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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

19/08/2013.  ANNIVERSARI - LE ULTIME ORE DI GIUSEPPE DE NITTIS IN QUEL 21 AGOSTO 1884…. UN RICORDO NEL CENTENARIO DELLA DONAZIONE A BARLETTA DI QUELLE OPERE CHE LA VEDOVA LEONTINE VOLLE RESTITUIRE ALLA CITTA’ NATALE.

E’ triste morire d’estate. La gente pensa a divertirsi, è svagata, senza memoria. Eppure, a Parigi, perfino Le Figaro scrisse: “Un artista di rara coscienza, un pittore di grande merito che ha il suo posto segnato in prima fila della scuola impressionista, Joseph De Nittis, è morto quasi improvvisamente a Saint Germain-en-Laye”. Era il 21 agosto 1884.

Peppino aveva solo trentotto anni, più della metà trascorsi fuori dalla sua Barletta. Ma quell’ultimo anno fu incredibilmente vissuto sull’altalena tra la celebrità da pittore affermato e il pettegolezzo tutto mondano dei salotti bene parigini.

Come ricordano Piero Dini e Giuseppe Luigi Marini nella monumentale opera omnia denittisiana pubblicata nel 1990 da Allemandi editore col sostegno della Cementeria ed un saggio di Ruggiero Mascolo, allora direttore della civica pinacoteca.

“In febbraio De Nittis si trova ancora con la famiglia in Italia ed è molto rattristato nell’apprendere che un gran numero di falsi delle sue opere sono in circolazione.

Da marzo a maggio vivono nella capitale francese; si vocifera che le loro condizioni economiche non siano più buone.

De Nittis espone a Londra i tre pastelli del Trittico in vendita alla complessiva cifra di 2.400 sterline.

Il 10 aprile De Nittis è ancora nel suo villino di Parigi. Dipinge La guardiana di oche, che invia al Salon insieme a Colazione in giardino e Fiori d’autunno. Esegue inoltre Figura ridente, un bellissimo Tramonto a tempera su un ventaglio e l’Autoritratto in piedi.

Il 25 aprile è nominato Accademico di merito dell’Accademia di Belle Arti di Perugia.

Il 1° giugno i De Nittis partono per Saint Germain-en-Laye, ma in luglio il pittore si sente già male.

Il 19 agosto, sempre più sofferente, riceve per l’ultima volta de Goncourt: ha sul cavalletto l’estremo ritratto della moglie, in via di esecuzione, L’amaca.

Giuseppe De Nittis muore nella sua villetta di Saint Germain-en-Laye il 21 agosto per congestione cerebrale e polmonare, lasciando 200.000 franchi di debiti.

“La morte di quest’uomo di trentotto anni – scriveva Goncourt – di questo ragazzo così amabile e così ingegnoso da procurarsi gioia e piacere, di questo pittore così pittore, salvo che per gli invidiosi e per i nemici, ha incontrato una simpatia tutta naturale. Ed è meraviglioso e toccante il lusso dei fiori deposti sulla sua bara”.

Il pittore viene fatto imbalsamare e seppellire nel cimitero di Père Lachaise per volontà della moglie Léontine che, negli anni successivi, oltre a dedicarsi alle sue ambizioni letterarie, curerà l’educazione del figlio Jacques, laureatosi in medicina, e cercherà di non disperdere le opere rimaste nello studio del marito, fino alla donazione di gran parte di esse - 171 pezzi fra tele, tavole, acquarelli, pastelli, disegni, acque forti, puntesecche – al Comune di Barletta”.

Ma questa è davvero tutta un’altra storia...

Grazie, De Nittis!

Nino Vinella, giornalista e barlettano

LA RASSEGNA STAMPA SUL WEB…

Gli ultimi giorni di Giuseppe De Nittis, un ricordo nel centenario della donazione. L'intervento del giornalista Nino Vinella nel giorno anniversario della scomparsa del grande artista barlettano

http://www.barlettalive.it/news/Cronaca/239004/news.aspx#main=articolo





 

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