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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

01/05/2015.  BARLETTA - PERCHE' IL COLOSSO FA SEMPRE NOTIZIA: FRA RESTAURI E FOLKLORE, COM’E’ CAMBIATA DAL BIANCO E NERO AI SOCIAL L’INFORMAZIONE SUL PIU’ IMPORTANTE MONUMENTO DELLA CITTA’ E NEI NOSTRI BENI CULTURALI. IL REATO? EVITARE LO "SPACCIO" DELLA MALACULTURA.

Si sono spenti i riflettori sul restauro ultimo al Colosso di Barletta. Ma il dibattito continua: E nell’attesa delle conferme sulla sua vera identità (attese dagli esami sulle terre di fusione del bronzo), ecco alcune riflessioni in materia di comunicazione ed informazione relative ai beni culturali, dedicate al monumento-simbolo della città.

Scrivo da giornalista trentaquattro anni dopo quel restauro, dove sono stato diretto testimone, fra il 1979 ed il 1981, al primo e più importante restauro alla statua bronzea di Eraclio: la chiamo sempre così, secondo tradizione e cultura popolare tutta barlettana.

Ero corrispondente cittadino per La Gazzetta del Mezzogiorno, quando il nostro quotidiano era l’unica “voce” scritta e stampata sul panorama editoriale e giornalistico di Puglia. I pezzi, gli articoli, li scrivevamo, io ed il collega Giuliano Rotunno, con le Olivetti lettera 22, li dettavamo per telefono agli stenografi della Redazione di Bari, e qualche volta, nell’ultim’ora di un consiglio comunale o delle partite di calcio, dettandoli direttamente “a braccio” al dimafonista, che incideva sul disco per poi trascriverli e passarli al redattore principale per poi mandarli in tipografia ed impaginare il menabò. Tutta una filiera professionale oggi mandata in archivio dal digitale e dal telematico…

SCRIVERE PER LA GAZZETTA era allora insieme entusiasmo ed orgoglio, passione e cuore. Così fu per quello storico restauro al Colosso di Barletta, quando lo raccontai ai nostri Lettori senza concorrenti, senza televisioni, senza blog, soprattutto senza social.

Una responsabilità enorme: se avessi sbagliato anche una sola virgola, mi avrebbero linciato. Ed invece, l’importanza di quel restauro fu talmente notevole che la Gazzetta (pubblicata in assoluto bianco e nero) ospitò le sue fasi più delicate sconfinando dalla pagina provinciale dalla Terra di Bari all’edizione nazionale, addirittura in terza pagina, la pagina della Cultura italiana che leggevano tutti in tutta Italia, specialmente a Roma ed a Milano, le due Capitali, dove la Gazzetta si vendeva per motivi politici e finanziari.

L’impegno di Ninì Calvaresi, fotografo ufficiale della Gazzetta, fu encomiabile: quelle foto in bianconero restano nella storia, come oggi le foto a colori e le riprese del figlio Attilio, che onora la famiglia Calvaresi col nome del fondatore della dinastia di fotografi per l’attualità qui a Barletta.

Come sia cambiato il mondo della comunicazione e dell’informazione giornalistica in genere lo viviamo tutti quanti noi oggi. Cambiarlo è stato difficile, ma ci abbiamo messo del nostro tutti quanti. Grazie a chi ci legge, grazie a chi ci guarda, e grazie soprattutto a chi ci da la possibilità di raccontare e di testimoniare i fatti. Oggi come ieri. E domani, un futuro già iniziato...

I MEDIA TELEVISIVI giocano un ruolo straordinario: da "Superquark" a "Voyager", da "History Channel" su Sky a "Passaggio a nord ovest", per non citarne che qualcuno, è tutto un fuoco pirotecnico. Se ne vuole sempre sapere di più, giusto, ma come sempre c'è chi acquista e consuma da una parte, e chi produce e tenta di vendere dall'altra. Dunque, merchandising della notizia a sfondo culturale, magari spettacolarizzata per fare magari anche audience.

Vi è un fiorente mercato di queste genere, soprattutto quando si scende nei territori e dove nei territori le cosiddette "eccellenze" culturali scontano il posto-chiave di attrattori del movimento turistico. Effetto della globalizzazione? Non solo. Vi sono anche sottili meccanismi molto più raffinati ed invisibili all'apparenza del grande pubblico. Chi fa di questo mestiere un'arte sono poi le cosiddette "imprese locali" come nel campo dell'editoria, dove si mescolano agli appetiti commerciali delle partite IVA le pulsioni campanilistiche, gli egoismi dei piccoli personaggi con le loro corti di addetti ai lavori, le aspettative financo dei politici in corsa per le elezioni...

Tutto ciò doveva ancora accadere quando, nel 1991, sindaco Raffaele Grimaldi, in occasione del 500° della ricostruzione di simbolo a territorio della statua bronzea di Eraclio (che la leggenda voleva portata via mare da Costantinopoli durante la IV crociata), il sottoscritto quale responsabile stampa e Giuseppe Gammarrota come esperto consulente di comunicazione, si diede vita ad una serie di iniziative per rivendicare il ruolo trainante di questo monumento e della sua leggenda nei confronti di una Barletta a quell'epoca attiva nel manifatturiero come in quello del calzaturiero rampante. E Barletta ricevette: diretta televisiva su Rai Uno mattina con altissimo share, spettacolo teatrale con Ugo Pagliai e Paola Gassman sui giganti di ogni tempo nella Cultura mondiale, concorso artistico nelle scuole cittadine, valore filatelico, etc etc

ARCHEOLOGIA VIVA, la prestigiosa rivista nazionale, proprio in quei giorni, dedicò poco prima dell'inizio di quell'anno un corposo intervento dell'autorevole prof. Gianfranco Purpura dell'Università di Palermo che scardinava tutto l'impianto di quelle celebrazioni: quella statua non rappresentava affatto Eraclio e non era arrivata via mare a Barletta nel 1204. Scandalo, angoscia degli organizzatori, fine delle celebrazioni? Ma niente affatto: rapidissimo invito al prof. Purpura, gentile e garbata persona, sua dotta e applauditissima conferenza nella gremitissima sala rossa del Castello, e senza scatenare putiferio alcuno, passò tranquillamente l'idea che il Colosso, stando a quanto ascoltato dall’eminente relatore universitario, era di attribuzione diversa.

Nulla cambiò nell'amore dei barlettani verso il Colosso, eterno simbolo della città, come nulla cambiò nei circuiti turistici, vedi i siti web di oggi. La morale? Non dobbiamo avere paura del nuovo nella Cultura, come dobbiamo invece mantenere alta la guardia quando si affronta il tema delle più svergognate speculazioni di chi vuole guadagnare solo con le "sue" presunte verità. Questo si che è reato: spaccio di mala cultura…

Nino Vinella, giornalista
Barletta, 28 aprile 2015

ARCHEOLOGIA VIVA FEBBRAIO 1991:
IL COLOSSO DI BARLETTA
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IL COLOSSO DI BARLETTA SULLA GAZZETTA ANNI '80
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1990, ERACLIO, CHI SEI? TALKSHOW AL CURCI SUL COLOSSO DI BARLETTA
https://www.facebook.com/nino.vinella/media_set?set=a.3919365279714.1073741871.1746990342&type=3

500° ANNIVERSARIO DI ERACLIO... LA NASCITA DEL MITO (1491-1991)
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