Da Canne a Canosa il ricordo di una guerra fratricida.
Canne della Battaglia. Sulla terrazza della stazioncina di Canne, che offre l'emozionante vista della piana, luogo del cruento scontro tra i romani e i punici, la sera del 2 agosto si sono concluse le celebrazioni per il 2226° anniversario. C'era stata la conferenza Roma e Cartagine: lo scontro continua della Prof.ssa Vincenza Morizio ordinaria di Storia romana all'Universita' di Foggia, l'esposizione di opere d'arte del pittore Antonio Cilli in omaggio a Canne, l'intrattenimento musicale con la chitarra di Domenico Mezzina e la presentazione del volume L'amante italiana di Annibale Iride la salapina introdotto dal giornalista scientifico Luigi Starace e la lettura di brani scelti a cura della giornalista Mariella La Forgia, che costituivano tra gli altri la delegazione sipontina.
Canosa. Nel sagrato della cattedrale, gia' su manufatti longobardi, e all'ombra del normanno mausoleo Altavilla, la sera del 6 agosto 2010 ha avuto luogo la manifestazione canosina che ricorda il soccorso e l'ospitalita' fornite dall'antica citta' di Canusium alle truppe reduci della rovinosa battaglia di Cannae del 2 agosto 216 aC. Nessun altro popolo avrebbe resistito a tanta rovina avrebbe scritto Livio osannando il martirio dei romani.
La rievocazione di Canosa, che dovrebbe essere oramai alla sesta edizione, un'idea sorta in seno alla Scuola Secondaria di Primo Grado Foscolo-Marconi e che ha ottenuto il patrocinio del Comune e della Provincia BAT.
L'asilo offerto da Canusium ai romani fu tessuto dalla canosina Paola Busa, rivale politica della salapina Iride che parteggiava invece per i punici, entrambe figlie dell'alta borghesia d'epoca. Canosa, tuttavia, era gia' un emporium, vale a dire un deposito granario a disposizione dei romani, una enclave in territorio ancora libero dall'influenza capitolina.
L'aristocratica Paola Busa era della casata di un Buzos di Canusium, grossista, che nell'isola greca di Delo aveva ammonticchiato una grandezza economica ... Cannae, la futura Canne della Battaglia, era in Peucezia con Barletta, questa col nome latino di Bardulos, entrambi Vici nell'orbita di Kanysion, Canusium per i latini, Canosa *
La Peucezia partiva geograficamente dalla riva destra dell'Ofanto (tracciato originale), questo la linea naturale di confine con la Daunia la regione che si apriva verso il Gargano, il Fortore e il Subappennino, pertanto, per motivi storici, tradizionali e culturali, Trinitapoli con Margherita di Savoia (gli antichi territori di Salapia) non dovrebbero essere nella BAT, nell'orbita delle peucete Bardulos (Barletta), Netion (la greca Andria), Turenum (Trani). Canne, dauna, si affacciava letteralmente sull'antico alveo dalla riva della Daunia, anche se annoverata in Peucezia. Passi per S. Ferdinando di Puglia in BAT, poiche' il paese venne fondato in epoca moderna come colonia agricola nel 1843 per volere di Ferdinando II di Borbone; quindi e' verosimile una discendenza etnica di eterogeneita', insomma non propriamente di etnia dauna.
Canusium, dunque, non disertò il partito preso e fece di piu': Paola Busa, la facoltosa proprietaria, dissolse buona fetta del suo patrimonio per rivestire, medicare e rifocillare i quattromila sbandati romani, intimando ai cittadini di prodigarsi per la ricezione nelle case, elargendo la propria, per farne delle Diversoria. Non si demoralizzo' quando la citta' dovette compattarsi per respingere l'assalto di Annibale, fomentato dal rancore della sua amante contro la greca. Ebbe successo per virtu' delle alte fortificazioni di cinta, quantunque gli assedianti si fossero avvalsi di una eliopoli, che consisteva di una torre mobile alta fino a nove ripiani, che consentiva di fronteggiarsi a livello dei bastioni. Consegui' pubbliche lodi dal senato capitolino. Tito Livio, in Ab urbe condita (libro XXII) scrive: i nostri militi rifugiatisi a Canusium hanno avuto ospitalita' nelle case, e una donna aristocratica di nome Busa, nobile di nascita e di averi, offri' abiti, frumento e denaro *
La manifestazione canosina ha visto la sfilata in costume d'epoca militi romani con gli ospitanti cittadini prodighi di sussistenza e danzatori sul palco.
L'apice e' stato raggiunto con l'arrivo delle delegazioni, accolte da Francesco Ventola Presidente della Provincia BAT e Sindaco di Canosa, dal dirigente scolastico prof. Pasquale Diaferia e dal prof. Sabino Facciolongo.
La delegazione di Salapia (Trinitapoli), naturalmente in primo piano la figurante Iride, la donna che convinse Annibale per una strategia meridionalistica, quella di Cannae composta di Vitantonio Vinella, l'alacre presidente del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, promotore della rievocazione cannense, e della mia persona - Ferruccio Gemmellaro - avendo trattato giusto questi episodi nelle pagine della quadrilogia dedicata alle figure femminili protagoniste della storia - la salapina Iride, l'ultima nell'ordine editoriale - pertanto ospite accreditato sia a Canne sia a Canosa, con tutta la mia gratitudine. E' la prima volta che dal Veneto approdo ufficialmente in queste contrade - ho dichiarato in apertura al mio intervento - eppure, nelle poche ore di permanenza mi sono sentito uno di qui, per la familiarita' mostratami dalla gente
L'attesa delegazione sipontina (da Sipius-Sipontum) non ha potuto qui partecipare perche' bloccata da un nubifragio scatenatosi alla partenza da Manfredonia.
Un secondo aspetto delle celebrazioni riguardera' la cultura, la tutela ambientale, la storia, la gastronomia e sara' svolto il 14 agosto a ridosso dell'antico ponte romano sull'Aufidus (Ofanto) eretto tra il I e il II secolo dC, costituito di cinque arcate e quattro pilastri, muniti di speroni e pigne architettoniche allo scopo di offrire meno resistenza alle acque correnti.
La lungimiranza del portavoce le detrasse dal viavai di un piu' frequentato ponte, che i Romani avrebbero ristrutturato per la falcata fluviale dell'Appia verso Venusia. Quel Pons Aufidi, Ponte dell'Ofanto, dove lo spaccio di confine si era enfiato in uno slargo di venditori e compratori /âÂÂÂ?¦/ Da qui cigolavano, fino alla Gallia cisalpina, carovane zeppe di tessuti canosini e di lane daune, queste fresche di trattamento poiche' la zona ospitava vasche fulloniche di lavorazione *
* Gli incisi sono tratti dal volume L'amante italiana di Annibale Iride la salapina
Ferruccio Gemmellaro
LA RASSEGNA STAMPA SUL WEB
Ab urbe condita, Canne della Battaglia incontra Canosa
Sfilata storica con l'amante italiana di Annibale
Fonte: Barletta Life
http://www.barlettalife.it/magazine/notizie/ad-urbe-condita-canne-della-battaglia-incontra-canosa/
Nelle immagini (per gentile concessione di Barletta Life) i momenti salienti della rievocazione storica a Canosa