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03/12/2009.  BARLETTA – CONFERENZA SUI RESTAURI DELLA CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO.


“Dove ci si assoggetta all’usuale, si perde il mistero. La rinuncia all’arte è una sconfitta pastorale”. Con questa parole mons. Saverio Pellegrino, direttore dell’ufficio diocesano per i Beni Culturali, ha aperto la conferenza interamente dedicata alla presentazione e all’analisi dei restauri effettuati nella chiesa di Sant’Andrea. Alla presenza di S.E. Mons. Arcivescovo Giovan Battista Pichierri e del presidente della provincia Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola, sono intervenuti alla conferenza, fra gli altri, Mons. Angelo Dipasquale, la dott.ssa Clara Gelao e l’arch. Francesca Onesti. Sfondo per l’incontro ovviamente la rinata chiesa dedicata all’apostolo Andrea, riaperta al culto e più splendente che mai.
“Estetica e teologia hanno sempre comunicato, ecco perché la Chiesa ha bisogno dell’arte e l’arte ha bisogno della Chiesa” continua don Saverio, spiegando l’indissolubile legame tra fede e bellezza artistica. “Nelle opere d’arte la fede si è reidficata […] Attraverso di esse si documenta la continuità delle dottrine del popolo cristiano”. E una precisa quanto interessante analisi delle opere d’arte presenti nella chiesa di Sant’Andrea è stata curata e presentata al pubblico dalla dott.ssa Clara Gelao, direttrice della pinacoteca provinciale di Bari. Fra le opere di maggior rilievo la ‘Natività’ di Cesare Fracanzano (di contesto post-caravaggesco), una tavola raffigurante Sant’Antonio presente nella navata sinistra, realizzata da un misterioso ZT, autore del XV sec. (opera di gusto adriatico nel modo profondo di incidere il manto che ricorda Donatello o Mantegna), e infine una preziosa statua a tutto tondo di San Giovanni Battista, rappresentato come homo silvestris e preso come ispirazione in molte opere successive.
Altrettanto interessante l’intervento di mons. Angelo Dipasquale, economo della diocesi, che si è occupato degli aspetti meramente economici, sottolineando l’importanza fondamentale dei fondi stanziati dalla Cassa diocesana e dall’8xmille, oltre all’immancabile sostegno dei fedeli. Tanti frammenti che, insieme, hanno permesso la riapertura della chiesa.
La conferenza si è conclusa con la relazione appassionata dell’arch. Francesca Onesti, che grazie ad una serie di diapositive ha mostrato per la prima volta al pubblico la scoperta di ben 63 camere sepolcrali sotterranee, dove sono state ritrovate numerose armi del 1700 e persino uno scheletro intero (probabilmente un vescovo romano). Fra le altre importanti scoperte, il ritrovamento dell’abside dell’originaria chiesa medievale e un cassettonato ligneo presente nella parte destra del coro. Sentiti ringraziamenti a tutte le maestranze e ai numerosi artigiani locali che hanno collaborato a questo inestimabile lavoro di restauro, il quale, usando le parole dell’arch. Onesti, “ha seguito l’anima del luogo”.
La conclusione la lasciamo alle parole di don Saverio Pellegrino, citando una frase di Marcel Proust: “La terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma che disseminata di capolavori non sa né apprezzarli né conservarli”.

Ida Vinella





 

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