04/06/2015. CANNE DELLA BATTAGLIA - PARTONO A BARLETTA I "CANTIERI DI CITTADINANZA": MA NEGLI ANNI SESSANTA IL SITO ARCHEOLOGICO FU SCAVATO CON I "CANTIERI DI LAVORO" FINANZIATI DALLO STATO, STORICA ESPERIENZA CONTRO LA DISOCCUPAZIONE IN UN LUOGO DELLA CULTURA .
Sono state presentate a Barletta dalla locale Amministrazione le iniziative tese ad alleviare il forte disagio sociale della disoccupazione con i "cantieri di cittadinanza" sostenuti dalla Regione Puglia ed integrati dal bilancio comunale.
Iniziative sociali che replicano, a distanza di mezzo secolo, quei "cantieri di lavoro" finanziati negli Anni Sessanta dal Ministero del Lavoro nell'area del sito archeologico e che consentirono la sua prima valorizzazione nella migliore sinergia possibile sul territorio tra Beni Culturali e lavoro.
Per una migliore comprensione, riportiamo per ampi stralci il dossier presente sul web redatto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo.
L'Antiquarium di Canne della Battaglia e l'annessa area archeologica sono "Luoghi della cultura" di proprietà statale, demanio culturale inalienabile dello Stato, destinato alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico. Le raccolte museali e i beni archeologici sono beni culturali pubblici di proprietà statale.
L'Antiquarium di Canne della Battaglia e l'annessa area archeologica fanno parte della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, che è un organo periferico, con particolari finalità, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC).
Tutta la gestione economica e del personale spetta alla Soprintendenza, come da ordinamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Sono di proprietà comunale i suoli dell'area della collina-acropoli e l'area delle terme di San Mercurio. Il Comune di Barletta svolge attività di manutenzione del verde ed interventi di manutenzione straordinaria nell'area di proprietà comunale.
L'Antiquarium è situato all'interno dell'area archeologica, al margine del parco di proprietà comunale, lungo la strada provinciale.
Il museo
Storia, struttura, descrizione del monumento
Inaugurato nel 1958, su progetto di allestimento curato da Fernanda Bertocchi e Nevio Degrassi, il piccolo Antiquarium posto ai piedi della cittadella medievale rispondeva nelle linee progettuali e nell'apparato espositivo alle finalità proprie delle aree archeologiche con piccole sezioni museali.
Interventi di costruzione dell'edificio erano stati avviati nel 1952 dalla Soprintendenza ai Monumenti di Bari con finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno, ma il completamento del percorso espositivo con sistematica ristrutturazione di due sale si deve al progetto scientifico dell'allora Soprintendenza alle Antichità di Puglia, che parallelamente all'avvio di ampie indagini di scavo sulle colline cannensi, realizzate con manodopera del Ministero del Lavoro (i famosi cantieri di lavori degli anni sessanta) elaborava precise attività promozionali nel contesto culturale ofantino.
Sulla base degli spazi a disposizione, rivelatosi sin dal primo momento del tutto insufficienti, il percorso ideato si configurava come una sequenza cronologica e tematica della storia del sito cannense. Nell'ottica del grande interesse legato ai luoghi della grande battaglia del 216 a.e., apparve opportuno ai curatori scientifici del progetto organizzare lo spazio espositivo secondo un apparato didattico illustrativo delle caratteristiche del sito e della manovra tattica a tenaglia che decretò il successo del generale cartaginese.
La forte sottolineatura di queste finalità definiva così le presenze illustrative della prima sala, in cui furono collocati due plastici ricostruttivi del territorio cannense e un grande pannello con la schematizzazione del movimento degli eserciti. Una razionale sistemazione secondo un criterio cronologico consentiva al visitatore di percorrere nella seconda sala la storia del popolamento nella zona, dal neolitico all'organizzazione degli insediamenti indigeni, fino alle varie vicende di epoca romana e medievale.
