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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

03/12/2010.  CANNE DELLA BATTAGLIA – E’ STATO ABBATTUTO IL GRANDE PATRIARCA! QUEL PINO MAESTOSO SUL VIALE DEI SEPOLCRETI NON C’E’ PIU’: UNA BRUTTA STORIA DI SCELLERATA FOLLIA BUROCRATICA .

La morte è sopraggiunta con un'operazione chirurgica dopo una lenta agonia. A farne le spese un albero vecchio di decenni ed ucciso dalla mano della burocrazia.


Una scellerata storia di carte e di fax tra Comune di Barletta, che voleva intervenire per salvare il grande patriarca ma dev'essere arrivato troppo tardi, e Provincia BAT, che ne ha deciso l'abbattimento in un soprassalto di efficienza da ultima ora.


Il tutto nel giro di pochissimi giorni, dopo l'allarme lanciato dal nostro Comitato lo scorso 16 novembre.


Il Comune di Barletta si attiva tramite Ufficio Staff e Manutenzioni, con un sopralluogo direttamente sul posto, il viale dei Sepolcreti al limitare dell'area archeologica, dove decide di provvedere prima alla recinzione con nastro di sicurezza e poi allo studio di adeguate (ma evidentemnte tardive) misure di sostegno e consolidamento del tronco, ormai quasi del tutto bruciato nella parte vicina al suolo ma comunque ancora in grado di sorreggere tutto il peso della pianta, che non denota segni di malessere botanico o quant'altro.


Dalla Provincia inviano un perentorio fax proprio al Comune, segnalando la pericolosità per gli utenti stradali della ex provinciale 142 e decretano l'ultimatum nella successiva settimana.


E così mentre i due medici discutono sulla... terapia al capezzale del grande patriarca, il malato viene fatto fuori, brutalmente: domenica 28 novembre, giornata dedicata dagli scout Agesci alla bonifica ambientale di Canne della Battaglia sul versante della stazione e della Cittadella, con tanto di autorità preposte all'ambiente (sic!) la beffa: i passanti, gli amanti del footing, i ciclisti, gli stessi contadini vedono solo segatura ed un'impronta sul terreno dove prima giganteggiava il grande e maestoso pino.


La Provincia deve quindi aver deciso tutto da sola e provveduto ad eliminare l'albero.


Oggi è la Festa dell'albero: ma proprio a quell'albero gli hanno fatto la... festa! Con quale faccia le competenti autorità si presenteranno all'opinione pubblica?


Nino Vinella, giornalista e Presidente Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia


Nelle immagini a corredo dell'articolo (Foto esclusive La Gazzetta dell'Archeologia on line) il luogo dov'é stato abbattuto e com'era il "grande patriarca", il maestoso pino mediterraneo sul viale dei Sepolcreti nell'area archeologica di Canne della Battaglia


Qui sotto alcune brevi note come promemoria di una situazione che a questo punto diventa non solo beffarda, quanto paradossale e scandalosa!


 


Dopo l'allarme per la tutela del paesaggio e del patrimonio boschivo nell'area archeologica di Canne della Battaglia, ora è arrivato davvero il tempo di muoversi.


 


Il grandissimo "patriarca", quel pino maestoso che chiude il viale alberato in direzione dei Sepolcreti, ora non c'è più: che almeno il suo "sacrificio", e la scellerata storia di malaburocrazia che lo ha accompagnato,  servano da esempio per tutti quegli altri alberi come lui che rischiano ora davvero di cadere da un momento all'altro.


 


I pini hanno tutti raggiunto un'altezza considerevole e, come gli ultimi rimasti in questa zona, sono ormai entrato a far parte del paesaggio in una zona divenuta purtroppo linea di confine del Parco regionale dellâÂ?Â?Ofanto: una posizione che, a quanto risulta dalle tracce raccolte in loco, determina tuttavia ancora scarsa vigilanza da parte delle Forze dell'ordine e dunque scatena le più sfrenate fantasie da quanti attentano alla natura ed all'ambiente.


