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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

31/12/2014.  BARLETTA - "S. RUGGERO, VESCOVO DI CANNE A FAVORE DELLA PACE, DELLA LIBERTA’, DELLA DIGNITA’ UMANA". L’OMELIA DELL’ARCIVESCOVO.

Come sempre, e nonostante le avverse condizioni climatiche, che hanno indotto gli organizzatori ad annullare la solenne processione prevista nella serata, gremita di fedeli la Chiesa di S. Ruggero per la S. Messa presieduta dall’Arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri con la partecipazione del Capitolo Cattedrale, dei sacerdoti, diaconi, seminaristi, e del Comitato Festa Patronali.

Presenti le autorità civili (Assessore Marcello Lanotte; Carmela Peschechera, Presidente del Consiglio Comunale di Barletta; Luigi Rosario Antonucci, Vice presidente Provincia Barletta-Andria-Trani)

L’Arcivescovo, nella sua omelia, ha ripreso ampiamente il messaggio di Papa Francesco per la 48.ma Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2015) sul tema “Non più schiavi, ma fratelli”.

Di seguito si propongono ampi stralci dell’omelia dell’Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie

La via privilegiata per la pace è riconoscere nell’altro non un nemico da combattere, ma un fratello da accogliere. Si tratta di un processo continuo, che non può mai essere dato per raggiunto pienamente (Papa Francesco al Consiglio d’Europa, 25.11.2014)

Come proseguire l’obiettivo della pace? Promuovendo i diritti umani …. ed esercitando la fraternità.

Per camminare verso il futuro, servono memoria, coraggio, sana e umana utopia. Dall’individualismo indifferente nasce il culto dell’opulenza, cui risponde la cultura dello scarto nella quale siamo immersi.

“Lo scarto umano” individuato da Papa Francesco nel messaggio per la 48.ma Giornata mondiale della pace (2015) è questo:

Lavoratori o lavoratrici, anche minori, asserviti, a livello formale e informale, dal lavoro domestico a quello agricolo, da quello nell’industria manifatturiera a quello minerario, tanto nei Paesi in cui la legislazione del lavoro non è conforme alla norme e agli standard minimi internazionali, quanto, sia pure illegalmente, in quelli la cui legislazione tutela il lavoratore (il cosiddetto lavoro nero)

Molti migranti che, nel loro drammatico tragitto, soffrono la fame, vengono privati della libertà, spogliati dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente. E giunti, a destinazione dopo un viaggio durissimo e dominato dalla paura e dall’insicurezza, sono detenuti a condizioni a volte disumane. I migranti che si sentono spinti alla clandestinità; e quelli che accettano di vivere e lavorare in condizioni indegne …. Condannati ad un “lavoro schiavo”.

Persone costrette a prostituirsi, tra cui ci sono molti minori, le schiave e gli schiavi sessuali; le donne forzate a spostarsi, e quelle vendute in vista del matrimonio e quelle trasmesse in successione ad un familiare alla morte del marito senza che abbiano il diritto di dare o non dare il proprio consenso.

Naturalmente, si comprende bene che il Papa, quando parla, ha presente la situazione generale dei diversi continenti.

Minori e adulti fatti oggetto di traffico e di mercimonio per l’espianto di organi, per essere arruolati come saldati, per l’accattonaggio, per attività illegali come la produzione o vendita di stupefacenti, o per forme mascherate di adozione internazionale

Coloro che vengono rapiti e tenuti in cattività da gruppi terroristici, asserviti ai loro scopi come combattenti o, soprattutto per quanto riguarda le ragazze e le donne, come schiave sessuali. Tanti di loro spariscono, alcune vengono vendute più volte, seviziate, mutilate, o uccise.

Quali le cause di così profonde schiavitù? - si chiede il Papa

La concezione della persona umana come un ‘oggetto’. (Pensiamo alla cultura sottostante alla fecondazione eterologa che dà la possibilità di fecondare vite umane anonime e pertanto produzione di persone che possono essere asservite a scopi perversi).

Quando il peccato corrompe il cuore dell’uomo e lo allontana dal suo Creatore e dai suoi simili, questi ultimi non sono più percepiti come esseri di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità, ma vengono visti come “oggetti”. La persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, con la forza, l’inganno o la costrizione fisica o psicologica venne privata della libertà, mercificata, ridotta a proprietà di qualcuno; viene trattata come un mezzo e non come un fine.