Di grande rigore scientifico era l'apparato didattico, esemplificato dalla realizzazione di una colonna stratigrafica con i depositi archeologici individuati in un saggio condotto presso la porta della cittadella medievale. Tecnologicamente avanzate erano altresì le vetrine in lega anodizzata e cristallo, realizzate con materiali e soluzioni tecniche messi a disposizione dall'Aviazione Militare.
L'accentuato squilibrio tra la ricchezza del patrimonio archeologico e la reale disponibilità di spazi induceva l'allora Soprintendente Archeologo, Nevio Degrassi, a proporre, ai fini di nuove risorse finanziarie, l'ampliamento delle sale dell'Antiquarium e la creazione di un Museo delle guerre puniche, con sezioni distinte volte ad illustrare, nel primo contenitore, le sequenze cronologiche del territorio e, nel progettato e innovativo museo, gli ampi scenari delle guerre puniche, ma il progetto non ottenne i necessari finanziamenti e nel 1974 l'Antiquarium fu chiuso. L'attuale allestimento è stato inaugurato nel 1999.
L'edificio rivela nel suo attuale assetto i condizionamenti e i requisiti propri del vecchio immobile; la struttura architettonica non di pregio, sottoposta a un serio programma progettuale di ristrutturazione ed adeguamento, ha comunque lasciate inalterate le partizioni strutturali, con interventi mirati laddove errori di ordine tecnico-esecutivo imponevano la soluzione di problemi strutturali.
L'intelaiatura per l'articolazione del percorso doveva altresì necessariamente rispettare l'esistenza di spazi destinati ad uffici.
La configurazione attuale si è quindi impostata sulla necessaria razionalizzazione degli spazi con distinzione tra la sezione aree di lavoro e percorso espositivo, pur non consentendo, nel progetto generale, soluzioni di grande respiro.
li percorso in maniera lineare si snoda su tre sale.
L'antiquarium di Canne non ostenta alcun reperto evocativo della famosa battaglia, bensì oggetti che permettono di ripercorrere la vita del centro daunio dalla Preistoria al Medioevo.
Delle sei sezioni in cui si articola il percorso espositivo, infatti, cinque sono cronologiche, mentre l'ultima, tematica, è dedicata alla presenza di Annibale in Italia durante la Il guerra punica.
La documentazione di epoca ellenistica è affidata ai reperti provenienti dalle tombe a grotticella di Canne Antenisi e Canne Fontanella: grandi askoi con protomi gorgoniche, doppie situle listate, unguentari fusiformi, strigili di ferro, specchi di bronzo.
Tali tombe erano costituite da uno o più ambienti ipogeici, di forma rotondeggiante o squadrata, con volta generalmente irregolare, ma anche ogivale o a botte. L'accesso, chiuso da grandi lastre monolitiche, era costituito da un piano gradinato o inclinato.
Poco rappresentata è finora la fase romana, mentre per quella tardoantica e medievale le testimonianze sono nuovamente ricchissime. Dalla basilica paleocristiana provengono frammenti di sarcofagi e marmi lavorati, mentre i sepolcreti di epoca longobarda hanno restituito orecchini di argento e di bronzo decorati da filigrane globulari ed una croce reliquiario. Di particolare rilievo è una spatha rinvenuta accanto ad un guerriero longobardo, seppellito nei pressi della basilica. Secondo il costume militare germanico, la cintura doveva essere agganciata sul fianco sinistro.
Gli ultimi documenti della vita della città sono costituiti dalle vivacissime ceramiche del Xlii secolo, decorate da pesci ed uccelli, accanto alle quali va segnalata, per l'eccezionale rarità, una coppa amatoria, con una scena a carattere erotico. Nell'ultima sezione vanno infine menzionati i plastici ricostruttivi della zona di Canne all'epoca della battaglia.
Nella prima sala-atrio si è realizzata un' armonica convivenza tra la zona reception con biglietteria e bookshop e lo spazio riservato alla realtà culturale delle prime fasi del popolamento delle colline cannensi.
