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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

25/07/2011.  CANNE DELLA BATTAGLIA - MENO 8 GIORNI AL 2 AGOSTO: INCESSANTE IL CONTO ALLA ROVESCIA PER IL 2227° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA. PROSEGUIAMO NEL VIAGGIO SUI LUOGHI DI ANNIBALE NEL MEDITERRANEO . .

- 8 AL 2 AGOSTO...


Meno 8 giorni. Manca ormai solo una settimana nel "conto alla rovescia" della nostra speciale macchina del tempo per martedi' 2 agosto, 2227° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.


Ci accompagna in questo cammino dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati reportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunita' di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.


Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonche' scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.


Questa e' la ventitreesima puntata...


IL VIAGGIO/23.


E' il 189 e il condottiero approda sull'isola. Si dice cerchi rifugio dai pirati ma ormai la sua storia è nel mito. L'ombra del minotauro. Strani sogni a Creta


dal nostro inviato PAOLO RUMIZ


Isola di Creta, alba sul porticciolo di Agios Pelàgia. Unico rumore, i pesci che saltano dall'acqua. C'è la stessa luce gialla di Cartagena, tra Bahia Escombreras e il Mar di Mandarache con i sommergibili ai moli.


Ho sonno, orde di inglesi hanno fatto baldoria tutta la notte impedendomi di dormire, ma ormai è giorno e decido di aspettare il ritorno dei pescatori. E così, al tavolo del primo caffé aperto, solo con i cormorani e una mappa dell'Egeo, m' accorgo di essere letteralmente assediato dal mito. A Est, Eraklion e il palazzo di Cnosso con l'ombra del Minotauro.


A Nord, il mare che inghiottì Atlantide e mezza Santorini. A Sud, altissimo nelle nubi, il Monte Ida culla di Giove, con una scarpata di 2500 metri. A Ovest, il bastione del Levka Orì con le "termopili" di Samaria e le bianche rovine di Lissos sul Mare Libico. A Nordovest, sulla rotta del Peloponneso, Citera isola di Venere, con i suoi fantastici galli che svegliando i piumati confratelli di Anticitera - giura Patrick Fermor nel libro Mani - possono trasmettere onde di "chicchirichì" fino a Creta, in giornate senza vento come questa. E' il 189. Sono passati tredici anni da Zama e Annibale è approdato a Creta.


Che ci fa da queste parti? Si dice cerchi rifugio presso i Fratelli della Costa, pirati in azione sulle grandi rotte del Mediterraneo Orientale. Si dice che si attrezzi una sua Tortuga al riparo dai Romani che lo cercano ancora. La sua storia è scivolata da tempo nella mitologia. Di lui si sa pochissimo, salvo che compare qua e là come una meteora nel buio. Ricapitolo le tracce del vecchio leone dopo la sconfitta di Zama.


Nel 201 lui spiazza di nuovo tutti e diventa il miglior garante della pax romana. Fa di più: sorveglia il pagamento dei danni di guerra e riesce a risanare le finanze di Cartagine. Attacca i privilegi dei ricchi, ne denuncia gli abusi, scopre scandali finanziari, e per questo si mette in urto con la classe dirigente che comincia a complottare contro di lui. Patria ingrata! Un'ambasceria è mandata a Roma, dall'ex nemico, perché il vincitore di Canne sia tolto di mezzo, ma lui fiuta il pericolo, salta sa una nave e scappa fino a Tiro nell'attuale Libano.


Anche lì non ha pace. Si sposta a Efeso e incontra Antioco, re di Siria. Gli dà consigli strategici, torna per suo conto in Libano - l'antica Fenicia - e gli procura una flotta. I Romani s'inquietano, temono che il nemico risorga dalle ceneri, e ne richiedono la consegna ad Antioco. Spiegano che "numquam satis liquebit nobis ibi pacem esso Populo Romano, ubi Hannibal erit", mai sarà pace sicura per i Romani là dove ci sarà Annibale. Così lui è costretto a scappare e rifugiarsi a Creta, perfetta "no man' s land" del Mediterraneo.


http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-22/annibale-22.html


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