Accanto a questa ‘causa ontologica’, ci sono gli atteggiamenti irresponsabili e perversi dell’agire umano, quali:

La povertà, il sottosviluppo, l’esclusione … specie quando questi sono le conseguenze della mancata educazione e istruzione. Così si fomenta la cultura dello ‘scarto’ e si incrementa la criminalità che gestisce il traffico di essere umani. Sono tante le reti che si utilizzano abilmente attraverso le moderne tecnologie informatiche per adescare giovani e giovanissimi on ogni parte del mondo.

La corruzione di coloro che sono disposti a tutto per arricchirsi usando anche persona umana. Quando il ‘dio denaro’ prende il posto di ‘Dio’, allora crescono le schiavitù.

I conflitti armati, la criminalità, il terrorismo.
S. Ruggero (siamo al secolo XI), vescovo, ha lottato contro le forme di schiavitù del suo tempo, in Canne. Egli visse per il gregge che gli era stato affidato, senza mai spadroneggiare su di esso, facendosi, secondo il programma di S. Paolo, tutto a tutti. Contribuì alla ricostruzione morale e materiale de suo popolo, restando unico baluardo per la sua gente prostrata dalla miseria e dalla fame. Con instancabile ardore aiutò i fedeli e li sostenne spezzando loro il Pane eucaristico e della Parola di Dio, come anche facendo della sua casa un luogo di accoglienza fraterna. Così scrive l’Anonimo Cannese del sec. XV: “Era assai pietoso e premuroso per la salute delle anime”. Fece dell’episcopio “un puro hospizio che sempre stava aperto di notte e di giorno per alloggiare i viandanti e i pellegrini, le vedove e i bambini, dove trovavano conforto e consolazione”.

La nostra realtà di Chiesa diocesana, nell’oggi della storia, è chiamata ad imitare S. Ruggero, suo patrono, promuovendo l’evangelizzazione e la missionarietà; e dando un’attenzione particolare alle urgenze della vita sociale impegnandosi perché tutti, specie i più bisognosi, abbiano una vita dignitosa. E’ necessario curare la formazione dei credenti non solo sui temi spirituali, ma anche in quelli di una cittadinanza attiva e responsabile nel perseguire il bene comune.

Nella nostra città di Barletta c’è qualche piccolo segno di attenzione ai poveri:

La casa di pronta accoglienza della Caritas in Via Manfredi, recentemente restaurata;

La mensa dei poveri sostenuta dall’Amministrazione Comunale e gestita dal volontariato Caritas e il sollievo che viene dato ai barboni … Voglio citare il nome di Don Leo Sgarra che, con i suoi collaboratori, la sera va in aiuto ai barboni senza alcun clamore….

Ciò non è sufficiente. Come dice Papa Francesco, dobbiamo globalizzare la fraternità, non la schiavitù, non l’indifferenza”: “In questa prospettiva, desidero invitare ciascuno, nel proprio ruolo e nelle proprie responsabilità particolari, e operare gesti di fraternità nei confronti di coloro che sono tenuti in stato di asservimento”.

Il Sinodo diocesano è l’evento di grazia che può aiutarci, come Chiesa diocesana, a crescere in Gesù Cristo nelle dimensioni della preghiera, della profezia, della carità. Dobbiamo essere presenti nella Città come luce, come sole, come fermento di comunione fraterna.

Mi rivolgo a te, S. Ruggero, nostro patrono e ti invoco:
“Tu, che sei stato esperto in umanità e messaggero di giustizia e di pace; Tu che ti distinguesti tra la tua gente quale padre per i poveri, sostegno per i sofferenti e scudo per gli indifesi: riempici dell’amore puro che non guarda al proprio interesse e ci rende capaci di riconoscere Dio negli ultimi.

Amico di Cristo che per disposizione divina hai privilegiato a luogo della tua pace e del tuo riposo Barletta, città di Maria, sostienici sempre con la tua intercessione fino a quando, accolti tra le braccia misericordiose del Padre, conterremo in eterno la sua misericordia. Amen”.

A conclusione della celebrazione, Mons. Filippo Salvo, Vicario Episcopale, ha espresso i saluti e gli auguri ai presenti e alle autorità, auspicando una fattiva e crescente collaborazione per il bene della Città di Barletta. Un grazie particolare a Lorenzo Chieppa, Direttore della Caritas cittadina che si è fatta promotrice di un pranzo per i bisognosi, svoltosi dopo la celebrazione nella foresteria del Monastero di S. Ruggero. Un saluto anche a Teleregione per la diretta televisiva che ha consentito soprattutto agli anziani e agli ammalati di partecipare alla festa cittadina di S. Ruggero radicata nella memoria storica dei barlettani.

Fonte:
Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
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