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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

17/08/2010.  CANOSA - IL 24 AGOSO LA NOTTE DEGLI IPOGEI.

Il 24 agosto si rinnova la seconda edizione della “Notte degli Ipogei” a Canosa di Puglia (BT). L’evento, ideato e organizzato dalla Società Cooperativa Dròmos.it, è promosso dalla Fondazione Archeologica Canosina (FAC) nel ricco calendario de “Le Notti dell’Archeologia”, ovvero di quella serie di aperture notturne, visite guidate e manifestazioni culturali in Musei, Siti e Parchi Archeologici di Canosa, nell’ambito del progetto “Città Aperte” finanziato dalla Regione Puglia e dall’Unione Europea.

Dopo l’enorme successo di pubblico riscontrato nella precedente edizione, durante la quale migliaia di visitatori poterono apprezzare la straordinarietà della necropoli daunio-ellenistica (IV-III sec. a.C.) dell’antica Canusium, il 24 agosto ci saranno diverse novità e alcune sorprese.
Innanzitutto, per poter meglio garantire l’accesso ai siti, sarà prolungato l’orario d’apertura (accesso dalle 21,00 all’1,30), in più nel circuito di visita sarà inserito per la prima volta l’Ipogeo di Vico San Martino, recentemente recuperato e valorizzato dalla FAC, con accesso consentito per motivi tecnici sino alle 23,45.

Qui sarà possibile, oltre alla consueta visita guidata, ammirare in video-proiezione la restituzione virtuale in 3D dell’ipogeo.

Nella lunga nottata sarà possibile percorrere un affascinante viaggio alla scoperta del sottosuolo della città e dei tesori che nascondeva: gli ipogei e i corredi funerari. Infatti gli ipogei altro non sono che imponenti tombe a camera, vere e proprie dimore ultraterrene della classe aristocratica appartenente al popolo dei Dauni, popolo di origine Illirica che si insediò durante l’Età del Ferro nella Puglia settentrionale.

Questi grandi ipogei sono di età ellenistica (IV-III sec. a.C.), interamente scavati nel tufo (calcarenite) e di chiara impostazione greca e macedone, con influssi etruschi.

Ognuno di essi conserva caratteristiche specifiche: gli Ipogei Lagrasta sono ben noti per gli apparati architettonici scolpiti nel tufo: qui sarà possibile rivivere la “meraviglia” e lo “stupore” che la scoperta di questi luoghi suscitò alla metà dell’Ottocento, attraverso le parole dell’epoca e le descrizioni dell’architetto Bonucci che, incaricato del restauro, nel 1854 effettuò un sopralluogo:<>; l’Ipogeo dell’Oplita per il rilievo scultoreo raffigurante appunto un guerriero (oplita) e pertanto qui l’attenzione sarà rivolta al “Commiato dell’oplita prima della battaglia”, attraverso una rappresentazione scenico-danzante; l’Ipogeo Scocchera B con i suoi intonaci dipinti che potranno essere meglio compresi attraverso la visita guidata e la ricostruzione virtuale in 3D; l’Ipogeo del Cerbero, che conserva intonaci dipinti con la “Deductio ad Inferos”, il passaggio del defunto nell’oltretomba che sarà ben evidenziato da una rappresentazione scenica; l’Ipogeo D’Ambra, ove sarà ricostruita una ipotetica deposizione funeraria di età ellenistica.

Dagli ipogei provengono straordinari corredi funerari: vasi, ori, armi…che hanno reso famosa Canosa nei musei di tutto il mondo. Tra le ceramiche rinvenute un posto di rilievo occupano sicuramente i vasi plastici e policromi, ovvero i Vasi di Canosa, straordinari ed unici, vere e proprie sculture variopinte.

Nella serata sarà quindi possibile ammirare anche i corredi: quelli della Tomba Varrese esposti a Palazzo Sinesi e la collezione del Museo Civico Archeologico a Palazzo Iliceto.

[Info: Soc. Coop. Dròmos.it 333.8856300]

Per saperne di più:

Gli ipogei Lagrasta

È il più importante complesso funerario di Canusium e dell’intera regione tra la fine del IV e il I sec a.C.. È composto da tre distinti ipogei, scavati interamente sottoterra nel baco tufaceo. Il più grande è caratterizzato da un ampio dròmos (corridoio) di accesso e da nove tra camere e vestiboli che si diramano da esso formando una pianta a croce latina, e decorato con semicolonne ioniche.

L’ipogeo dell’oplita

L’ipogeo, risalente alla metà del IV sec. a.C., è noto per il bassorilievo che orna la parete di fondo della camera sepolcrale. Vi è rappresentata una scena di dedutio ad inferos, con un cavaliere, probabilmente lo stesso defunto, accompagnato da un guerriero con armatura oplitica nel suo viaggio verso l’oltretomba.

L’ipogeo del Cerbero

La tomba, di semplice struttura, si caratterizza soprattutto per l'affresco (databile agli inizi del III sec. a.C.) su cui, la presenza di Cerbero, il mitologico cane a tre teste, rende palese, ancor più che nella simile raffigurazione nell'ipogeo dell'oplita, il passaggio del defunto alla vita ultraterrena (dedutio ad inferos). Vari personaggi accompagnano il defunto nella funebre processione; tra questi compare un oplita e un cavallo, segno di appartenenza al rango equestre.

Nelle immediate vicinanze è stato recentemente recuperato e reso fruibile l’Ipogeo D’Ambra, costituito da un dròmos, un vestibolo e tre camere di sepoltura.

L’ipogeo Scocchera B

Venne casualmente alla luce nel 1895 assieme allo Scocchera A posto a dieci metri di fronte. Entrambi, dopo l'asportazione dei ricchi corredi funerari, furono ricoperti e poi perduti; nel primo fu rinvenuta una serie di vasi a figure rosse, una corazza anatomica in bronzo e un elmo celtico, probabile trofeo di guerra, lavorato a sbalzo. Il secondo ipogeo, ritrovato casualmente nel 1979, comprendeva invece alcuni vasi a decorazione plastica, statue di oranti, alcune coppe di vetro, degli orecchini e uno scettro in oro. Nella camera in asse con il dròmos, preceduta da un ingresso con semicolonne, capitelli e frontone (naiskos), ancora si notano tracce di pittura con scena di dedutio ad Inferos.

Palazzo Sinesi

Le sale dell’ottocentesco palazzo ospitano dal 1994 interessantissime mostre archeologiche grazie all’instancabile impegno della Fondazione Archeologica Canosina. Attualmente è in corso la mostra “1912 un ipogeo al confine. La Tomba Varrese”: 400 reperti di un prezioso corredo funerario del IV-III sec. a.C., costituiti da vasi apuli a figure rosse, ceramica dorata, ceramica listata, oggetti in alabastro, una eccezionale corazza anatomica in bronzo oltre agli originalissimi e straordinari vasi plastici e policromi di Canosa. Nell’ultima sala è esposto un affresco con scena di dedutio ad inferos proveniente dall’Ipogeo Santaloia.

Palazzo Iliceto

Imponente struttura del XVIII sec. ospita attualmente la collezione epigrafica del Museo Civico e la mostra archeologica “Tu in Daunios” su ritrovamenti inerenti il periodo dauno ed ellenistico con importanti materiali provenienti dalla necropoli canosina.



Guarda la locandina ufficiale.

La piantina degli ipogei.


 

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