia Giulia). Per conoscere più in dettaglio le singole opere, basterà cliccare su http://www.fondazionecittaitalia.it e leggere l’allegato 2 che recita “Giornate dell’arte - VI edizione 20-28 settembre 2009. Beni da restaurare con la campagna di raccolta fondi”. A seguire l’elenco dei restauri proposti. Alla voce «Barletta», una breve spiegazione dell’opera descritta a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La cosa che inorgoglisce, fra l’altro è che, sia durante la trasmissione televisiva, che tra le pagine di internet e sullo stesso invito della «Fondazione Città Italia», il busto di Federico campeggia sullo sfondo come emblematico dell’intero progetto. E adesso avranno un momento di ripensamento quegli irriducibili critici della figura di Federico II nonché convinti assertori della inattendibilità del nostro busto? Mi riferisco al giornalista Marco Brando, autore di un saggio sullo Svevo, ma soprattutto al prof. Raffaele Licinio dell’Università di Foggia, direttore del Centro Studi Normanno-Svevo presso l’Università di Bari. Il loro convincimento è noto. Atteso che i pugliesi sarebbero privi di una propria identità culturale, avrebbero assunto quella del monarca svevo verso il quale coltiverebbero un vero e proprio culto. Mah!
Intanto la Regione Puglia sta finanziando, proprio in questo periodo, un progetto interregionale di promozione turistica «Itinerari di Federico II di Svevia» con i fondi dell’art. 5 legge 135/2001 che prevede “interventi di cofinanziamento a favore dei sistemi turistici locali per progetti di sviluppo in ambito interregionale”. Se obiettivo della Regione è promuovere il patrimonio culturale e storico, con prospettive di redditizi ritorni turistici, pochi personaggi come lo Svevo, si prestano al raggiungimento dell’obiettivo. Adottarlo come testimonial del progetto è un modo di ricambiare la preferenza che l‘imperatore nutriva per la nostra terra.

Gazzetta del Nord Barese sabato 26 settembre 2009





 

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