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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

02/07/2010.  STORIA PATRIA - 150° DELL'UNITA' D'ITALIA: RAFFAELE LACERENZA, QUEL GARIBALDINO BARLETTANO CHE COSTITUI' NEL RISORGIMENTO "I CACCIATORI DELL'OFANTO".

Tanto per la storia, ecco cosa accadde quel giugno 1866 a Barletta».

Così Luigi Di Cuonzo, responsabile dell’Archivio della Resistenza e della Memoria, a Barletta.

Che aggiunge: «Se non per esplicita e diretta intermediazione del barlettano Raffaele Lacerenza, fondatore dei Cacciatori dell’Ofanto, in quel periodo di effervescenze di idee, rapide ed efficaci, oltre che di autonome iniziative di partecipazione nei luoghi e nelle occasioni d’armi per consolidare il processo di unificazione dell’Unità d’Italia, senz’altro per la sua amicizia e la sua fattiva collaborazione alle imprese di Garibaldi nei due mondi, Barletta fu prescelta come sede di reclutamento di uomini per la guerra del ’66. Barletta per l’Italia Meridionale e Como per l’Italia Settentrionale. Alla stazione di Barletta, costruita nel 1862 e inaugurata, con il piazzale antistante denominato Piazza della Libertà, l’anno precedente, la sera del 9 giugno del 1866, giunse Menotti Garibaldi, figlio dell’eroe dei due mondi, in un’atmosfera di festosità straordinaria».

Di Cuonzo aggiunge: «Francesco Saverio Vista ricorda così l’accoglienza riservata a un tanto personaggio: “Fu accolto alla stazione da tutte le autorità, dalla banda musicale e da una enorme quantità di Garibaldini, che l’accompagnarono tra gli evviva e i battimani a casa del compianto Cav. Vito Cafiero, da lui offerta gentilmente. Difficoltà concrete, a dire il vero, in quel giugno 1866, dovette affrontarle il Sindaco Nicola Parrilli, costretto ad alloggiare una marea di giovani che, in un solo giorno di quel mese, raggiunsero il ragguardevole numero di dodicimila reclute in una città che, al censimento del 1842, registrava una popolazione di ventiseimila residenti.

Furono così costituiti, in quei giorni, il IX e il X Reggimento dei Volontari Garibaldini che presero il nome di Brigata Barletta”».

Ancora: «Michele Cassandro, ricorda: “L’accenno alla disfida provocò ne Garibaldini uno scoppio irrefrenabile di applausi. Il Comandante della Brigata – Maggior Generale Pichi conte Angelo – espresse i sentimenti della Camicie Rosse per la cordiale, fraterna assistenza fatta loro dai cittadini di Barletta.

Il 9° Reggimento, il 29 Giugno, è a Bergamo in movimento per Lonato e Salò, il 7 Luglio, con Garibaldi, a Rocca d’Anfo. Il 10° Reggimento partecipa con successo a sanguinosi scontri e occupa forti posizioni nemiche. Bezzecca fu presa e riconsegnata al suolo della Patria, ma il 25 di luglio pervenne a Garibaldi il noto dispaccio Armistizio firmato, evacuare Trentino.

Allo scioglimento della Brigata Barletta, Menotti Garibaldi, con lettera autografa di vero e sentito apprezzamento per i suoi soldati e per la città, restituì la gloriosa bandiera, decorata al valor militare, del 9° Reggimento, preziosa testimonianza per Barletta che, con orgoglio può ritenersi città leader, non solo nel ristretto territorio tardivamente assurto a Provincia, ma nell’intero Meridione d’Italia, in quel faticoso e contrastato processo storico dell’ unità della Nazione».

LUIGI DI CUONZO

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese
Venerdì 2 lulgio 2010






il contributo di Luigi Dicuonzo pubblicato su La Gazzetta del Nord Barese Venerdì 2 lulgio 2010.



 

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