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28/03/2006.  Archeologia - Trovate 500 epigrafi in Iraq: in pratica 5 secoli di iscrizioni.

ROMA - Oltre cinquecento epigrafi con iscrizioni letterarie, lessicali e storiche che raccontano sei secoli di storia dell’antica mesopotamia, dal 2700 al 2100 a.C. E’ l’eccezionale scoperta fatta in Iraq, nel sito archeologico di Eridu, a 30 chilometri da Nassirya, da un team italiano guidato dal Cnr. Che ora spera di riportare alla luce un’intera grande biblioteca attribuibile all’antica Ur, capitale del regno sumerico.
La scoperta, straordinaria anche perchè in quel sito si pensava ci fossero tracce solo di epoca preistorica quindi prive di scrittura, è stata fatta qualche giorno fa, durante una ricognizione, dalla ricercatrice del Cnr Silvia Chiodi - responsabile del progetto Iraq, MUseo Virtuale di Baghdad, che era accompagnata dall’assirologo Giovanni Pettinato, dal topografo del Cnr Mauro Mazzei e dai carabinieri specializzati del Msu (Multinational Specialized Unit).

«Cercavo una struttura muraria documentata da un servizio fotografico - racconta oggi la ricercatrice - quando il mio occhio è stato colpito da una piccola iscrizione su pece, per me una grande novità, e mi sono resa conto che non era l’unica. Con il professor Pettinato abbiamo cominciato a perlustrare la zona circostante e con nostra meraviglia ci siamo accorti che c’erano anche tavolette di argilla sempre incise con la scrittura cuneiforme». Un primo esame, racconta ancora la studiosa italiana, è bastato per capire che le epigrafi, tavolette di argilla con incisi su pece caratteri cuneiformi, non appartenevano ad un’unica tipologia. Pettinato, che di questa civiltà è uno dei massimi studiosi, le ha volute esaminare subito: «C’erano iscrizioni storiche, letterarie e lessicali. La cosa più sorprendente fu l’arco di tempo che le iscrizioni abbracciavano: dal 2.700 a.C. (I Dinastia di Ur) al 2.100 a.C. (III Dinastia di Ur)». Ma non solo: La presenza di numerose tavolette in superficie, ha sottolineato lo studioso, fa ipotizzare che si siano conservati documenti appartenenti ad una vera e propria biblioteca, «la qual cosa fa presumere l’esistenza di migliaia di testi».
Subito sono stati informati i Carabinieri del reggimento MSU, l’Ambasciatore italiano in Iraq, Gianludovico de Martino, le autorità irachene, il Ministro degli Affari Esteri, i vertici del Cnr e il Rettore dell’Università di Roma La Sapienza. Mentre è stata inviata una comunicazione, raccontano dal Cnr, al President of State Board of Antiquities Irachene, Donny George, e al Consigliere del Ministro iracheno, Bahaa Mayah, per un incontro urgente. La prima cosa da fare ora, spiega Silvia Chiodi, è assicurare la protezione al tesoro ritrovato: «La priorità va alla salvaguardia del sito e dei reperti conservati», dice. Le tavolette devono essere catalogate e conservate. Fra qualche tempo però li si potrà ammirare, seppure in versione virtuale: una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, conclude la ricercatrice, l’intenzione è quella di dedicare alla scoperta e al recupero delle tavolette una finestra del museo Virtuale di Baghdad, che sta allestendo il Cnr.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno on the web 27/3/2006






 

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