La seconda sala è apparsa la struttura più idonea per flessibilità dello spazio per illustrare, secondo un modello museografico "aperto", il potenziale documentativa archeologico e storico dell'insediamento cannense, dalle prime fasi abitative legate alle vicende di piccoli villaggi strutturati in età arcaica all'organizzazione complessa e pluristratificata della cittadella medievale.
Organicamente legata alla grande sala centrale, senza separazioni strutturali, la terza sala in cui si è voluto il recupero del pannello stratigrafico del vecchio allestimento, come presenza tangibile del nuovo modo di intendere l'archeologia negli anni sessanta e di uno dei plastici ricostruttivi della morfologia dei luoghi. Questa terza sezione ha accolto altresì le postazioni dello spazio multimediale in un funzionale raccordo con la saletta proiezioni.
L'area archeologica
Itinerario A: l'abitato medievale e il castello
Le colline cannensi restituiscono numerose testimonianze dell'occupazione medievale dall'età bizantina a quella sveva. La collina principale, dove era localizzata l'arx ricordata dalle fonti latine, viene sistematicamente occupata dall'età tardoantica fino alla fase di abbandono, in epoca angioina. I due poli principali, il castello e la basilica, insieme all'abitato manifestano la ricchezza del fenomeno insediativo medievale.
La cittadella medievale, definita nel suo circuito murario da una fortificazione conservata nel suo alzato soprattutto nel tratto dell'incastellamento del castrum bizantino-normanno, ha sistematicamente obliterato i livelli di frequentazione romana.
Le stratificazioni relative alle fasi di occupazione basso medievale sigillano, pertanto, il tessuto dell'organismo urbano di età romana, in parte sviluppatosi dal vicus ricordato dalle fonti. Del tutto convenzionale, pertanto, e legata alla tradizione che individua, ad esempio, nell'asse di attraversamento longitudinale della città il decumano, è la lettura della cittadella come civitas di tradizione urbanistica romana. Vanno comunque considerati elementi strutturanti della città medievale i due importanti poli costituiti dalla basilica e dal castello.
La basilica ha subito pesanti manomissioni nelle fasi di scavo e di restauro ed è nota soprattutto per le evidenze conservate all'interno della cripta divisa in tre navatelle. L'edificio cristiano, diviso in tre navate, ha avuto numerose fasi di ristrutturazione dall'età longobarda a quella sveva.
Quanto al castello, le indagini degli anni 2000- 2001 hanno evidenziato la crescita dell'organismo castellare come ampliamento graduale di un originario impianto di età normanna. Sono ora in luce il lato occidentale e parte di quello settentrionale dell'impianto fortificato, oltre ad un torrione d'angolo rettangolare. Sul lato occidentale, fra gli ambienti scavati, uno è probabilmente identificabile come sala consiliare, il centro di amministrazione del potere laico. Sul lato settentrionale, invece, che costituiva la fronte del monumento e ospitava l'ingresso, gli ambienti scavati erano forse destinati alla guardiania. Al centro era il cortile. Alcune aree erano destinate all'alloggiamento degli animali domestici, come testimonia il rinvenimento di una profonda vasca rettangolare identificabile come abbeveratoio.
Itinerario B: i villaggi cannensi
Alla fine del VI secolo a.e. sulla collina di Canne Fontanella e probabilmente nella vicina contrada di Pezza La Forbice si effettuano importanti realizzazioni edilizie, probabilmente volute da gruppi aristocratici che adottano costumi di tipo greco. Nel IV secolo a.e. si assiste ad un progressivo ampliamento delle case, evidente conseguenza dell'incremento demografico e dell'ottimo livello di vita delle genti residenti, come testimonia la ceramica fine da mensa di alcune abitazioni. Nel lii secolo a.e. si registra un processo di organizzazione dell'abitato, con magazzini per derrate, una regolare distribuzione delle aree abitative (che tengono conto degli assi viari lastricati in pietra calcarea) e degli spazi destinati ad altre funzioni.
