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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

20/02/2011.  BARLETTA – LA CHIESA DELLA SPIRITO SANTO NELLA PITTURA DI BIAGIO VINELLA.

La Chiesa dello Spirito Santo sorgeva dov'é adesso il palazzo ex Upim dove hanno sede gli uffici del Comune, tra piazza Moro (ex piazza Roma) e via Consalvo da Cordova. Nella toponomastica cittadina, il suo ricordo viene mantenuto vivo sollo dalla denominazione di una strada laterale "Via Mura Spirito Santo" che da piazza Moro corre verso il vecchio Ospedale civile in parallelo a via Roma.

Biagio Vinella (Barletta 1911-1965) dipinse quest’olio su compensato nel 1934. Col gusto di un’istantanea fotografica, il giovane pittore ha colto il momento di vita “paesana”, com’egli stesso descrive nelle memorie:

“Dipinsi dal vero nella primavera del 1950, quest’angolo di Via Ospedale dei Pellegrini con Via Consalvo da Cordova, con il gruppo di case (che successivamente furono abbattute per dare posto alla nuova costruzione del palazzo I.N.A. – dove hanno sede i Magazzini U.P.I.M.) per eternare il ricordo del vecchio quartiere dello Spirito Santo, così caro alla nostra fanciullezza, con il “forno”, “Lanzone della frutta”, e la bottega in fondo, con il portone grigio, di “Serafina della salciccia”.

Sulla destra, dietro la “baracca della frutta” e quella del “gelatiere”, vi era la “Chiesetta dello Spirito Santo” dell’Arciconfraternita della Morte – abbattuta prima della realizzazione di questo quadro, che ne veniva a completare la caratteristica e dava, con la sua facciata senza pretese, l’impronta di area paesana.

Ancor prima che si abbattesse la Chiesa, mi fu possibile dipingerla in un quadretto di piccole proporzioni, proprio nella festività di mezza Quaresima (che tale chiesa ne celebrava la processione con spari di fragorose batterie, luminarie ecc. così come si usava fare nelle tradizioni barlettane).

All’ombra di quella Chiesa e di quelle case trascorremmo la nostra infanzia, e la nostra vita, sino all’abbattimento della Chiesa (avvenuto nel 1935), fu guidata dal suono delle sue campane che ancora ci suonano nelle orecchie a ricordare di un tempo sereno e tranquillo, fatto di piccole e modeste cose, tra la fragranza del pane saporito fatto in casa e l’appetitoso arrosto della salciccia alla Serafina…

Piccolo sereno mondo di ieri cancellato, ahimé, dall’invadente valanga del “cemento armato”.

Ripresa fotografica e rielaborazione immagine a cura di Ida Vinella





 

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