L'iniziativa «Una settimana per la cultura» è stata promossa dalla Fondazione Archeologica.
Oltre settecento visitatori per l'area «nascosta» sotto un palazzoLe «terme Ferrara», sovrastate e nascoste da una moderna palazzina che, nel corso degli anni '70 del secolo scorso, ha sostituito l'edificio ottocentesco di proprietà della famiglia Ferrara, sono tornate visitabili. Almeno per una settimana. Il nuovo edificio, che ne ha distrutto una gran parte ha reso definitivamente invisibile uno straordinario complesso archeologico.
La riscoperta del sito archeologico, sul quale adesso si concentrano gli sforzi degli appassionati, è arrivata nel corso della «Una Settimana per la Cultura, Spettatori dell'antico - In scena la città di Canusium» organizzata dalla Fondazione Archeologica Canosina di concerto con il Ministero per i Beni e le attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e il Comune. Insieme alle manifestazioni programmate, anche una giornata di studi (presso il circolo "La Fenice" presieduto da Dino Santamaria) alla quale hanno partecipato insieme al sindaco Francesco Ventola, il Soprintendente Regionale per i Beni Archeologici, Giuseppe Andreassi ed il presidente della Fondazione; relatori sono stati Marisa Corrente, Antonio La Gioia, Francesco Sanseverino, Giuseppe Matarrese, Giulio Sabbatini e Paola Farinelli. Ma lo sforzo - anche economico - più suggestivo realizzato dalla Fondazione è stato l'allestimento dell'area archeologica delle famose ma poco conosciute Terme Ferrara, il più importante complesso termale della Canusium imperiale.
Le visite sono state realizzate con la collaborazione dei condomini e grazie alle opere di salvaguardia degli ingneri Damiano Zaccaro e Luigi Germinario. Le terme Ferrara Le terme sono un complesso architettonico destinato ai bagni e alle attività ricreative degli antichi abitanti delle grandi città greche, ellenistiche e romane; furono istituzioni pubbliche come gli anfiteatri e i templi e assunsero la funzione di luogo di ritrovo, dove si poteva discutere anche di affari. Il complesso archeologico Ferrara fu individuato nel gennaio del 1967 in seguito alla demolizione dei fabbricati di proprietà della famiglia Ferrara. Solo nel 1971, con le successive demolizioni, si attribuirono ad un impianto termale. Dell'imponente edificio, ampio e articolato, si conservano solo alcuni ambienti con pareti laterizie a tratti alte oltre tre metri. Dalle terme Ferrara provengono il mosaico pavimentale in tessere bianche e nere con scena marina, un sedile in marmo pentelico sostenuto da due poderose zampe leonine, numerose colonne in marmo cipollino (reperti conservati nei giardini degli ipogei Lagrasta). Le terme canosine erano pavimentate a mosaico, avevano le pareti rivestite di marmi e gli ambienti decorati con colonne e arredi di marmo pregiato.
«La struttura dovrebbe risalire all'età antonina (seconda metà del II sec. d.C.), epoca in cui la città da municipium diviene colonia con il nome di Colonia Aurelia Augusta Pia Canusium - dice Luigi Di Gioia, curatore delle visite per la Dromos.it - conseguenza di ciò fu un importante rinnovamento urbano testimoniato da numerose evidenze archeologiche, tra le quali il tempio di Giove Toro e l'acquedotto di Erode Attico, dal quale le stesse terme si rifornivano d'acqua». Le terme Ferrara dovrebbero essere state in uso sino al periodo tardoantico (V-VI sec. d.C.).
«A chiusura della settimana, certamente positiva, rimane l'amarezza per la non futura fruibilità dell'area, tra l'altro oggetto di copiosi investimenti da parte della Fondazione Archeologica - dice il presidente Sabino Silvestri - Quello che tutti si auspicano è che si possa trovare a livello regionale col direttore regionale per i Beni Culturali della Puglia, Ruggiero Martines, gli accordi che permettano a tutti di ammirare la bellezza delle Terme Ferrara e poter restituire al mondo intero, al pari della vicinissima area archeologica di Giove Toro. La strada è avviata, Canosa a pieno titolo rivendica a sè le sue ricchezze e la possibilità di renderle fruibili ai grossi flussi turistici, gli oltre 700 visitatori in una settimana delle Terme Ferrara lo stanno a testimoniare».
«Il complesso archeologico delle terme Ferrara è uno dei casi più emblematici della scarsa considerazione che la città moderna ha dimostrato, e ancora oggi dimostra, nei confronti del suo passato, di quel suo immenso patrimonio di memorie che il sottosuolo continua a restituirci - conclude Di Gioia - L'assenza di una rigorosa normativa urbanistica e la latitanza delle istituzioni da una parte, gli interessi edificatori privati dall'altra, hanno fatto sì che, qui più che altrove, negli anni si sia "costruito" di tutto, tranne un importante valore: quel sentire diffuso capace di rendere il "rudere antico" patrimonio pubblico, memoria collettiva».
Paolo Pinnelli
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 02/06/2006
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