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19/05/2010.  BISCEGLIE - IL TEMPIETTO DI GIANO ASSEDIATO DA SQUALLORE E DEGRADO.

E' immerso tra gli ulivi, sul confine tra Bisceglie e Trani. Se non fosse per l'indicazione di un vecchio cartello turistico arrugginito, posto sul ciglio di un incrocio della via provinciale Bisceglie-Andria, il tempietto protoromanico di contrada Giano passerebbe quasi del tutto inosservato ai passanti.

Mentre un po' ovunque in Italia si é celebrata la Settimana della Cultura ecco che agli occhi di un gruppo di visitatori della domenica, incuriositi dallo svolgimento di una tradizionale fiera campestre, non è sfuggito quel tempio risalente all'XI secolo e facente parte di un antico casale colpito da un desolante e penoso stato di degrado ed abbandono.

Pietre dimenticate, che raccontano una storia lontana, celebrata nei libri ma forse ancora tutta da scoprire. Il cancello d'ingresso è sempre chiuso. Ma, anche per una persona anziana, è un gioco da ragazzi oltrepassare il muro di cinta di pochi centimetri per raggiungere il tempio ed ammirarne da vicino le sue fattezze architettoniche, le quattro arcate semicircolari con una cupola emisferica che poggia su un grosso toro.

E' un peccato vedere ridotto in questo stato di agonia un monumento di grande valore storico ed artistico, che è in preda all'assoluto abbandono ed a raid vandaliciA, dice alla "Gazzetta" un signore anziano stupito dal così tanto disinteresse verso un bene culturale di grande interesse. Dalla verifica dello stato dei luoghi ne viene una conferma che lascia attoniti.

Ciò che preoccupa è l'avanzamento imperterrito della vegetazione spontanea che infesta ogni fessura della chiesa, che da molto tempo sta compromettendo la staticità del tetto a chian carelle dove è cresciuto anche un albero.

L'interno dell'antichissimo tempio di dedicato al dio bifronte, struttura a pianta esterna rettangolare e con abside cir colare, è visibile solo attraverso una porta di ferro a grata ma la permanenza può durare solo pochi secondi a causa dell'insopportabile e disgustoso fetore emanato dalla coltre di escrementi dei piccioni che l'hanno trasformato in una confortevole colombaia. A trafiggere il cuore di chi ha la passione per questo patrimonio storico di indescrivibile valore è poi constatare la distruzione del colonnato dell'agrumeto adiacente.

"E' uno scenario di squallore intollerabile che penalizza i propositi dell'offerta turistica", ammette un attivista della Pro Loco impegnato nella vicina fiera. Ma nessuno se ne cura.

L'allarme è lanciato: il tempio necessita di un intervento urgente di manutenzione e restauro affinché sia salvaguardato e reso fruibile ai visitatori in maniera più decorosa. Si resta, dunque, in attesa di risposte sia da parte della Soprintendenza ai beni architettonici ed artistici che dal Comune di Trani dal quale "dipende" il tempio di Giano. Sperando che, come al solito, non giungano quando ormai è troppo tardi.

LUCA DE CEGLIA

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese
Mercoledì 19 maggio 2010


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