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15/09/2010.  BARLETTA - CONVEGNO "DONNE IN RETE PER UN'ITALIA MIGLIORE". ESPERIENZE A CONFRONTO.

Si è tenuto ieri, 14 Settembre, presso la Sala consiliare di Barletta il convegno: “Donne in rete per l’Italia migliore”.

L’iniziativa è stata promossa dal Laboratorio della Sinistra di Barletta che riunisce la Federazione della Sinistra (Pdci, Prc), Sinistra ecologia e libertà e i Verdi. Relatrici: Maria Campese, Assessore regionale alla semplificazione, al personale e allo sport; Irene Strazzeri, coordinatrice di Donne per la Puglia migliore; Rita Saraò, coordinatrice donne italiane per Nichi leader dell’intera sinistra.
Presenti rappresentanze di donne di Trani, Margherita di Savoia, Canosa.

Ad introdurre il dibattito Alessandro Porcelluzzi, membro di Sinistra ecologia e libertà.

Porcelluzzi ha presentato il desolante quadro dei partiti e delle istituzioni locali. A Barletta in consiglio comunale siedono solo due donne su quaranta consiglieri (tra l’altro, entrambe nell’opposizione di centrodestra). La giunta da poco nominata è composta da 6 uomini su 6.

Nel primo consiglio provinciale della BAT siedono solo due donne. La situazione non migliora se si guarda ai gruppi dirigenti dei partiti.

Irene Strazzeri ha raccontato l’esperienza delle Donne per la Puglia migliore, la rete di Lecce che riunisce donne di diverse generazioni e che rappresenta un interessante laboratorio rispetto ai temi della differenza sessuale.

Il laboratorio salentino ha elaborato documenti di estremo interesse in questo campo. In particolare Strazzeri ha sottolineato la duplice chiave in cui le politiche della differenze sono concepite e declinate da questo gruppo: da un lato la Puglia è interpretata come territorio di frontiera in profonda discontinuità rispetto alle tradizioni di potere del Meridione e dell’Italia; dall’altro la soggettività femminile chiede di essere riconosciuta in quanto differente e non assimilabile ai modelli maschili dei partiti e delle istituzioni.

Maria Campese ha sottolineato l’importanza di interventi forti e decisi nella direzione di un riequilibrio dei rapporti di forza tra i sessi ad ogni livello della rappresentanza.

Un esempio positivo è sicuramente rappresentato dalla giunta Vendola, dalla scelta del Presidente della Regione di individuare una squadra di governo composta al 50% da donne. Occorre, secondo Campese, riflettere anche sui sistemi elettorali: ovunque sia prevista la preferenza secca, le donne risultano perdenti.

In Campania una legge regionale ha imposto la doppia preferenza (una ad un uomo, una ad una donna) e ciò ha consentito l’elezioni di numerose donne in Regione. Anche nei partiti bisogna esplorare ogni strada possibile per femminilizzare i gruppi dirigenti.

Rita Saraò ha raccontato l’esperienza che ha condotto la rete delle donne a impegnarsi prima nella campagna per le primarie del centrosinistra e poi per la campagna delle regionali pugliesi a sostegno di Nichi Vendola.

Da questo incontro è scaturita anche la proposta di una Authority per le politiche di genere inserita a pieno titolo nelle linee programmatiche della giunta Vendola. La Rete ha poi lanciato la proposta di sostenere Vendola nella sua avventura per le primarie da premier.

Partecipato e vivace il dibattito seguito agli interventi delle relatrici: tra gli altri si segnalano gli interventi di Patrizia Tucciarone (SEL Canosa), Stella Mele (La Destra), Maria Acquaviva (SPI-CGIL), Santa Scommegna (dirigente del Comune di Barletta), Antonella Morelli (già candidata del movimento La buona politica).





 

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