08/06/2015. BARLETTA – "SUONA IL SITAR MEGLIO DI UN ORIENTALE": ECCO GIANNI RICCHIZZI, IL "CAMPIONE" BARLETTANO OGGI MAESTRO MONDIALE DI MUSICA INDIANA TRA RICORDI, ANEDDOTI E TESTIMONIANZE, L’ABBRACCIO DELLA CITTA’ PER LA PRESENTAZIONE DEL SUO LIBRO “RAGA MALA” .
“Suona il sitar come un orientale”. Così la Gazzetta titolava un mio articolo su Gianni Ricchizzi nel 1985, quando il mio amico e compagno di scuola elementare già da dieci anni aveva lasciato la nostra Barletta per andare a vivere in India, a Benares, sulle rive del Gange il fiume sacro, e studiare, con la millenaria cultura di quel paese lontano, la sua “musica dell’anima” eseguita con sitar e tabla. In quegli anni molto di tendenza grazie ai Beatles ed alle suggestioni, esotiche solo nell’immagine, rispetto all’Italia degli anni di piombo ed ai suoi vuoti culturali.
Solleticato dal tam tam sui social e dalla nostra corrispondenza privata, sono stato da Cialuna per riabbracciarlo e riascoltare la voce di Gianni, che ho seguito nel suo ritorno in questa Italia di oggi, ad Assisi, dove conduce quella che è divenuta una vera e riconosciuta istituzione sociale e culturale, un pezzo della “sua” India trapiantato nella terra di San Francesco, in quell’Umbria giustamente nota come il cuore verde dell’Italia…
Ne ho ascoltato in diretta con parecchi altri (amici, estimatori, curiosi, semplici e potenziali acquirenti del suo libro) la fascinosa testimonianza sulla genesi del libro, prima pensato come notes di appunti fra il personale ed il musicale, ma poi divenuto un vero e proprio libro di musica destinato ai non molti cultori della musica indiana nel senso più lato, profondo ed ampio dell’espressione.
Un viaggio fra aneddoti, amacord, due stili di vita che convivono fra l’europeo e l’orientale, qualche pentimento letterario per non averne ricavato addirittura tre di libri (ma ha confessato di averne pronti almeno altri due nel suo cassetto dei sogni…), per un profilo di Gianni Ricchizzi dipinto come autoritratto. Specie alla vigilia del riconoscimento ufficiale con la presentazione del volume a Roma, ospite dell’Ambasciata indiana nella Capitale, annessi e connessi.
Gianni Ricchizzi, di recente gratificato dalla massima onorificenza indiana per le sue meritorie attività nel campo musicale, ha sempre mantenuto uno strettissimo legame con Barletta, e la stampa locale ne ha perciò sempre seguito la “carriera” intuendo come la sua risorsa umana ed artistica ben si accompagnava all’idea di sapere un barlettano (e ce ne sono tantissimi altri) in giro per quel mondo lontano con un passaporto italiano ma con un’anima barlettana…
Ricordo a chi legge l'indelebile memoria di quel fantastico concerto fra sitar e tabla tenuto nella ottocentesca scenografia del teatro comunale Curci (regia dell'Azienda autonoma soggiorno e turismo di Vittorio Palumbieri direttore e Ruggiero Dimiccoli presidente) davanti ad un’affollatissima e rapitissima platea, totalmente soffusa e dominata dalla armonie musicali indiane eseguite sullo stesso palcoscenico dove, di solito, gli spettatori ascoltavano romanze liriche o partiture classiche… Trent’anni (e passa) anni dopo, in conclusione di queste mie brevi note, ora mi sento davvero di titolare questo mio articolo: “Gianni Ricchizzi, il barlettano che suona la musica indiana meglio di un orientale”.
La pura, sacrosanta e documentata verità. Grazie Gianni!
NINO VINELLA
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