Un edificio complesso, in contrada Fontanella, è la Casa B, dalla valenza politico religiosa. La sua importanza è documentata dalla presenza di rivestimenti architettonici fittili, di cui rimane una lastra di cassetta con treccia e kyma dorico.
Sugli strati di abbandono di epoca daunia vi è un'intensa occupazione a scopi cultuali e funerari in età bizantina. I ricchi sepolcreti si organizzano attorno a edifici religiosi a navata unica e restituiscono importanti informazioni sul popolamento rurale attorno alla civitas.
Itinerario C: le terme di S. Mercurio
Dati sull'organizzazione dell'insediamento in epoca e sulle trasformazioni successive alla guerra sociale del 90 a.C. provengono dallo scavo recente di un complesso residenziale sulla collina di San Mercurio, prossima alla Stazione di Canne.
La struttura, scavata da Michele Gervasio nella prima campagna di scavo sulle colline cannensi alla fine degli anni trenta del secolo scorso, venne identificata come sepolcro monumentale di età romana e inserita nei circuiti turistici del territorio cannense come monumento alla memoria del console romano Emilio Paolo, caduto sul campo di battaglia nel 216 a.C.
In realtà soltanto ora, a seguito di recentissime indagini, è possibile una lettura più corretta della funzione dell'impianto, interpretabile come cisterna a servizio di un grande impianto termale pertinente a un'importante villa residenziale con fasi cronologiche relative al 1-11 1 secolo d.C. li complesso costituisce l'unica presenza architettonica, significativa per dati planimetrici e qualità degli arredi, della fase romana, prossima al percorso fluviale.
Sull'asse tepidarium-calidarium, costituente il settore riscaldato dell'impianto termale, si sviluppa un grande ambiente rettangolare interpretabile come frigidarium con pavimentazione in opus sectile esteso per circa 33 metri quadrati, a nord di due basi di colonna poggianti su plinti.
L'ambiente risultava porticato e rivestito con grandi lastroni rettangolari di marmo bianco (marmo proconnesio e bigi venati chiari) con moduli pressoché regolari mentre fasce più strette in marmi colorati (cipollino, breccia corallina, greco scritto, breccia di Sciro) caratterizzavano lo spazio orientale.
Missione
L'Antiquarium di Canne e l'area archeologica annessa assolvono, secondo la definizione data dalla legge, al compito di "tutelare, indagare, ordinare, conservare, valorizzare, esporre al pubblico e promuovere la conoscenza del patrimonio archeologico statale" proveniente dagli scavi del comprensorio cannense. Svolgono servizio pubblico senza scopo di lucro per la fruizione dei beni archeologici esposti nella sede museale o visibili nell'area archeologica e per l'educazione alla cultura del rispetto, della conoscenza e della valorizzazione del bene culturale.
La struttura assolve a questa "missione" in quanto sede espositiva dei reperti rinvenuti nelle campagne archeologiche effettuate dagli anni trenta dello scorso secolo a tutt'oggi nell'area archeologica di Canne, sede di attività di ricerca scientifica incentrate sul patrimonio dell'Antiquarium e dell' area archeologica nonché su aspetti archeologici del territorio contermine, ed, infine, sede di attività culturali, formative ed educative che si rivolgono a diverse fasce di utenti mediante visite guidate, progetti didattici, associazioni culturali.
Nelle sue attività si avvale anche della collaborazione di Istituti di ricerca, di Enti locali e di Associazioni culturali che operano nel territori; la scuola è un suo utente privilegiato.
Esiste un protocollo di intesa con il Comune di Barletta, sulla base del quale è possibile programmare ogni anno manifestazioni culturali.
Accessibilità esterna - L'Antiquarium e l'area archeologica sono raggiungibili con il treno della linea Barletta-Spinazzola; dalla stazione al Parco il percorso a piedi è di circa 400 m. Il Museo è dotato di ampio parcheggio e raggiungibile dalla Strada provinciale 142.
