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25/04/2011.  LA BATTAGLIA DI CANNE NEI SOGNI DI HITLER ALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Sempre presente negli studi storici a carattere divulgativo la Battaglia di Canne: in questo caso su "Repubblica" del 16 aprile 2011, edizione di Genova, questo titolo: "Hitler e il sogno di Annibale. Una catastrofe nibelungica"

SE DOVESSIMO immaginare la massima realizzazione della volontà di potenza, quasi calligrafica nella sua perfezione, non dovremmo pensare, poniamo, al vantaggioso Blitzkrieg contro la Francia del 1940, dovremmo piuttosto guardare alla lotta mortale tra la Wehrmacht e l' Armata Rossa da Stalingrado in avanti. Nietzsche, esattamente come Hitler (e come Heidegger che si richiama a Eraclito) ha pensato che nello scontro estremo si riconosca il valore degli individui e delle collettività.

Una visione agonistica dell' universo che Nietzsche ha teorizzato nella Volontà di Potenza e che Hitler ha praticato nell' operazione Barbarossa, e in particolare negli ultimi due anni, quelli agonizzantie conclusivi della vicenda - quelli, d' altra parte, in cui Hitler, vedendo che i Russi avevano la meglio, incominciò a tifare per loro.

È facile immaginarci l' atto finale di questa catastrofe nibelungica, magari scaricando le immagini, accessibilissime su YouTube, degli ultimi mesi di guerra nei cinegiornali della Deutsche Wochenschau.

Da una parte, c' è Hitler che fantastica nel Bunker gigantesche controffensive, si illude di avere attirato in una trappola mortale l' Armata Rossa che ha sfondato il fronte arrivando a Berlino, pensa di essere alla vigilia di una grandiosa replica della battaglia di Canne, con il Primo Fronte Bielorusso di Zhukov nella parte delle legioni romane e la Nona Armata di Wenk in quella dei cartaginesi.

Ma le cose andranno diversamente, Wenk aggira Berlino e riescea consegnarsi agli Americani al di là dell' Elba, mentre a difendere il Bunker ci penserà la Brigata Charlemagne, un gruppo di aristocratici e di sottoproletari francesi che a Berlino era convinto di salvare l' Occidente.

Dall' altra c' è Nietzsche che, dall' angolo in cui si è cacciato a Torino, scrive biglietti folli al Kaiser, organizza una grande politica, fantastica di trionfi che, fin tanto che lui sarà in grado di intendere e di volere, non verranno mai.

A un certo punto, i due crolli finiscono per essere uno solo. Sovrapponiamo mentalmente l' immagine di Bruno Ganz che passa in rassegna i ragazzi della Hitlerjugend in La Caduta e quelle di Nietzsche ormai demente a Weimar, in un documentario visibile anche sul web.

Come colonna sonora, niente Wagner e niente Bizet, andrebbe benissimo l' adagio della Settima sinfonia di Bruckner, nella esecuzione di Furtwängler (tutto un altro film se vogliamo, a partire A torto o a ragione di István Szabó) del 1942, quella che la radio tedesca trasmise il 1° maggio del 1945 dopo che Alfred Dönitz aveva dato l' annuncio del suicidio di Hitler.

MAURIZIO FERRARIS
Ordinario di Filosofia teoretica, università di Torino ©
RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte:
Repubblica.it
16 aprile 2011 — pagina 17
sezione: GENOVA



http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/16/hitler-il-sogno-di-annibale-una-catastrofe.html





 

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