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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

21/12/2015.  BARLETTA - LE “CARTELLATE” DI PEPPINO… QUEL NATALE DELL’INFANZIA IN CASA DE NITTIS. AMARCORD PRELUDIO AL PROSSIMO 170° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA, 25 FEBBRAIO 1846 - 2016. NEL DIARIO AUTOBIOGRAFICO DEL PITTORE L'AMORE PER LA BUONA CUCINA DELLA TRADIZIONE.

Giuseppe De Nittis: barlettano, pittore, artista e… buongustaio. Non è un sacrilegio. Abbiamo consapevolmente scelto un’angolazione gastronomica per guardare Giuseppe De Nittis come uomo, ed entrare nella sua casa, quella paterna di Barletta in corso Vittorio Emanuele e poi quella più sontuosa di Parigi.

In punta di piedi, passando per la porta della cucina e, se possibile, restarci. A tavola: gli odori, i profumi, la filosofia del mangiar bene, la curiosità di andare indietro nel tempo alla ricerca di quelle abitudini che sembrano perdute, un mosaico di piccole cose comuni.

De Nittis ci fa così da ambasciatore, in un preciso periodo storico nella seconda metà dell’Ottocento, nell’Italia delle provincie meridionali e nella Francia prima imperiale e poi repubblicana, con una sortita nell’Inghilterra vittoriana. Con lui bambino, giovanetto, adolescente ribelle, pittore affermato: riandiamo nella memoria per vedere se i pittori erano solo artisti e dunque pittori. Oppure, detta per le spicce, come sapevano gustarsi il vivere quotidiano preoccupandosi di stare a tavola in lieto convivio od in cucina a preparare, e di avventurarsi in un galateo gastronomico che non li relegasse fuori dal mondo di tutti i giorni. I pittori: loro come i poeti, i letterati, gli scrittori, gli intellettuali… Fra tavola e tavolozza, direi!

IL GUSTO DELLA TAVOLA - Un cervello ed un’anima, certo: ma anche il gusto. Come evocato nell’esplicito titolo della mostra “La poesia della tavola”, in corso nel foyer del teatro Petruzzelli a Bari, curata, con Dario Matteoni, da Emanuela Angiuli, l’ex dirigente comunale dei beni culturali del comune di Barletta nel 2012, sindaco Maffei. La mostra proseguirà fino al prossimo 21 febbraio, una manciata di giorni prima che Barletta dovrà ricordarsi (lo farà?) di commemorare il 170° anniversario della nascita di De Nittis avvenuta il 25 febbraio 1846 in quella casa su corso Vittorio Emanuele, all’epoca Via della Cordoneria, come sta scritto nella lapide sulla facciata.

Civiltà del mangiare e del bere, recupero gastronomico delle proprie radici, riscoperta di piatti e di abitudini alimentari. Ecco il succo del viaggio intorno al De Nittis buongustaio e dintorni.

Il nostro Sud variopinto e gaudente, la Francia sapida fra nobiltà e plebe, l’Inghilterra mondana ed all’antica. Se un artista sa trasmettere alla tela le sue impressioni di colore, di toni e di sfumature, in parte lo deve anche all’uso dei cinque sensi tutti insieme: e in bocca, lo sappiamo fin da bambini, le possibilità di sbagliare diminuiscono…

CARTELLATE DI NATALE IN CASA DE NITTIS - “V’è un’usanza nel mio paese, a Barletta in Puglia, che fu la felicità della mia infanzia”. Inizia così a scrivere De Nittis, quando da piccolo lo chiamavano affettuosamente Peppino, nel suo Taccuino 1870-1884, quelle “Notes et souvenirs” in forma di diario autobiografico da cui ho attinto, con altre preziose testimonianze sulla vita familiare del nostro pittore, il passo che vi ripropongo: pubblicato da Marciante Editore in Barletta nel 1984, centenario della morte, in quel mio lavoro (a tiratura limitata ed ormai introvabile) intitolato “A tavola con De Nittis ed i suoi amici”, pennellate di vita artistica e divagazioni gastronomiche fra Italia e Francia di fine Ottocento suggerite dalla famiglia Nigro, con presentazione di Vincenzo Buonassisi. E relativo menù curato per l’intero anno dallo chef del Brigantino di allora, l’estroso Vincenzino Genchi.

Così ricorda Peppino De Nittis… “Dieci giorni prima di Natale, si preparano dei dolci che altro non sono che i dolci di miele dell’antichità. Tutta la famiglia si mette all’opera e tutta la casa ne è piena, per quanto grandi siano le stanze. Il fatto è che ne occorrono grandi quantità, perché se ne fanno scorpacciate per una decina di giorni. Le famiglie sono sempre numerose e poi si deve anche pensare a provvederne i parenti poveri.

I dolci di miele sono sfoglie di pasta sottili come carta, ritagliate con una rotella nelle più svariate forme e avvolte in piccoli rotoli che vengono fatti asciugare su due panni stesi per terra. Poi, dopo uno o due giorni, si friggono nell’olio e si mettono ad sciugare su fogli di carta stesi su lenzuola. Quando si sono raffreddati, si immergono nel miele bollente e, spolverati di zucchero e cannella, vengono posti nei piatti.

Noi cominciavamo a parlare di quei dolci due mesi prima, perché Natale è ovunque la gran festa dei bambini e nel Napoletano più che altrove”.

Cartellate in casa De Nittis. Il nostro dolce modo di fare gli auguri.

Buon Natale a tutti!

Nino Vinella
Giornalista - Barletta, 22 dicembre 2015

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