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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

15/11/2015.  MILANO - GIUSEPPE DE NITTIS E "LA BELLE EPOQUE" IN MOSTRA ALLA GALLERIA MANZONI. SUCCESSO DI PUBBLICO E DI CRITICA PER LE OPERE PROVENIENTI DA COLLEZIONI PRIVATE. CON BOLDINI E ZANDOMENEGHI "LES ITALIENS DE PARIS" IN ESPOSIZIONE FINO AL 21 FEBBRAIO 2016 .

Milano d’autunno in tram, pigra domenica pomeriggio. Un’occhiata dal finestrino a quel grande manifesto stradale e di colpo entri in un altro tempo…

Quel sole che illumina il campo di grano, le spighe gialle punteggiate da papaveri rossi e fiori bianchi, uccelli lontani fra le nuvole basse sull’orizzonte dall’aspetto, direi, per me abbastanza familiare. Al centro della scena campestre, soltanto loro: due giovani donne acconciate stile Ottocento, eleganti nei loro abiti borghesi di città, seta e cotone che sfrusciano la terra. Sono evidentemente molto amiche, parlano vicine vicine, stanno passeggiando in quel campo di grano. E chiacchierano allegre sotto quel civettuolo parasole che getta l’ombra a proteggere entrambe dai raggi estivi. Bellissime testimonial di un viaggio chissà dove…

La solita pubblicità? Pochi attimi alla fermata del tram: ma i milanesi (e non soltanto loro) quella stupenda immagine l’hanno avuta sotto gli occhi per diverse settimane nelle strade a più alto impatto visivo della “capitale morale” d’Italia, effetto dopo Expo.

Brillante strategia di marketing: centinaia di grandi manifesti col tocco inconfondibile di Giuseppe De Nittis, si, proprio lui, perché lui è autore di quella sua opera dal titolo così tanto francese (Dans le blé, nel grano, 1873) ma italianissima nello stile, prescelta come biglietto da visita eccellente alla mostra “La belle époque” in corso di svolgimento.

E’ stata inaugurata da qualche giorno. Ci vado. Piccola folla all’ingresso di un bel palazzo nella centralissima via Manzoni, dove si entra nella corte dell’omonima galleria d’arte moderna quasi a fatica perché tutti i visitatori si fermano nella prima saletta, quella con i sette dipinti firmati De Nittis esposti alle pareti.

Per me barlettano abituato alle sue grandi tele negli spazi della pinacoteca a Palazzo della Marra, vedere in pochi metri quadrati racchiuso l’assoluto denittisiano è, come per i milanesi alla loro prima volta, un’autentica scoperta.
Vero è che la mostra offre nelle altre sale i lavori di Boldini e Zandomeneghi, “les italiens de Paris” come Peppino a lui riuniti dalla vita artistica. Ma è davanti a quei capolavori firmati De Nittis che mi sento come uno di quei visitatori: affascinato, sedotto, emozionato come fosse la prima volta…

“Capisco bene questi sentimenti di un barlettano come De Nittis che rivede il suo De Nittis esposto qui a Milano” mi dice Francesco Luigi Maspes, proprietario della galleria e con Enzo Savoia curatore della mostra. “Da parte mia ci aggiungo l’orgoglio di ospitare qui, nel nostro centro studi, tutte queste opere provenienti da collezionisti privati che difficilmente le avrebbero concesse ad altri galleristi. Privilegio ma anche responsabilità, fra assicurazioni e quant’altro. Ma che ritrova una sua logica nell’operazione complessiva autofinanziata dal merchandising privato senza impegnare nessun’altra risorsa finanziaria pubblica. E di questi tempi ogni sacrificio vale, dev’essere fatto valere in termini artistici come in termini economici…”

Capito?

Messe insieme, si tratta di una trentina di opere, accomunando Boldini e Zandomeneghi sotto lo stesso tetto della GAM Manzoni.

Ma è De Nittis a recitare da protagonista assoluto con un totale di sette quadri, olii su tela di medie e piccole dimensioni, tutti riportati e censiti nella monumentale opera omnia firmata Dini-Marini, due volumi pubblicati da Allemandi nel 1990 con il contributo della Cementeria di Barletta ed un saggio di Ruggiero Mascolo, al tempo direttore della Pinacoteca civica.

Oltre a “Dans le blé” divenuto l’icona rappresentativa dell’intera mostra nelle sue migliaia di riproduzioni (affiches, cartoline, dvd, la copertina dello stupendo catalogo di oltre duecento pagine su testi di Stefano Bosi e note introduttive di Nicoletta Colombo), sono allineate le tele: “Au jardin” (1873-1874); “Léontine in canotto” (1874); “Passeggiata con i cagnolini” (1874); “Accanto al laghetto dei giardini del Lussemburgo” (1875); “Flirtation, Hyde Park” (1874); “Il kimono color arancio” (1883-1884).

La mostra terminerà il 21 febbraio 2016, pochi giorni prima del 170° anniversario di nascita del pittore (quando venne alla luce nella casa paterna di corso Vittorio Emanuele, il 25 febbraio 1846) e di questo passo certo sommerà un grandissimo numero di visitatori al botteghino.

Milano ama De Nittis. Con Maspes parlo di chi a Milano seppe rendergli omaggio: Enrico Piceni, il critico d’arte fra i massimi esperti e conoscitori del grande pittore, scomparso ormai da qualche anno ma che ha lasciato una fondazione col suo nome e soprattutto un’eredità di altissimo valore per gli studi denittisiani fra testimonianze, scritti, volumi, pubblicazioni.

Enrico Piceni: ebbi l’onore di intervistarlo, anni Ottanta, nella sua abitazione grazie al comune amico Vittorio Palumbieri, e di quella significativa intervista mi rimane nitido il ricordo del titolo sulla pagina della nostra Gazzetta: “De Nittis artista europeo”. Meraviglioso.

Nino Vinella

PER SAPERNE DI PIU'...

http://www.gammanzoni.com/


L'articolo pubblicato su La Gazzetta del Nord Barese giovedì 18 novembre 2015....



 

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