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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

14/07/2005.  Il recupero delle stazioni impresenziate per scopi sociali, turistici e culturali .

L’evoluzione tecnologica ha modificato le modalità di produzione e l’organizzazione del lavoro in ogni settore imprenditoriale, anche nel campo ferroviario.

Sistemi informatici sempre più sofisticati da oltre un ventennio governano la circolazione dei treni da postazioni centralizzate distanti anche centinaia di chilometri dalla stazione dove arriva e parte il treno di cui il sistema gestisce l'itinerario.

In altri termini tutte quelle mansioni tecniche connesse all’esercizio ferroviario, una volta prerogativa del capostazione o del manovratore, ora sono sempre più spesso affidate all’intelligenza e alla precisione di un computer. Anche i servizi commerciali, come la vendita dei biglietti, si sono evoluti: ora è possibile acquistare biglietti da casa, tramite internet o presso agenzie collegate con terminali alla rete commerciale di Trenitalia, o tramite emettitrici automatiche poste nella stazione o, ancora, presso edicole e tabaccherie.

In molte piccole stazioni, dunque, le biglietterie non erano più necessarie e di conseguenza sono state chiuse. E’ cambiata, insomma, tutta l’organizzazione del lavoro che una volta accompagnava il passeggero nel suo viaggio in treno. I segnali e i passaggi a livello sono comandati tramite computer a distanza, diversificati e decentrati sono i sistemi di vendita.

Tutto questo ha reso via via superflua la presenza del personale ferroviario, sia di quello addetto alla circolazione dei treni sia di quello addetto ai servizi commerciali. Molte stazioni, soprattutto quelle piccole, sono così diventate “impresenziate” e si sono liberati fabbricati, uffici, stanze e locali di vario genere prima utilizzati dal personale ferroviario.

In uno studio concluso nel 1999, sono state classificate come impresenziate oltre 1400 stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale e non più utilizzati circa 2000 locali per oltre 400.000 mq di superficie disponibile.

Quest’ampia disponibilità di aree all’interno o in prossimità di centri anche ad alta densità abitativa è stata subito colta come una grande opportunità per enti locali e associazioni che potevano realizzare all’interno di questi spazi progetti e iniziative con ricadute sociali sul territorio.

Il riuso delle aree ferroviarie impresenziate da parte delle associazioni, composte di giovani, cittadini e anziani, inoltre, ha contribuito a frenare l’inevitabile degrado di questi immobili e, molto spesso, le associazioni o gli enti locali, nell’ambito dei rapporti contrattuali di gestione dell’immobile, sono incaricati di svolgere anche compiti di manutenzione sia della struttura immobiliare che delle aree verdi circostanti la stazione, assicurando con ciò il mantenimento di livelli standard di sicurezza e decoro per i clienti che utilizzano il treno e la stazione.

Attualmente sono circa 300 le stazioni, che Rete Ferroviaria Italiana (la società del Gruppo Ferrovie dello Stato che svolge la funzione di proprietaria delle infrastrutture ferroviarie) ha assegnato a vario titolo a enti locali e associazioni al fine di essere riutilizzate come centri di sviluppo di attività sociali a favore della collettività circostante.

Viene fornito in allegato un quadro esaustivo, approfondito e a volte anche critico delle esperienze attualmente in corso di riuso a scopi sociali, turistici e culturali delle stazioni impresenziate per ogni regione d’Italia.


Le Stazioni rifioriscono












 
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