ROMA - Finita la naja, l'Esercito di oggi è fatto ormai di soli volontari che "onorano ogni giorno, lontano dai riflettori, una responsabilità gravosa e importante: quella di custodire e difendere - dice il capo di Stato maggiore, Filiberto Cecchi - i valori di democrazia, libertà e unità della Nazione". A questi "protagonisti del nuovo Esercito", soldati 'per scelta', è dedicato il Calendario 2006 della Forza armata.

Un racconto, ovviamente mese per mese, dell'impegno dei soldati italiani in Italia e nelle missioni 'fuori area', fatto attraverso le testimonianze dei giornalisti televisivi "che ne hanno condiviso esperienze, rischi e disagi". Il risultato sono 12 tavole, con le fotografie (di Pino Settanni) degli inviati e dei militari di questo Esercito in continua trasformazione: c'é una bionda alpina che arrampica (5 i ritratti delle donne in divisa) e c'é un super-tecnologico sottufficiale delle Trasmissioni; ci sono le volontarie 'in ferma breve' e i lagunari, i piloti, i parà e lo specialista Nbc. Neppure un'arma, nelle foto: solo un cane (quello degli artificieri del Genio), apparati radio sofisticati e computer, le macchine fotografiche e le videocamere dei Media combat team. I ferri del mestiere, insomma, di "un esercito moderno, portatore di pace, di sicurezza e di stabilità in tutto il mondo", dice il sottosegretario alla Difesa, Salvatore Cicu, intervenuto oggi alla presentazione del calendario.

Ma anche un Esercito costretto a fare i conti, pure quest'anno, con pesanti tagli al bilancio: "l'ottimizzazione delle risorse chiesta alla Forza armata - rileva, con un eufemismo, Oscar Giannino, vicedirettore di Mercati e Finanza - non è stata chiesta a nessun altro comparto dello Stato". "Basta tagliare, tagliare e tagliare.

Se il nostro Paese vuole continuare a fare bella figura nel mondo deve allargare i cordoni della borsa", avverte l'esperto di cose militari Andrea Margelletti. Neppure gli stipendi sono all'altezza, e tuttavia - come dimostrano gli ultimi dati sul reclutamento di volontari - c'é una gran voglia di grigio-verde tra gli italiani.

"Questo perché - dice il direttore dell'Ansa Pierluigi Magnaschi - il ruolo 'positivo' svolto dall'Esercito, in Italia e nel mondo, è ormai percepito chiaramente da tutti. In Iraq o in Afghanistan il militare del terzo millennio è insieme soldato, poliziotto, infermiere, perfino assistente sociale. Sono compiti esaltanti: un giovane che può aspettarsi di più? E' un mestiere che fa gola". D'accordo il direttore del Messaggero, Paolo Gambescia. Il successo di una istituzione, spiega, si ha "quando questa viene sentita non come altro da sé, ma la si riconosce come propria. E nel caso dell'Esercito questo rinnovato appeal non è solo una questione di naja che non c'é più, ma di percezione del ruolo importante che svolge. In Italia e, sempre di più, fuori dai nostri confini". Secondo il generale Cecchi, il Calendesercito 2006 "non è un tentativo di autocelebrazione, ma solo un riconoscimento a quanti mettono al servizio della loro Istituzione tutte le loro energie".

Ma con il calendario l'Esercito vuole anche dire grazie "a chi, come gli operatori dell'informazione, hanno compreso e fatto comprendere l'azione della Forza armata e la sua evoluzione verso valori di efficienza, modernità e credibilità. Valori che fanno onore non solo all'Esercito, ma a tutto il Paese".

Fonte: ansa.it