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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

01/11/2011.  BARLETTA - QUANDO VENGONO I PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA A PIANGERE I MORTI DEI CROLLI DA MALAEDILIZIA. GRONCHI NEL 1959 PER I 58 MARTIRI DI VIA CANOSA E NAPOLITANO VENERDI' 4 NOVEMBRE PER LE CINQUE VITTIME DI VIA ROMA.

Venerdì 4 novembre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà a Barletta nel pomeriggio sul luogo del crollo fra via Roma e via Mura Spirito Santo. Dopo in Prefettura incontrerà i parenti delle cinque vittime ed i superstiti, oltre alle autorità.

Sarà il secondo Capo dello Stato a rendere il triste omaggio: Giovanni Gronchi venne sul luogo del crollo di Via Canosa, col tragico bilancio di ben 58 vittime, a settembre del 1959.

IL CROLLO DI VIA CANOSA DEL 16 SETTEMBRE 1959: QUELLA VOLTA CHE IL PRESIDENTE GRONCHI…

“Dopo la tragedia del crollo, il Capo dello Stato porta a Barletta la commossa solidarietà di tutta Italia”.

E’ il titolo sulla prima pagina della Gazzetta di venerdì 18 settembre 1959, attuale come fossero trascorsi appena ieri i cinquantadue anni che si separano dalla notizia. Allora fu Giovanni Gronchi, terzo Presidente della Repubblica dopo De Nicola ed Einaudi, a volerci essere nelle ore immediatamente dopo la tragedia di via Canosa, col bilancio di cinquantotto vittime e Barletta sbalzata sulle cronache del Paese ed oltre come scandalo nazionale di una speculazione edilizia da mettere alla sbarra.

Il crollo avvenne alle 6,45 di mercoledì 16 settembre: il giorno dopo, giovedì 17, nelle ore concitate dei disperati, generosi soccorsi raccontati da tutta la stampa italiana come esempio ante litteram di protezione civile, con pochi mezzi meccanici e centinaia di mani nude, Gronchi, che in mattinata aveva visitato a Bari la Fiera, stravolse ogni programma e senza indugio decise di raggiungere Barletta nel pomeriggio.

Scrive Bepi Gorjux nell’articolo di fondo sempre della Gazzetta: “Il Capo dello Stato è giunto alle 16,12 ed ha subito varcato la soglia dell’Ospedale, verso il cortile nel quale erano state pietosamente composte nelle bare ancora aperte, protette da candidi veli, le salme.

Quando è passato il Presidente erano 42, poi sarebbero aumentate ancora. Mentre scriviamo sappiamo che sono salite a 47. Una intensa commozione era sul volto di Gronchi. Terminata la triste rassegna il Presidente ha sostato presso un gruppo di parenti delle vittime.

La maestra Biagia Chiariello che si è salvata per essere rientrata da Torino – dove si era recata a visitare alcuni congiunti – con 12 ore di ritardo, ha perduto nella sciagura la madre e due fratelli. Insegna in un altro Comune della provincia di Bari. Ha chiesto al Presidente di essere trasferita a Barletta”.

La giovane maestrina di allora, Gina Chiariello, che in altre foto sui rotocalchi dell’epoca appare in lutto stretto ancora a distanza di mesi durante il processo celebratosi a Trani, oggi è una distinta e riservata signora con gli occhi malinconici. Fa parte del nostro Gruppo di lavoro sulla storia del crollo di via Canosa: ma quel lutto, che non indossa più negli abiti, lo porta ancora tutto quanto dentro, coi suoi silenzi alle tante domande che potremmo farle quando si reca al cippo di via dei Pini dove sono scritti i nomi dei suoi morti.

Gina oggi abita a Padova: anche da lì, aiutata dalla sua nuova famiglia, continua ad interessarsi sulle pagine di quella tragedia che le ha cambiato la vita, da riscrivere insieme.

Torniamo alla visita del Presidente Gronchi all’Ospedale Umberto I.

“Intanto da alcuni gruppi di parenti di altre vittime si levavano all’indirizzo del Presidente composte ma chiare invocazioni di giustizia. Quasi parlando con se stesso, con tono pacato e sereno, il Presidente ha detto che l’inchiesta dovrà essere condotta con la massima severità e che se responsabili vi sono, saranno puniti. Il Presidente ha quindi proseguito salendo ai piani superiori per visitare i feriti. Qui l’on. Gronchi è diventato minuzioso. Ha parlato con ciascun ferito. Si è guardato attentamente intorno. Era chiaro il suo desiderio di assicurarsi che l’assistenza prodigata fosse completa, esauriente.

Lentamente, mestamente, il Presidente si è infine avviato all’uscita. Sulla soglia dell’Ospedale ha rivolto al prof. Lattanzio parole di apprezzamento e di elogio per l’opera che, con la collaborazione del corpo sanitario, egli ha svolto in queste tragiche giornate”.

Dopo l’ospedale, da piazza Principe Umberto il Presidente si diresse in auto sul luogo della sciagura attraversando lo stesso quartiere per via Milano fino a via Canosa.

“Qui giunto, è sceso dall’auto e si è reso personalmente conto della catastrofe nei suoi varii aspetti. Ha quindi risposto alle invocazioni dei parenti delle vittime, intrattenendosi con alcuni di essi. Prima di risalire in macchina ha raccomandato ai Magistrati presenti ed al Sindaco la massima severità nell’espletamento dell’inchiesta.

Ed ancora il Presidente ha voluto stringere la mano al colonnello che comandava i varii distaccamenti messi a disposizione dall’Esercito e ad un vice brigadiere dell’XI Reparto Mobile di P.S. che, con altri cento uomini, al comando del magg. Resta, si era prodigato con estrema abnegazione nell’opera di sgombero e nel disperato tentativo di salvataggio. Il brigadiere Salvatore Dieli aveva le mani sporche di polvere e di sangue. Ha ritratto confuso e vergognoso la mano che il Presidente voleva stringergli.

Ma Gronchi ha raggiunto quella mano piena di stanchezza e di dolore e l’ha stretta affettuosamente”.

Conclude l’inviato: “E’ quasi sera quando il corteo presidenziale si era appena mosso che altri parenti delle vittime hanno espresso a gran voce il desiderio di conferire con il Capo dello Stato.

Gronchi ha fatto allora fermare l’auto ed è sceso nuovamente per ascoltare le suppliche che gli venivano rivolte. Dal luogo della sciagura il presidente ha raggiunto la stazione, seguito da una folla enorme. Altra folla si era ammassata sul piazzale e sotto le pensiline.

Gli occhi velati di lacrime – non sono frasi d’occasione, aveva proprio gli occhi velati di lacrime – Gronchi si è affacciato al finestrino per un ultimo saluto. Dalla folla si è levata una sommessa commossa ovazione”.

Nino Vinella
Giornalista e portavoce del Gruppo di lavoro
“Barletta Via CanosaSettembre 1959-2009”

Ripercorriamo quella visita con la Gazzetta del Mezzogiorno di allora...

Grazie alla sezione di Barletta dell'Archivio di Stato per i giornali ed alla sezione dell'AVIS per le fotografie


Il Capo dello Stato porta a Barletta la commossa solidarietà di tutta Italia....

GRONCHI FU DI PAROLA CON BARLETTA DOPO IL CROLLO: ECCO LE PROVE….

CROLLO DI VIA CANOSA CINQUANTADUE ANNI DOPO: UN ALTRO ARMADIO DELLA VERGOGNA. E LA RICHIESTA DI UNA MEDAGLIA AI SOCCORRITORI.

 

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