 


Il sistema di... moda adesso consiste nell'arrostire, letteralmente, a fuoco lento i pini bruciandoli alla base. I delinquenti vi accatastano del legname e vi danno fuoco, aiutati in questo sia dalla presenza degli aghi dei pini, pigne ed altri scarti naturali: il tutto depositato in permanenza perché nessuno provvede alla sia pur minima pulizia dei viale, ostruendo anche le cunette laterali di scolo delle acque piovane che, in caso di precipitazioni, non riescono a smaltire il surplus che ristagna e crea pericoli alla circolazione dei veicoli e dei mezzi agricoli.


 


Ma torniamo all'azione degli sciacalli: appiccano il fuoco che prima divampa con fiammate anche abbastanza visibili ma dopo non si spegne e continua a... covare sotto la cenere, intaccando la parte del tronco a livello strada.


 


La lenta combustione e l'aggressione alla parte esterna della corteccia determinano l'inizio della lenta, lunghissima ma inesorabile malattia del gigante verde: nessuno all'apparenza si accorge della sua morte "in progress" tranne che rendersene conto solo a distanza di qualche tempo, quando ormai è troppo tardi per tentare una qualsiasi... "cura" botanica, allorché la chioma da sempreverde diventa marrone bruciato, diradandosi ed alla fine diventando uno scheletro di albero rinsecchito e nero.


 


In altri casi, tutti purtroppo documentati in fotografia, il tronco divorato dal fuoco a lenta combustione tende ad inclinarsi pericolosamente su se stesso, perché roso e distrutto: a questo punto, il giustiziere di turno ha ottenuto il risultato e denuncia alla competente autorità la pericolosa di quel tronco che pende sulla testa dei passanti e ne chiede il taglio. Fine della storia. La riuscita di quest'operazione pretende l'ammissione di responsabilità da parte di tutti noi verso gli alberi in generale e questi pini più degli altri in particolare.


 


Ogni albero nuovo piantato rappresenta l'impegno della staffetta in corso fra la generazione che ha assistito alla messa a dimora con quella successiva che lo vede crescere e quell'altra ancora dopo che lo vede alto ed orgoglioso.


 


Una staffetta del tempo che continua e di cui l'albero testimonia l'esistenza. Quei pini di Canne della Battaglia hanno maturato dozzine e dozzine di anni per essere cresciuti come sono adesso: furono piantati da chi adesso non c'é più e ne rappresentavano l'eredità di amore verso la natura da tramandare ai posteri.


 


Un messaggio di rispetto per l'ambiente, l'aria pura, il paesaggio: come pure un monito in termini di soldi pubblici che, come ha ricordato lo stesso Comune di Barletta nella sua recente campagna di sensibilizzazione nei giardini pubblici cittadini, comporta l'esborso di migliaia e migliaia di euro per conservare un albero adulto di quelle dimensioni.


 


Fermiamo i vandali ed i soggetti della malaburocrazia falsamente ambientalista adesso, tutti insieme!


 


LE ALTRE NOTIZIE CORRELATE



19/11/2010.  


SOS CANNE DELLA BATTAGLIA - SALVIAMO IL GRANDE PATRIARCA: STA PER CROLLARE IL MAESTOSO PINO SUL VIALE DEI SEPOLCRETI.


http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=6725


31/10/2010.  


CANNE DELLA BATTAGLIA - QUEI MAESTOSI PINI DANNO FASTIDIO? BRUCIAMOLI! MA LENTAMENTE E SENZA LASCIARE TRACCE: QUESTA LA NUOVA TATTICA DI CHI ATTENTA AL NOSTRI PATRIMONIO DI VERDE. FERMIAMOLI SUBITO! TUTTI INSIEME!.


http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=6656


15/03/2010.  


TAGLIO INDISCRIMINATO DI ULIVI E SISTEMATICI SBANCAMENTI NELL'AREA DI CANNE DELLA BATTAGLIA: QUESTO L'AMARO PRIMO COMPLEANNO DELLA RIPERIMETRAZIONE ALL'AREA DEL PARCO REGIONALE DEL FIUME OFANTO.


http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=5604







 

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