Accessibilità interna e sicurezza - La struttura prevede soluzioni adeguate per disabili motori in quanto priva di barriere architettoniche. Sono individuati e chiaramente indicati i percorsi sicuri di uscita in caso di emergenza. Sono presenti sistemi di sicurezza per le cose e per le persone.
Modalità di accesso: l'accesso all'area archeologica è momentaneamente gratuito. Presso la biglietteria sono distribuiti biglietti gratuiti.
Informazioni: tel. e fax (0883 510993) e-mail:www.archeopuglia.beniculturali.it;marisa.corrente@beniculturali.it
Accoglienza
Il punto informativo è individuato presso la biglietteria dove sono disponibili gratuitamente depliant con breve presentazione del museo e dell'area archeologica con relativa piantina orientativa in italiano nonché materiale informativo vario a distribuzione gratuita.
Ogni sala dell'Antiquarium è dotata di numerosi pannelli che illustrano le problematiche archeologiche del sito nonché il contenuto delle singole vetrine. Nelle vetrine la totalità dei reperti ha una specifica, breve, didascalia. Lungo il percorso dell'area archeologica , cui indirizzano frecce e cartelli, sono dislocati pannelli didattici che illustrano le principali emergenze archeologiche del sito. Informazioni on line relative al museo e all'area archeologica sono disponibili nel sito della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia: http://www.puglia.beniculturali.it.
Fruizione
Tutte le sale sono attualmente aperte al pubblico. Per quanto riguarda l'area archeologica (itinerario a) è interdetto l'accesso a parte del viale panoramico. La limitazione del percorso è anche nell'area della basilica ( cripta).
Il percorso espositivo è fruibile a disabili motori, mentre l'area archeologica è al momento fruibile solo perimetralmente grazie ad un sentiero carreggiabile e percorribile anche con carrozzella. E' presente il servizio igienico dedicato.
La riproduzione fotografica o con filmati dei Beni culturali esposti nel museo o presenti nell'area archeologica senza pagamento di oneri è consentita solo per uso strettamente personale, con strumenti non professionali e comunque senza uso del flash, come opportunamente segnalato all'ingresso e nelle sale ( cfr. regolamento di attuazione della Legge n. 4/93; D.Lgs n. 41 /2004 artt. 107-109).
Ogni altro tipo di riproduzione è soggetta ad autorizzazione ed eventualmente al pagamento del canone previsto nel tariffario ministeriale. E' possibile presentare alla Direzione una domanda di autorizzazione per la riproduzione fotografica o di riprese filmate dei beni esposti a scopo diverso da quello strettamente personale.
Strumenti per la fruizione
In tutte le sale del museo sono presenti pannelli a commento delle problematiche archeologiche e dei materiali esposti; nell'area archeologica i punti di principale interesse nella città sono illustrati da specifici pannelli.
Presso la biglietteria è disponibile gratuitamente un depliant illustrativo del sito in italiano. Non sono disponibili al momento strumenti multimediale, fatta eccezione per la visione di un il filmato.
Le visite guidate ed i servizi aggiuntivi sono sospesi in attesa della nuova gara per i servizi aggiuntivi.
Educazione e didattica
Il Servizio educativo è gestito direttamente dalla Direzione che elabora progetti ed iniziative di promozione e valorizzazione del patrimonio archeologico in collaborazione con gli Enti e le Associazioni locali.
L'area archeologica ospita manifestazioni e spettacoli, grazie ad un protocollo d'intesa tra Soprintendenza e Comune, e aderisce ad iniziative di ampia divulgazione patrocinate dal Comune di Barletta.
Documentazione sui beni conservati
Tutta la documentazione relativa al sito di Canne della Battaglia è conservata presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ed è accessibile previa autorizzazione del Soprintendente per motivi di studio e ricerca (consultazione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, previo accordo preventivo con il personale responsabile). Sono accessibili il catalogo, gli inventari, l'archivio fotografico, la biblioteca.
SU YOUTUBE...
BARLETTA - Incontro pubblico su cantieri di cittadinanza
https://www.youtube.com/watch?v=Ycu4doR6F-Y
|